Frutto Proibito Pt2

680 44 3
                                    

Nella sua lunga vita da demone, Stiles aveva avuto modo di scortare numerosi mortali in tribunale.
Ovviamente lui costituiva la difesa del peccatore e, anche se non poteva essere visto dagli umani, gli piaceva presentarsi alle udienze ben vestito ed una valigetta piena di pessima idee da suggerire al malcapitato di turno per insultare quegli incipriati dei giudici.
Se solo avesse potuto Stiles avrebbe volentieri rubato uno di quei martelletti che si adoperavano in quelle situazioni, solamente per tirarlo in fronte ai membri della corte.
Gli pareva un ricordo estremamente lontano poiché, a giudicare dal suo istinto, non si doveva trovare più sul pianeta terra.
Nella sua esistenza caratterizzata da drammi e crimini, aveva conosciuto la pace con Derek... Peccato che la loro nascente intimità fosse stata interrotta così bruscamente. Si stavano conoscendo, esplorando il corpo del compagno con carezze e baci, quando era comparso un longilineo serpente.
Nessuno dei due amanti aveva prestato attenzione alla bestiaccia, troppo occupati a venerare l'altro.
Se solo fossero stati più attenti
Se solo fossero stati più indiscreti
Se solo Stiles non si fosse messo in testa di conquistare quell'angelo... Ora non sarebbero certamente incatenati, uno difronte all'altro, in un tribunale bipartito tra una corte celeste ed una demoniaca.
Non appena Stiles riprese conoscenza (poiché il serpente aveva morso entrambi con la sua fiele letale) si rese conto di dove si trovasse ed iniziò a fremere.
Credeva che quel luogo esistesse semplicemente nei racconti, per conciliare il sonno di piccoli angeli e demoni che non obbedivano agli ordini dei loro rispettivi padri.
Eppure ora erano lì. Dalla sua posizione Stiles aveva una visuale completa sul corpo di Derek, anch'esso incatenato per i polsi e le caviglie, ancora steso a terra.
Alle sue spalle si ergeva una schiera di demoni, alcuni poteva giurare perfino di conoscerli, che lo scrutavano come fosse macchiato di una colpa peggiore di quella commessa da Lucifero.
Per intuito comprese che dunque, alle sue spalle, vi fossero dei cherubini pronti a sentenziare sull'agito di Derek.
Qualcosa gli diceva che non sarebbero nemmeno trattenuti troppo, che avessero momentaneamente depositato la maschera dei "preferiti di papino".
Se solo avessero osato alzate un dito su Derek, Stiles non si sarebbe risparmiato.
Come se avesse udito il richiamo del compagno, il moro sollevò le palpebre ed aiutato dal demone, si alzò in piedi.
"Perfetto. Ora che entrambi sono rinvenuti, possiamo iniziare il nostro processo"
Processo? Di che colpa di erano mai macchiati?
Stiles era certo di essere stato spregevole come sempre e che Derek fosse il solito angellino puro.
Istintivamente entrambi si presero per mano, facendo a gara per proteggere l'amato dagli sguardi furiosi dei presenti.
"Iniziamo con te, Stiles" un diavolo difronte a lui prese parola.
"Hai instigato in un angelo il seme della tentazione. Se ti fossi limitato a questo, avresti spodestato perfino il vecchio caro Lucifero... Ma no, la tua sete di lussuria si è spinta così oltre che pur di avere la verginità di Derek, hai iniziato a comportarti da santerellino"
Stiles iniziò a tremare dalla paura per la prima volta, da che ricordasse.
"Non li ascoltare" cercò di catturare la sua attenzione Derek.
"Invece converrà ascoltare anche a te, caro Derek. Hai ceduto alle lusinghe del demonio.
Sei un debole servitore della parola divina. Ti saresti concesso a lui, avresti dato la tua carne al demonio"
Derek ne fu risentito.
"Io lo amo e non c'è nulla di sbagliato nell'amore. Ci siamo spinti semplicemente oltre i pregiudizi che avete imposto!" urlò con così tanta foga che Stiles ne fu abbagliato.
"Osi puntarci il dito contro?" un arcangelo ne fu risentito.
"Certamente. Non mi ritengo un essere completamente puro. Perfino prima di innamorarmi di Stiles, spesso ero dubbioso sulla mia missione" specifico'.
"Io non ho sempre sentito l'esigenza di far soffrire gli altri" aggiunse Stiles, guardando la propria corte.
Ci furono alcuni istanti di quiete, dove entrambe le fazioni si riunirono per discutere.
Dovevano come minimo averli sconvolti.
"Derek" sussurrò Stiles, ormai in preda al panico.
"Ehi, non piangere. Ce la caveremo. Te lo prometto" il moro gli accarezzò una guancia, scacciando le lacrime.
"Vorrei proteggerti ma queste catene mi rendono così debole" era davvero frustrato.
"Lo so... Lo so... Ma siamo insieme. Ci proteggeremo l'uno con l'altro, d'accordo?" il piccolo demone fece appena in tempo ad annuire che un colpo di tosse gli fece intendere la decisione di un verdetto comune.
"Derek Hale, angelo. La corte ti considera macchiato dal peccato"

"Stiles Stilinski, diavolo. La corte ti considera peccatore oltre i limiti consentiti"

"Avete violato il confine tra male e bene e per di più... Vi siete innamorati, o così dite, di un uomo. Sarete violentemente puniti".

"Iniziamo da te, Stiles. Saluta le tue ali"
"No!" urlò Derek, gettandosi sul corpo del compagno, avvolgendolo tra le sue ali per proteggerlo dagli attacchi.
Si udì uno strappo, una lacerazione che sembrò tagliare perfino l'aria, fu una condanna istintiva e rapida.
Stiles apri' gli occhi convinto di aver perso la sua capacità di volare, ma lo spettacolo che vide... Fu più doloroso di una pugnalata in pieno petto: la condanna a lui indirizzata era stata assolta da Derek.
"Derek!" con mani tremanti, si gettò a terra, stringendo il corpo dell'ormai ex angelo ricoperto di sangue.
"Stiles..." biascico' lui, faticando a tenere gli occhi aperti.
"No Derek... No.. No.. No.. Devi restare sveglio. Guardami. Ti prego." nemmeno si rese conto di essere scoppiato a piangere, mentre cullava il compagno e tentava di tamponare il sangue che gli scorgava dalla schiena con i suoi abiti.
"Eri tu il mio paradiso, Stiles" gli angoli delle labbra di Derek si sollevarono nel tentativo di un sorriso.
"Non mi lasciare" riusciva a ripetere il demone.

"Che scena patetica" disse qualcuno delle corte.
Stiles perse totalmente il senno. Si alzò in volo e con i pochi poteri a lui rimasti, si scagliò sul diavolo che aveva emanato la sentenza, facendo il modo che sbattesse il martelletto sul suo naso fino a romperlo.
"Sono un demone di mille anni, non mi potete uccidere!" sbraito' manipolando le menti dei presenti affinché si auto infliggessero dolore.
Il suo estremo tentativo sembrò funzionare solamente per i primi minuti di lamenti e sibili di dolore.

Poi quelle parole vennero pronunciate" Siete banditi da inferno e paradiso per l'eternità! "

E tutto fu buio.

"Derek, ti prego apri gli occhi" lo supplico' Stiles, quando noto' un certo movimento sotto le palpebre chiuse del suo ragazzo.
Già... Ora erano semplicemente due ragazzi.
Con estrema fatica il moro si guardò attorno, stringendo la mano che Stiles gli teneva.
"Stiles..." fu la prima parola che disse.
"Dove siamo?".
Prima di rispondere l'ex diavolo, si prese del tempo per riordinare le idee.
"A casa di Scott. Non avevo idea di dove andare ora che ci hanno cacciati dal paradiso. Un ragazzino piuttosto sveglio, mi ha creduto. Deve essere tutto merito tuo questa sua compassione".
Effettivamente Derek giaceva su di un lettino decisamente piccolo per la sua altezza.
"Banditi?" chiese come se non ne fosse sopreso.
"Siamo soli ora. Niente più fazioni... Te lo posso giurare Derek, non avrò pace finché non mi sarò vendicato del dolore che ti hanno fatto provare"
"No... Stiles. Non-" con fatica si mise a sedere.
"Non macchiare nuovamente le tue mani. Consideriamo questa condanna per sentirci liberi. Vivremo qui, sulla terra. Potremo amarci e non saremo costretti a vivere secondo le leggi di nessuno" Stiles salì sul letto e si strinse a lui.
"Le tue ali..." disse, accarezzandogli la schiena.
"Te ne sei privato per proteggermi".
"Lo rifarei altre mille volte se servisse" a Stiles su strinse il cuore.
"Volevo condividere la tua sofferenza, quindi..." sfilò la maglia, voltandosi il tanto che era necessario per mostrare due cicatrici, era colpa sua infondo... Era stata sua l'idea di conquistare l'angelo.
"Le ho strappate" Derek si commosse.
"Non era necessario amore mio"
"Lo era. Noi siamo una cosa sola"
"Ti amo" Derek lo baciò con tutto il sentimento che lo animava.
"Anche io, Derek" rispose il castano mentre riprendeva aria.
Il loro momento fu interrotto anche questa volta, da un essere ben poco pericoloso : Scott.
"Signor angelo ti sei svegliato" disse trotterellando verso Derek.
"Mamma lavora in ospedale, possiamo medicarvi" fece luccicare le chiavi della sua auto.
"Andiamo?"
"Andiamo" risposero in coro

So cold ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora