King And Queen

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(Questa storia è dedicata a lightwood__05 per ringraziarla di essere la nanerottola fantastica quale che è, perché questa raccolta è anche merito suo).

Lo stemma della sua famiglia, Derek lo fissava da oramai ore.

Se ne stava placidamente accomodato sul trono, la sala magna del castello era stata sgomberata sotto suo ordine intransigente, perfino dalla servitù.

Derek Hale, principe del regno ed imminente sovrano, desiderava solitudine. Forse perché la sua testa era sufficientemente affollata di pensieri, forse per ogni singolo dettaglio di quel castello, compresi i mattoni delle pareti, gli ricordavano la sua futura esecuzione.

Già perché nel corso del tempo i matrimoni sono stati definiti nei modi più disparati: unioni, patti, convenzioni…Derek nemmeno si era sforzato nel trovare che quel termine fosse particolarmente adatto alla sua sorte: prendere in moglie Kate Argent avrebbe significato gettare la sua testa tra le mani di un boia, pregando che avrebbe fatto il suo lavoro il prima possibile.

Come facilmente presumibile, non era stata rispettata la volontà del giovane di restare scapolo fino a che non avesse incontrato una persona sufficientemente interessante da bramare la sola idea di condividere con quest’ultima l’intera vita. Suo padre era deceduto in battaglia ed assieme al proprio re, anche il regno era caduto in ginocchio.

L’unica speranza di salvezza per i propri sudditi consisteva nello stipulare un matrimonio con una famiglia facoltosa: gli Hale avrebbero ceduto il titolo, gli Argent il patrimonio.

Quando Kate venne a conoscenza del piano ne fu entusiasta, sostenendo che la loro unione dovesse avvenire il prima possibile, scongiurando impedimenti di ogni genere.

Lei contava con ansia i giorni mancanti al matrimonio e Derek si sentiva stringere la gola da un cappio, il cui nodo lo strangolava ogni secondo di più. Non era questo il futuro che aveva programmato, lui sognava di galoppare a cavallo, di perdere la cognizione del tempo nelle biblioteche reali, di aiutare la sua gente.

Ora era costretto a baciare il palmo di una donna che in lui vedeva semplicemente un investimento. Avevano posato assieme per il ritratto di corte e Derek fu particolarmente riconoscente nei confronti della bravura del pittore, nel dipingergli un sorriso in volto quando erano mesi ormai che le sue labbra non ne conoscevano uno.

Al contrario la signorina Argent fissava dritto nello sguardo del pittore, come a volergli dire di imprimerla nella sua forma migliore sulla tela.

Gli unici momenti di pace da questo strazio, Derek li aveva potuti sperimentare grazie alla compagnia di un principino venuto in visita nel suo regno per recargli personalmente i suoi dispiaceri, dovuti alla perdita del padre.

Stiles, questo era il nome del principe che gli si inchinò difronte. Derek pensò che in vita sua non avesse mai visto un volto tanto bello poiché i suoi occhi brillavano tanto quanto le vetrate della cattedrale del castello e la sua pelle era più lucente della porcellana.

Oltre ad essere grazioso oltre ogni misura, il castano era anche incredibilmente intelligente ed il sovrano ebbe modo di sperimentare il suo ingegno molto spesso: la carrozza che aveva condotto Stiles fino alla sua reggia si era danneggiata ed il moro aveva insistito con accoratezza affinché gli concedesse l’onore di soggiornare al castello, nell’attesa.

I due trascorsero molti pomeriggi assieme. Amavano giocare a scacchi, dove ogni mossa delle pedine era accompagnata da uno sguardo fugace o da battute sarcastiche.

Spesso galoppavano in aperta campagna, tra i campi di grano. Stiles amava intrecciare quelle spighe per costruirne una sorta di corona con la quale adornava i capelli di Derek, mentre questo sonnecchiava con il capo poggiato sulle sue gambe, all’ombra della fronda di qualche albero.

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