Coach

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Il suono della campanella che sanciva l'inizio dell'intervallo, prese a tintinnare in modo assordante ma mai rumoroso al pari degli schiamazzi degli studenti entusiasti di essere sopravvissuti fino ad all'ora.
"D'accordo ragazzi, le prossime ore avrete lezione di storia. Con me ci vedremo la settimana prossima con il nostro approfondimento di criminologia. Spero passiate un buon fine settimana" Stiles sollevò lo sguardo dai vari test sulla cattedra che stava rassettando.
"E... Sto parlando per l'ennesima volta da solo" ebbe la tristezza di constatare, poiché i suoi alunni erano già fuggiti tra i vari corridoi. Provava una forte malinconia ad attraversarli : si rideveva molto più giovane, accanto ad un'altrettanto adolescente Scott. Si rivide litigare con il suo armadietto, puntualmente ammaccato dalla furia omicida di qualche creatura soprannaturale oppure bullizzato da Jackson.
Nonostante quegli anni, vissuti tempo addietro, erano stati un vero inferno... Letteralmente dopo la rivelazione dei poteri di Parrish, aveva accettato di buon grado di tenere un laboratorio di criminologia nel suo vecchio liceo e sembrava anche che gli studenti lo amassero parecchio : era difficile non farlo, trasudava di passione per il suo lavoro da ogni poro.. O neo.
Prima di rientrare a casa, decise di avrebbe pranzato nell'istituto, anche se si rifiutava di mettere piede nella sala insegnanti. Poteva pure essere diventato un'adulto (si fa per dire) ma quella zona per lui era off limits.
Si diresse verso il campo da lacrosse, sedendosi su una delle gradinate, sgranocchiando qualcosa mentre osservava gli atleti allenarsi.
"Professor Stilinski!" urlò uno dei ragazzi, quando accidentalmente fece finire la pallina tra le gambe del docente.
Corse come un forsennato per recuperarla ma Stiles lo precedette, lanciandola di nuovo verso il capo: qualche rudimento ancora se lo ricordava.
" Venga a fare due tiri, professore!" lo avevano incitato i ragazzi, ma lui disse che preferiva di gran lunga guardarli piuttosto che unirsi a loro.
Soprattutto perché da quella postazione, aveva un'ottima visuale sul fondo schiena del coach.
"D'accordo pivelli, possiamo considerare conclusi gli allenamenti. Fate un ultimo giro del campo e poi dritti sotto la doccia, puzzate come caproni" il coach fischio' e gli atleti obbedirono alle sue istruzioni.
Per meglio dire, avrebbero obbedito se solo non fossero stati distratti dalle chiacchiere di Stiles.
Ogni volta che un ragazzo gli passava difronte si sbracciava per salutarlo o per fargli il tifo, molti di loro si fermarono sedendosi accanto a lui per riprendere fiato : in poco tempo Stiles fu sommerso da quei ragazzini e dalla loro parlantina... Quest'ultimo tratto era particolarmente apprezzato dal professore.
"Vi avevo forse detto che potevate prendervi una pausa? Signor Stilinski, non li aiuti a distrarsi già più di quanto facciano. Negli spogliatoi, forza!" urlò il coach, i ragazzi intimoriti obbedirono questa volta.
"Non dovresti essere così duro con loro" disse Stiles, una volta rimasti soli.
"Già ma non avrei potuto resistere un momento di più" il coach, altrimenti chiamato Derek Hale, prese a baciarlo con passione.
"D-Der siamo a scuola" rise il castano, mentre l'altro mordeva il suo collo.
"Disse quello che puzza di eccitazione" il lupo non si trattenne.
"Colpa di questi pantaloncini, mettono in risalto tutto il tuo ben di Dio" Derek rise.
"Anche tu mi fai un certo effetto, vestito da professorino" Stiles mandò al diavolo il suo autocontrollo, trascinando Derek dietro gli spalti.
"Siamo più ragazzini noi di quelli a cui insegnamo" mormorò tra gli affanni il più piccolo.
"Sei mio marito, se non mi lascio andare così con te, non so con chi dovrei farlo" replicò Derek, lasciandolo a petto nudo.
"Dillo ancora" Stiles era estasiato da questa situazione.
"Che sei mio marito? Si, sono rimasto fregato. Quando ho deciso di smettere di minacciati non devo aver ben letto che nel contratto era incluso l'innamorarsi" riserso di cuore entrambi.
"Derek..." Stiles stava per raggiungere il limite. "Facciam-" le parole del docente vennero interrotte dal trambusto degli autoparlanti.
"Simulazione anti incendio. Tutti gli studenti ed il corpo docente, sono pregati di evacuare dal liceo e recarsi nelle zone di raccolta".
Stiles e Derek si guardarono negli occhi : erano entrambi mezzi nudi, capelli scompigliati e labbra gonfie.
"Quando finisci il turno?".
"L'ultimo allenamento è alle tredici".
"Perfetto. Ti aspetto negli spogliatoi" Stiles corse verso l'ala prestabilita, cercando di infilarsi la cintura nei passanti dei pantaloni, il tutto mentre correva.

"Professore, perché sembra che si sia appena alzato dal letto?".
"Professore, ha la camicia allacciata male".
"Avete visto... Il professore Stilinski ha un succhiotto sul collo".
"Io avevo una cotta per lui, spero che almeno la sua compagnia sia all'altezza".
"D'accordo!" urlò Stiles.
"Mettetevi un fila così vi posso contare e vi suggerisco di sussurrare più delicatamente, li sento i vostri discorsi. Questo non è un succhiotto ma un livido, sono conciato in questo modo perché stavo tentando di mettere in moto la mia jeep" non se la bevve nemmeno lui stesso.
Iniziò a contare, notando che mancasse uno studente. "Dov'è Jacob Redfield?" chiese già nel panico.
"È scappato dalla sua fidanzatina, di quinta B".
Stiles andò a riprenderlo deciso a riacciuffarlo, come una mamma gatta che va a riprendere il cucciolo smarrito.
Non appena trovò i due fuggitivi, si mise a fare una paternale su quanto fosse stato pericoloso il loro gesto.
La fidanzatina del criminale prese immediatamente parola, tentando di diferendere il compagno :Per un secondo provi a ricordare qual è la sensazione. Tutte quelle volte che lei è a scuola e vede lui in piedi, in fondo al corridoio e lei che non respira fino a che non lo abbracci. O quelle volte in classe in cui non smetti di guardare l'orologio perché sai che lui è là fuori che aspetta solo te. Se la ricorda quella sensazione?".
Stiles perse un battito. Alzò lo sguardo e vide Derek, che aveva udito ogni singola parola, leggermente commosso.
" A-andate.. Niente punizione per voi due ma che non a casa più "ebbe la premura di dire.

" E così non respiri finché non ti sono accanto, eh? " il ghigno di Derek era impareggiabile.
" Sono il compagno del tuo lupo, dovresti dirmelo tu " era pure diventato vecchio, ma pur sempre un vecchio volpone.
" E se ti dicessi che ho maneggiato io la data della simulazione incendio per avere la giornata per noi?".
"Direi che ti amo Derek Stilinski".

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