Pasticci(ni)

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Capita anche alle relazioni più ferree di subire una qualche battuta d’arresto alle volte, è normale e forse anche necessario per rafforzare il rapporto tra i due componenti anche nel caso in cui essi siano rispettivamente un umano ed un licantropo.

Il motivo del litigio, estremamente futile, scoppio a causa di un evento altrettanto apparentemente irrilevante: Stiles continuava a smarrire il telecomando della televisione.

La prima volta, l’oggetto dei desideri venne rinvenuto tra i cuscini del divano. La seconda volta, non si sa esattamente come, era finito nella libreria al terzo piano, mentre per quanto riguarda la terza, venne rinvenuto a casa di Scott.

Non è certo un gran problema voi penserete e ne avreste anche tutte le ragioni, se solo puntualmente il ragazzo non incolpasse Derek per aver rassettato il soggiorno, con la convinzione che fosse opera sua il fatto che magicamente al telecomando fossero spuntate le gambe.

Non parliamo poi di quando aveva inizio il suo show preferito: Stiles dava letteralmente di matto, sostenendo che il mondo avesse sicuramente escogitato un malvagio piano nei suoi confronti, fin dalla nascita.

“Derek! Possibile che quel dannatissimo affare sia sparito per l’ennesima volta! Tra cinque minuti inizierà la diretta di X-fattor e io non ho intenzione di perdermela! Sai quanto ami quello show!” urlò a squarcia gola, con sommo ringraziamento da parte dei vicini di casa, affinché il compagno al piano superiore lo sentisse…sarebbe stato impossibile il contrario.

“Come posso sapere dove lo hai dimenticato questa volta? Ho riordinato la casa questa mattina e non c’era già. Probabilmente lo avrai portato in mensa all’F.B.I. come mercoledì scorso” sbuffò il mannaro, mentre scendeva i gradini dell’ampia scala, raggiungendo il nervoso ragazzino.

“Certo! Perché appena accade un guaio la colpa è sempre mia, non è vero?” come facilmente è possibile immaginare, quello che stava parlando non era il vero Stiles ma una copia di sé stesso sottoposto ad una innumerevole dose di stress dovuta agli esami universitari.

“Non sono certo io quello che questa mattina ha questi fatto esplodere la cucina perché ha dimenticato il cucchiaio nella tazza del latte, mettendolo nel forno microonde” gli fece notare Derek, sperando vivamente di ammutolirlo: un gran mal di testa gli pulsava nelle tempie.

“Ero ancora piuttosto addormentato perché qualcuno” indicò il petto del fidanzato con arroganza “mi ha costretto a restare sveglio fino a notte fonda per leggere la sua stupida ricerca sulle pergamene del terzo secolo” Derek non lo avrebbe mai ammesso esplicitamente ma quell’affermazione lo ferì parecchio.

Aveva ripreso gli studi solo da pochi mesi e lo aveva fatto principalmente su consiglio di Stiles, finalmente si sentiva affermato, per di più in una disciplina che adorava: la storia. A quanto pareva, però, per l’umano doveva essere un gran peso sostenerlo.

“Se studiare assieme a te ti crea così tanti problemi, perché non ti trasferisci nuovamente al dormitorio a disposizione agli studenti del tuo corso?” urlò, tentando di ingioiare il dolore.

“Lo sai anche tu che detesto condividere la mia stanza con estranei ma non lamentarti delle mie sbadataggini se la maggior parte del tempo sono occupato a scrivere rapporti di fondamentale importanza. Io lavoro con persone vive, Der! Non si tratta semplicemente di tradurre testi su faraoni o regine. Forse dovresti portare un po’ più di rispetto per la mia carriera” era ufficiale: Stiles aveva fatto i bagagli ed al suo posto si era presentato un suo sosia estremamente scadente.

Il ragazzo improvvisamente aveva scordato che Derek gli avesse regalato un portatile all’ultimo grido per aiutarlo negli studi, che si fosse sempre offerto di pagare metà rata della quota annuale e che fosse il suo supporter numero uno.

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