Capitolo ventiquattro

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Non dormì molto quella notte.
Completamente assonnata si vestì e scese, insieme a Ginny ed Hermione. Gli altri stavano già facendo colazione.
Si sedette a tavola, la signora Weasley le mise davanti una grossa ciotola di porridge. In realtà non aveva fame ma si sforzò. 

Era ancora buio fuori e tutti si lamentavano dell'orario.
Tranne Irene, che stava con la testa china, ancora mezza addormentata e non parlava.
Una mano strinse forte la gamba della ragazza
"Dormito bene stanotte? O mi hai pensato troppo" Mormorò Fred interessato.
Lei, istintivamente, prese la mano del ragazzo, la spostò e riuscì a farfugliare "ho sonno! lasciami in pace, non sono abbastanza sveglia per pensare alle tue battute"

Finirono di mangiare in silenzio.
Stavano per partire, quando la signora Weasley notò qualcosa nella tasca di George. Fece un incantesimo di appello, una manciata di Mou Mollelingua finì direttamente nelle mani della donna
"Vi avevamo detto di distruggerle! Vi avevamo detto di eliminarle tutte! Vuotate le tasche, avanti, tutti e due!"
I gemelli erano pieni di caramelle, solo con l'incantesimo di appello la signora Weasley riuscì a trovarle tutte.
Fred era furioso, sua madre stava buttando tutte le loro Mou Mollelingua
"ci abbiamo messo sei mesi a inventarle!"
"Oh gran bel modo di sprecare sei mesi! Non c'è da stupirsi che non abbiate preso più G.U.F.O."  Strillò la madre.
I gemelli, nervosi, presero gli zaini e uscirono di casa, senza salutare la donna. Irene salutò velocemente la signora Weasley e corse dai suoi amici
"Lo so che ora siete arrabbiati... Ma non vi preoccupate, ho ancora le caramelle che mi avete mandato al compleanno, non dovrete ripartire da zero" Cercò di consolarli lei
"Grazie Irene" Rispose gentilmente George, mentre Fred furioso camminava a grandi passi.

La ragazza camminava a fatica nella fredda mattinata. Il cielo era ancora scuro, il signor Weasley stava spiegando loro che avrebbero preso una passaporta. Lei era emozionata, non aveva mai usato quel mezzo di trasporto.
Dopo un tratto di camminata, si ritrovarono all'ingresso del villaggio Ottery St Catchpole, che Irene accidentalmente già aveva visto due giorni prima.
Attraversarono silenziosi il villaggio e si ritrovarono ai piedi di Stoatshead Hill.
La passaporta si trovava lì in cima, quindi dovettero salire per raggiungerla. La salita fu estremamente faticosa per la ragazza, l'aria era gelida e i suoi piedi ormai erano congelati. Una volta arrivata in cima, sentiva un forte dolore al fianco, per lo sforzo.
Quando si fu ripresa completamente, si mise insieme agli altri alla ricerca della passaporta.

Fu distratta da una voce in lontananza. Si avvicinò e vide che c'era Cedric Diggory, insieme ad un uomo adulto, che a giudicare dalla somiglianza con il ragazzo era sicuramente il padre.
"Ciao" Disse Cedric mentre guardava tutti, Irene sorrise e ricambiò il saluto calorosamente.
Mentre i gemelli gli fecero un leggero cenno con la testa.
Poi Cedric presentò la ragazza a suo padre, che gentilmente strinse la mano di Irene.
Il signor Diggory quando scoprì che tra loro ci fosse anche il famoso Harry Potter, iniziò ad esaltarsi e con sguardo fiero menzionò la partita di quidditch, dove suo figlio era riuscito a battere il famosissimo Harry Potter.
Irene lo trovò leggermente irritante, infatti Cedric era imbarazzato, mentre suo padre continuava a menzionare le sue doti. I gemelli avevano un espressione cupa e furiosa, infondo lei sapeva benissimo che erano ancora risentiti per quella amara sconfitta. Harry, invece, fissava il Signor Diggory senza dire una parola.
Quando si accertarono che non sarebbe venuto più nessuno, si avvicinarono tutti attorno ad un vecchio stivale, stavano stretti a causa degli zani gonfi.
"Tre... Due... Uno... " Mormorò il Signor Weasley
E una forza prese Irene per l'ombelico e la tirò in avanti, i suoi piedi non toccavano più a terra, sentiva distintamente Ginny alla sua destra e Fred alla sua sinistra, il suo indice era incollato allo stivale e si sentiva nel pieno di un vortice.

Poi sentì di nuovo la terra sotto i piedi e si ritrovò a terra, con Fred steso sulla sua gamba
"Ahi mi fai male, scendi Fred" Borbottò lei.
Si guardò in torno, stavano tutti a terra tranne il Signor Weasley, il Signor Diggory e Cedric, che barcollava leggermente.
Fred le fece un occhiolino e si alzò a fatica, liberandole la gamba. E poi anche lei fu in piedi, insieme agli altri.
Si ritrovarono in un luogo dall'aspetto deserto, immersi nella nebbia.
Poco lontano da loro c'erano due uomini vestiti in modo bizzarro. Uno aveva un completo di Tweed, con galosce al polpaccio. Mentre l'altro indossava un kilt e un poncho, la ragazza si mise a ridere.
Il Signor Weasley andò a chiedere informazioni e poi fece cenno di seguirlo.
Irene si voltò salutò il Signor Diggory e Cedric, incamminandosi insieme agli altri.
"Perché sei così gentile con quel Diggory? È antipatico" Esclamò George
"Perché è del nostro stesso anno. È della mia stessa casa e lo conosco da sei anni ormai." Dichiarò spontaneamente Irene.
Fred alzò gli occhi al cielo.
"a voi da fastidio solo per via della partita dell'anno scorso, non capisco perché tutto questo rancore... Comunque siete stati voi a vincere la Coppa dopo tutto." Continuò lei.
"Ciò non toglie che io lo trovo decisamente antipatico" Sentenziò Fred.
Dopo venti minuti di camminata nella nebbia, iniziarono ad intravedere qualcosa. C'era una casa di pietra, accanto ad un cancello, e guardando oltre Irene vide centinaia di tende. All'ingresso c'era un uomo, che non era affatto come gli altri, sembrava un vero e proprio babbano, forse l'unico di tutto il campo.
Il Signor Weasley andò a parlare con l'uomo e pagò. Poco dopo entrarono nel campeggio, accompagnati da un signore decisamente stanco, con delle grosse occhiaie scure, che si lamentava di un certo Ludo Bagman. Irene venne a sapere che Ludo Bagman era il Direttore dei Giochi e degli Sport Magici, solo che non era un tipo molto attento allo statuto di segretezza, ma in compenso era un uomo gioioso e un vecchio giocatore, di un importante squadra di quidditch.
Attraversò il campo e attorno a se la ragazza vide molte tende bizzarre, con camini e banderuole, si vedeva lontano un miglio che all'interno ci fossero dei maghi.

La fortuna di essere una SfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora