Part of your world

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Regola numero uno: mai avvicinarsi ad essere umano

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Regola numero uno: mai avvicinarsi ad essere umano.
Regola numero due: mai parlare con un essere umano.
Regola numero tre: mai innamorarsi di un essere umano.

"Derek Hale, dove hai intenzione di svignartela questa volta? Torna immediatamente sulle tue pinne e ripeti il giuramento. Non è molto difficile da ricordare, sono tre misere regole eppure sembra per te sia complesso impararle" tuono' con sguardo severo il capostipite degli Hale.

La salvaguardia della propria famiglia era sempre stata una priorità per lui, poiché aveva constatato spiacevolmente quanto potesse rivelarsi dannosa una ipotetica convivenza tra umani ed esseri marini.

"Ma padre, io credo che voi siate un po' troppo severi con voi stessi prima ancora che con noi figli. Conosco molti tritoni che si sono rivelati una compagnia peggiore di molti esseri umani che ho osservato sulla spiaggia" tentò di giustificarsi il giovane, avendone una motivazione che gli stava particolarmente a cuore.
"Sei andato così vicino alla costa?" si morse la lingua, probabilmente quella parte avrebbe dovuta ometterla... Ma ormai il danno era fatto.
"N-no, assolutamente io... Io stavo semplicemente cercando dei coralli per Laura e-"
"Non ho intenzione di ascoltare una parola di più. Derek, non costringerti a ricordarti cosa è successo l'ultima volta che hai aperto il tuo cuore a uno di quegli esseri con le gambe. Non costringermi a nominare Kate più di quanto io non vorrei" gli occhi di Derek rifletterono tutta la loro sofferenza, perdendo improvvisamente la loro tonalità smeraldina... Ora somigliavano al colore dell'acqua che ristagna, priva di vita.
"Non comprendo questo accanimento nei miei confronti, le mie sorelle sono libere di nuotare ovunque voglino!" oramai era inutile sottolineare che i toni di una conversazione cordiale vennero abbandonati per quelli più duri di un aperto conflitto.
"Forse perché loro non hanno perso una pinna perché la fidanzatina di turno si è rivelata una cacciatrice" sbraito' il padre, provocando una frattura all'organo pulsante di Derek.
"Io ti odio" aveva sussurrato, fuggendo il più rapidamente possibile dall'atrio dove solitamente la famiglia Hale si riuniva.
Furono inutili i richiami delle sue sorelle ed ancora più vani i richiami del padre.

Derek era innamorato e questa volta era certo di non aver commesso alcunché di errato.
Tutto era iniziato alcuni mesi prima, quando il giovane aveva osservato un gruppo di ragazzi fare volontariato sulla spiaggia, con il favore di alcuni scogli.
Stavano raccogliendo i rifiuti trasportati dall'altra marea e Derek non poteva che esserne felice.
Vi era una ragazza dai capelli rossi, un ragazzino con la mascella storta e... Lui.
Il suo 'lui', così lo avrebbe chiamato finché non avrebbe scoperto il suo nome, era un ragazzino fuori dalla norma per uno come lui: era privo di branchie ma dotato di uno splendido nasino dritto verso l'altro. Un fiume di nei gli decorava la pelle e Derek lo trovava semplicemente incantevole : le creature marine non possedevano tratti caratteristici così marcati e quelli del suo 'lui' lo facevano letteralmente impazzire.
Ciò che più Derek amava, erano però i suoi occhi : erano tinti della stessa colorazione assunta dal mare al tramonto, con un pizzico di terriccio, la perfetta combinazione di elementi in grado di scuotere i sentimenti del giovane dotato di squame.
Si era avvicinato cautamente a lui quando fu lasciato solo dai suoi amici, più nuotava e più si perdeva ad ammirarlo.
L'umano lo aveva notato e fece un piccolo balzo dallo spavento, che si riflesse nei movimenti di Derek, spingendolo a fuggire.
I loro successivi incontri furono apparentemente tutti simili, tranne per il fatto che l'umano stesse imparando ad ammirarlo senza alcun timore.
"S-sei reale?" aveva domandato un pomeriggio estivo il ragazzino, i piedi in ammollo che sporgevano dal pontile.
Derek aveva annuito.
"Perché fuggi sempre quando ci sono anche gli altri? Sono simpatici, sai?
Beh Scotty potrebbe scambiati per un fish and chips ma sicuramente Lydia sarebbe parecchio affascinata da te. Mi racconta spesso di usare creme di bellezza fatte con sale marino".
Derek fu piacevolmente sorpreso: l'umano aveva appena constato l'esistenza delle creature del mare e si era messo a discutere con lui di prodotti di bellezza... Qualunque cosa questa frase potesse significare.
"Come ti chiami signor pesce?" domandò lui.
"Mi chiamo Derek Hale" aveva risposto, il ragazzino sorrise udendo la sua voce.
"Io sono Stiles, non è il mio vero nome ma preferisco essere chiamato così" l'abitante del mare non ebbe nulla da controbattere.
Da quel giorno si incontrarono molte volte, Stiles aveva imparato a nuotare fluidamente come Derek, che non mancava occasione di regalargli perle o altri sassolini che trovava potessero essere di suo gusto.
"Derek, cosa è accaduto alla tua coda?" il tritone non sapeva proprio cosa rispondere.
"Mi sono fidato di un'umana e... Lei ha approfittato di me. Ha ridotto in questo stato la mia pinna" Stiles aveva guizzato fino ad essergli ad un palmo di distanza.
"Io la trovo bellissima, come ogni parte di te" e Derek si sciolse.
Il loro amore crebbe potente come un'onda, che li travolse durante una sera d'estate.
Stiles era sdraiato sul pontile, ammirando le stelle in compagnia del suo tritone preferito.
Per dispetto Derek gli aveva schizzato in volto dell'acqua, facendo ridere il ragazzino.
"Smettila di fare il sourfish Derek!" avevano riso.
Avevano riso anche questo il tritone lo aveva trascinato in acqua ed avevano smesso solamente quando le loro labbra erano entrate a contatto.
"Sai di salsedine" aveva commentato Stiles, riprendendo il fiato. "E la amo" si era affettato a specificare.
La loro relazione non era facile, questo è ovvio: durante le giornate di tempesta a Stiles era vietato avvicinarsi al mare e per Derek era impossibile toccare terra.
Si promisero che avrebbero trovato una soluzione, avrebbero lottato.

Ma riprendiamo da dove eravamo rimasti: Derek stava nuotando velocemente, sfruttando la furia che lo animava, per raggiungere il suo fidanzato.
"Hai ancora litigato con papà?" aveva domandato dolcemente Stiles, scostandogli dalla fronte un ciuffo di capelli.
"Non accetta il fatto che possano esistere uomini degni della sua fiducia" aveva borbottato, ancora troppo alterato per discutere lucidamente.
"Abbiamo sempre detto che avremmo trovato un modo per stare assieme Derek, ce la faremo" lo incoraggiò l'umano.
"Non voglio rinunciare a te, Stiles" aveva confessato prendendo una delle sue mani tra le sue.
Accarezzò con riverenza l'anulare, avvolgendogli attorno un'alga.
"Questo è per prometterti che un giorno ti sposerò" Stiles pianse lacrime di gioia, gettandosi tra le braccia, incurante di essere ancora vestito.
Prese il volto del tritone per scoccargli un bacio sulle labbra. "Questo è per prometterti che quando me lo chiederai, risponderò di sì" Derek ne fu così entusiasta fa guizzare con la pinna come fosse un delfino.
"Diventerò il re dei mari" aveva riso l'umano, seguito dal tritone.
"Abbi solo la pazienza sufficiente di attendermi, poi potremo stare uniti per sempre" quelle parole giunsero alle orecchie del giovane come una promessa.
Trascorsero un po' di tempo appartati, tra gli scogli, poi fu tempo per Stiles di tornare a casa.
Derek prese la sua decisione : avrebbe seguito Stiles e lo avrebbe fatto quella stessa notte.

Insieme a questo finale con un pizzico di suspense, vi lascio questo DerDer che necessita amore.

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