What The Hell Is A Stiles

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(Questa storia è dedicata a @lightwood__05, spero ti piaccia)
Si dice che ogni leggenda nascondi un fondo di verità, che nessuno di questi racconti sia nato per puro caso. Si dice che le lande desolate abitate dai vichinghi, fossero un campo di battaglia e che il loro cielo fosse colorato dal fuoco dei draghi. Si dice che quelle popolazioni nordiche fossero spietate e prive di un cuore pulsante.
Erano uomini spietati e barbari che vivevano di caccia. La caccia selvaggia.
Derek nella sua vita non aveva mai sentito parlare di questa figura mitologica, nonostante di libri ne divorasse parecchi.
Eppure questa narrazione folcrositica era sulla bocca di tutti i suoi amici nell'ultimo periodo. Scott non faceva altro che blaterare del senso di vuoto che lo attanagliava, come se ci fosse un ipotetico qualcuno di cui sentisse la mancanza... Qualcuno che evidentemente era molto scarso a lacrosse ed allo stesso tempo, molto vicino a lui. Lo stesso comportamento teso si era impossessato di Lydia che non faceva altro che fare ricerche su di un certo 'Stiles'. Che cosa fosse lo Stiles in questione nessuno lo aveva intuito, secondo internet si doveva trattare di una recinzione ma tutti sembravano sospettare che sotto a quella definizione si dovesse celare altro. D'altronde la vita a Beacon Hills era tutt'altro che scontata, perciò quel nome, per quanto ne sapevano, poteva benissimo trattarsi perfino di un codice segreto.
Derek non lo sapeva.
Derek nemmeno sapeva perché avvertisse una tristezza costante che gli rendeva faticoso perfino respirare. I sintomi erano palesemente quelli di una depressione cronica, ma concretamente il licantropo non riusciva a comprenderne l'origine.
Non capiva perché il suo naso cercasse costantemente un odore specifico, seppur sconosciuto, nella brezza.
Non intuiva nemmeno perché avvertisse l'esigenza di stringere qualcosa a sé la notte, non era mai stato un suo vizio.
"Vedrai che con il passare del tempo le cose andranno meglio tesoro" Talia gli accarezzava dolcemente i capelli.
"Sarà un problema dovuto alla crescita. Sarai anche un ragazzone ma resti sempre il mio lupetto" rise con quel tono dolce che caratterizza solamente i sorrisi di una madre.
Derek si limitò ad annuire, non sapendo bene come reagire. Non che ne ebbe poi il tempo, dato che qualcuno bussò alla porta di villa Hale.
"Vado io!" urlò Laura correndo ad aprire la porta. "Fratellone, amici tuoi" disse un po' sconsolata, facendo accomodare Lydia.
La ragazza con i capelli biondo fragola salutò cordialmente la famiglia di lupi, chiedendo di poter parlare in privato con Derek.
Salirono nella camera del ragazzo, che chiuse la porta sentendosi addosso lo sguardo della banshee.
"Di cosa vuoi parlare?"
"Derek, tu sei a conoscenza del mio essere banshee e del fatto che sono costantemente bombardata di sensazioni ma credo che stiamo sottovalutando il problema di Stiles" le labbra della ragazza fremevano ad ogni parola.
"Io credo che Stiles fosse in qualche modo collegato a te" finalmente i loro sguardi si incontrarono.
"Lydia ti ho già detto che non ricordo nulla" spiegò per l'ennesima volta.
"Nemmeno io Derek. Nemmeno io ci riuscivo, fino a quando non mi sono resa conto che stavo mentendo a me stessa per proteggermi..dal dolore" proseguì la banshee.
Derek si sedette sul suo letto, facendo cigolare le doghe.
"Che stai dicendo?" chiese con le mani a stropicciarsi gli occhi.
"Ho conosciuto una donna, un'altra banshee, che ha evocato lo spirito del figlio deceduto pur di non ammettere la sua morte" iniziò a passeggiare per la stanza.
"Dove vuoi arrivare?"
"Derek in centrale ho trovato questi" allungò una mano e tese al lupo degli stralci di quotidiani ingialliti : riportavano l'episodio dell'incendio della villa e la morte presunta dell'intera famiglia Hale.
Derek scattò in piedi, più rapido di una molla, facendo scorrere lo sguardo su quel pezzo di carta come se ne dipendesse la sua intera vita... Cosa reale effettivamente.
"Tutto questo non ha il minimo di senso. La villa è in piedi, la mia famiglia è viva... Le hai viste anche tu!" urlò irritato dal fatto di non comprendere la situazione.
"Sono solo una proiezione della tua mente Derek. Hai creato tu questo scenario perché non vuoi svegliarti. Preferisci vivere in questo sogno piuttosto che ammettere che lui ti manca"
"Perché mi stai dicendo queste cose?" gli occhi di Derek si velarono di lacrime.
"Perché tu lo amavi"
Il cuore del licantropo perse un colpo.
Lydia mimava il gesto di reggere tra le mani un oggetto, ma Derek non era in grado di vedere di cosa si trattasse.
"Tu... Non la vedi?" chiese la ragazza.
"Io vedo solo una ragazza disturbata" ringhio'.
Lydia getto' nella sua direzione l'oggetto ed istintivamente Derek lo afferrò : stava stringendo tra le sue mani una maglia di lacrosse.
La maglia di lacrosse, per l'esattezza, del giocatore numero ventiquattro.
Il lupo ci affondò dentro il naso ed inspirò a pieni polmoni, scoppiando a piangere.
"Lui era.."
"Il tuo compagno" concluse per lui Lydia.
Derek chiuse gli occhi, li stringe forte e quando li riaprì la villa era scomparsa così come i suoi coinquilini.
"Derek..." Lydia gli mise una mano sulla spalla. "Tornerà vedrai" tentò di sorridergli.
"Come ho potuto dimenticare l'unica persona che io abbia mai amato?"
"Lo abbiamo fatto tutti Derek, è colpa della caccia selvaggia. Ma tornerà, troveremo un modo"
Detto questo la ragazza tornò alla sua auto, il lupo attese alcuni istanti prima di seguirla.
Istanti nei quali mise una mano nella tasca dei pantaloni, estraendo le chiavi della Camaro : c'era attaccato un portachiavi a forma di volpe ed una targa intagliata dove vi erano incise le parole 'ti amo sourwolf'.

So cold ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora