Capitolo sessantacinque

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"Che ne dici di questo?" Domandò Janice, facendo un giro su se stessa
"Mi piace più quell'altro..." Dichiarò Irene, guardando con disappunto il tailleur grigio che indossava l'amica.
Janice fece una smorfia contrariata
"Se ti piace questo grigio, metti questo e non chiedermi cosa ne penso" Borbottò lei in risposta
"La gonna di quello viola mi da fastidio..." Spiegò la mora.
Irene si portò una mano alla fronte "allora metti questo grigio... Tanto stai bene con qualsiasi cosa" L'amica fece un sorrisetto nervoso "ma poi non dovresti avere una divisa tutta tua? La Gringott non da' le divise a chi lavora in ufficio?"
"Ti ho già detto che non so se mi daranno una divisa" Rispose Janice nervosa "domani è il mio primo giorno... Non so ancora niente"
Irene si alzò con calma "devi stare tranquilla" Disse amorevolmente "andrà tutto bene"
"Facile da dire..." Sentenziò Janice "tu inizierai tra due settimane, per questo sei ancora tranquilla... Voglio proprio vedere cosa farai il giorno prima del tuo corso al San Mungo..."
Lei in risposta fece un sorriso "non stiamo parlando di me, ma di te. Domani è il tuo gran giorno, non il mio" E diede un abbraccio appiccicoso alla mora, che non apprezzò più di tanto.

Erano le cinque e mezza del mattino, il cielo era azzurro anche se il sole non era ancora sorto.
Irene vagava silenziosamente per la cucina, cercando di non fare rumore. Stava preparando una colazione come si deve, voleva fare una sorpresa alla sua amica.
L'odore della crostata di ciliege appena sfornata, riempiva l'aria...
Le salsicce stavano cuocendo lentamente sul gas...
E stava tostando attentamente il pane con la sua bacchetta.
"Cos'è questo profumo?" Chiese Janice, con la voce impastata dal sonno
"Ti ho preparato la colazione" Esclamò Irene fiera, indicando il tavolo davanti a lei.
La mora spalancò gli occhi sorpresa "è tantissima roba... Non riuscirò a mangiare così tanto con tutta l'ansia che ho"
Irene sorrise "tu inizia a mangiare" Spostò la sedia per far sedere l'amica "poi quel che resta non verrà buttato, non preoccuparti"
Janice la ringraziò, si misero a tavola e si godettero l'abbondante colazione.
Poi la mora si preparò e colma di agitazione uscì di casa, per il suo primo giorno alla Gringott.

Irene, ormai rimasta sola, sistemò la cucina.
Decise che più tardi avrebbe impacchettato tutti gli avanzi e li avrebbe portati al negozio dei ragazzi.
Quindi si sedette sulla morbida poltrona, posizionata accanto al divano, per riposare un po' gli occhi.
Si erano trasferite in quell'appartamento da una settimana e ancora non si era abituata del tutto al nuovo ambiente, ma la cosa certa è che adorava quella poltrona.
Infatti era così soffice e morbida, che in men che non si dica si addormentò profondamente.

"IRENEEE"
La ragazza sobbalzò per lo spavento, qualcuno stava urlando il suo nome.
Nel camino, di fronte alla poltrona, una testa volteggiava tra le fiamme.
"Fred dannazione... Mi hai spaventato" Borbottò lei, stropicciandosi gli occhi.
"Volevo sapere cosa stavi facendo" Disse la testa di Fred tra le fiamme.
Lei automaticamente si alzò e si mise seduta davanti al camino, per poter parlare meglio "tra poco sarei venuta in negozio a portarvi la colazione"
Il rosso fece una faccia confusa "ormai è ora di pranzo"
Lei alzò lo sguardo verso il grosso orologio appeso sul camino "cazzo è già mezzogiorno... Mi sono addormentata" Esclamò colpevole.
Lui sorrise divertito "senti vado un attimo a dire una cosa a George. Torno subito" Dichiarò "aspettami qua" E poi sparì nel nulla.
Lei restò dunque seduta davanti al cammino.

Qualche minuto dopo ci fu uno scoppio e qualcosa le finì addosso.
Provò una fitta dolorosa al naso e si ritrovò completamente stesa per terra, schiacciata da qualcosa di pesante.

"Oh cazzo"
Lei aveva gli occhi chiusi, il naso che pulsava e non capiva cosa le era successo...
"Non ho fatto bene i calcoli"
"Ti sono finito addosso"
"Hai la faccia piena di sangue... Che cazzo ho combinato"
La ragazza aprì a fatica gli occhi, una figura indistinta dai capelli rossi, stava su di lei.
"Cosa diavolo è successo" Chiese lamentandosi, portandosi una mano verso il naso.
"Scusami" Disse il ragazzo preoccupato "ho usato la metropolvere e ti ho travolto"
Ora la vista era tornata nitida, il ragazzo che la stava fissando era Fred
"Ti esce il sangue dal naso..." Spiegò il rosso "hai preso una bella ginocchiata"
Lei provò a muovere il naso, ma il dolore la invase e urlò con tutta l'aria che aveva in corpo.
"Non è un buon segno" Bisbigliò il ragazzo preoccupato "probabilmente è rotto"
Doveva assolutamente trovare la bacchetta e fermare quel dolore...
Provò ad alzarsi, ma la testa le divenne pesante, tutto divenne nero e perse i sensi.

La fortuna di essere una SfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora