"Stiles! Ti squilla il telefono!" lo sceriffo strilla a tutti polmoni, chiamando a gran voce il figlio prima che perdesse quella chiamata così fondamentale per lui.
Stiles riemerge dalle profondità del garage, un po' sporco di fuliggine e con le mani impastate da chissà quale sostanza per operazioni meccaniche, si fionda in cucina per darsi una pulita e premere il prima possibile il pulsante rosso sul display del cellulare.
"Lo so sono terribilmente in ritardo ma stavo cercando di riparare il motore della jeep" il fiatone come saluto al suo compagno.
"Non ti preoccupare, tuo padre mi aveva avvisato. Ad essere onesti, abbiamo appena riattaccato" raccontò Derek, mentre cercava di posizionare il telefono sul tavolo senza che cadesse al minimo spostamento.
"Questa vostra strana alleanza è preoccupante. Sabato mi avete escluso dalla videochiamata perché commentavate una partita di basket che non sapevo nemmeno andasse in onda!" si lamentò l'umano, sedendosi alla scrivania.
Derek ridacchiò: una piccola vendetta nei confronti del fidanzato per aver occupato la linea un intero pomeriggio, troppo occupato a scambiarsi pettegolezzi e aneddoti con Cora.
Stiles si giustificò sostenendo come la più piccola degli Hale gli avesse mostrato alcuni vecchi alcun di famiglia, dove un neonato Derek sbambettava munito di pannolino, da uno scatto all'altro.
"Che cosa hai fatto oggi di interessante?" domandò il castano, l'altro ci pensò su.
"Nulla di emozionante: mi sono alzato dal letto grazie alla sveglia che mi hai impostato tu, altrimenti avrei riposato un'altro paio d'ore. Ho deciso di saltare la colazione perché a pranzo ho sgarrato dalla dieta" raccontò, Stiles totalmente rapito da quelle labbra che gli mancavano come l'aria.
"Oh sia mai che i tuoi addominali ne risentano" lo punzecchiò Stiles, meritandosi un'occhiataccia.
"Nel pomeriggio mi è venuta la malsana idea di voler chiamare quell'ingrato del mio ragazzo e ora penso che riattaccherò" il tono di voce scherzoso.
"Tanto lo so che mi richiameresti dopo cinque minuti" gongolò Stiles.
I due si cambiarono uno sguardo intenso, uno di quelli capaci di fondere gli occhi silvestri di Derek con quelli miele del compagno.
"Perfino attraverso lo schermo riesco a fiutare che c'è qualcosa che non va" l'umano maledisse i sensi sviluppati del compagno.
"Sono solo esausto, immagino. Mi dono offerto volontario per affiancare mio padre alla centrale, distribuire la spesa alle famiglie bisognose e come se non fosse abbastanza, una volta tornati a casa, dobbiamo lavare ogni volta le divise e noi stessi" raccontò Stiles con sguardo basso.
"La cosa che più mi pesa è la lontananza da te, il fatto che gli spostamenti sono limitati. Non hai idea di quanto mi manchi dormire al tuo fianco, essere privo di preoccupazioni solo... Essere sicuro che quasi cosa fisse accaduta, tra le tue braccia non avrei avuto nulla da temere" proseguì, con il volto rigato dalle lacrime.
Dall'altra parte dello schermo, Derek era in apparente stato di agitazione, quasi come se il suo lupo interiore lo stesse spingendo a confortare perfino quell'apparecchio dal quale fuoriusciva la voce del compagno.
"Stiles, ehi... Ascoltami: non saremo fisicamente vicini ma non passa un solo istante della mia giornata in cui io non pensi a te" il ragazzino si sforzò di asciugarsi le lacrime, cosa che solitamente aspettava al moro.
"Penso a tutte quelle volte che al mattino mi sono dovuto cambiare la maglia del pigiama perché mi lasciavi sempre una macchiolina di saliva sul petto... Mi manca perfino la tua bava !" Stiles emise una risata stanca.
"Mi manca svegliarmi con il profumo del caffè, sentendoti canticchiare dalla cucina. Oppure passarti a prendere per portarti a cena fuori".
"Questo non lo possiamo più fare però e comunque dovremmo indossare una mascherina" borbottò il ragazzino, affranto.
"Mh beh, per lo meno i clienti del locale non sarebbero costretti a subirsi i nostri litigi su che scegliere dal menù" questo fece tornare il buon umore allo Stilinski.
"Ricordi quando abbiamo fatto impazzire quel pizzaiolo a New York perché volevamo tre fette in un modo, due margherita e il restante con il salame?" anche Derek scoppiò a ridere a quel punto.
"Ci hanno cacciato... In compenso non abbiamo pagato il conto" Stiles annuì al ricordo.
"Non siamo mai riusciti ad avere un appuntamento normale noi due".
"Che dici? Io e tuo padre ceniamo assieme meravigliosamente, i guai iniziando quando ti siedi tu" Stiles sapeva perfettamente quale era il piano di Derek: distrarlo affinché non pensasse alle preoccupazioni, ci stava riuscendo bene.
"Sai che ti dico? Questa sera ceni con noi. Metterò il telefono sul tavolo" minaccia attuata dato che il mannaro fu costretto a cenare in compagnia della famiglia Stilinski.
Perfino lo sceriffo parve sollevato della presenza del futuro genero che portò nuova allegria in quella casa, seppur non intenzionalmente: Derek se ne stava avvolto in una copertina fuxia (a detta sua un regalo di Cora) accomodato sul divano, cercando di trangugiare del minestrone.
"Manca solo che guardi le repliche di qualche musical" commentò lo sceriffo tra un boccone e l'altro.
"In realtà sto guardando 'Mamma mia' non l'ho mai visto ed è l'unico film che mi ispiri su Netflix" rispose con il telecomando in mano.
Terminata la cena, lo sceriffo fu spedito a letto dal figlio, che lavò rapidamente i piatti mentre Derek riprendeva il suo allenamento serale.
"Sta attento a come asciughi quei bicchieri o finiranno a terra" rise divertito il licantropo, notando come il fidanzato lo stesse divorando con gli sguardo.
"Se qualcuno la smettesse di distrarmi forse, dico forse, non rischierei di ferirmi!" protestò l'umano.
"In tal caso ti accontento subito. Vado a farmi una rapida doccia prima di dormire. Ci sentiamo dopo, intesi?" Stiles annuì tristemente.
"Intesi".
"A dopo, ti amo".
"Ti amo anche io" ebbe modo di ricambiare, prima di ripiombare nel silenzio e nei pensieri.
Passarono le ore, Stiles si mise a letto e pensò che Derek dovesse essersi scordato di chiamarlo, nemmeno rispondeva al telefono.
Che lo avesse annoiato con la sua parlantina? Che fosse caduto nella doccia? Che fosse stato rintracciato dal pizzaiolo e ora stessero lottando?.
Il flusso di pensieri venne interrotto da un ticchettio continuo alla finestra.
Derek Hale stava bussando al vetro della finestra di camera sua!
Gettò le lenzuola senza preoccuparsi di dove finissero, correndo a sollevare il telaio per potersi finalmente riunire al suo compagno."Buona ser-" Stiles gli tappò la bocca con un bacio, tirandoselo contro.
"Piano, piano ragazzino" rise Derek, difronte a quella versione del fidanzato, più simile ad un koala con crisi d'abbandono.
"Sei qui" continuava a ripetere questo, mentre il maggiore si sedeva sul letto, reggendolo ancora tra le braccia.
"Si sono qui. Ho corso per mezza riserva per non farmi scoprire dai posti di blocco" raccontò, baciando a stampo i capelli si Stiles, che nascose il volto nel suo collo.
"Ti amo tanto" fu l'unica frase compiuta che Stiles riuscì a pronunciare, prima di baciare Derek con le forze rimaste.
In quel momento non aveva bisogno di altro se non di Derek e del suo calore: fuori da quella stanza la crisi ed il virus sembravano spariti.
Stiles, trascorsa qualche ora, diede segno di essere assonnato, così il licantropo se li sistemò addosso.
"Sei la mia ancora" stranamente queste parole non provenirono dal mannaro ma bensì dall'umano, cosa che fece sorridere Derek.
"Tu sei la mia. Ora cerca di dormire, domani mattina mi trovi qui".
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So cold ❤️
WerewolfUna raccolta di piccoli e teneri momenti nei quali Stiles soffre per il freddo... Ma non c'è da preoccuparsi, Derek è sempre pronto a proteggere il suo umano preferito