Capitolo sessantadue

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Con il ritorno di Silente, tutto venne sistemato ad Hogwarts.
La palude sparì in un baleno, anche se il professor Vitous decise di lasciarne un piccolo pezzetto sotto la finestra, dicendo che era un incantesimo davvero eccellente.
La Umbridge era stata ricoverata in infermeria, era ancora sotto shock. L'avventura con i Centauri non l'era piaciuta più di tanto.

"Janice credo proprio che devo andarmene da casa" Disse Irene, durante il banchetto di fine anno "Tu-sai-chi è uscito allo scoperto e io sono una nata babbana, non posso mettere in pericolo i miei genitori"
"Perché tu e i tuoi non andate in Italia? Lì sarete al sicuro"
"Io non andrò in Italia. Io non scapperò" Affermò Irene risoluta "frequenterò il corso da guaritrice e starò vicino alle persone che amo per proteggerle"
"E qual è il tuo piano allora?" Chiese la mora, spaventata
"Mi troverò un appartamento non troppo distante dal San Mungo" Aveva un fastidioso nodo alla gola "così se qualcuno verrà a cercarmi non andrà a casa dei miei"
Janice le poggiò una mano sulla schiena
"Lo prenderemo insieme l'appartamento" Disse con un sorriso "non ti lascio da sola... Diventeremo coinquiline"
L'idea di vivere insieme a Janice non era affatto male, inoltre i suoi genitori sarebbero stati più propensi se non sarebbe andata a vivere completamente da sola.

Dopo il banchetto di fine anno andò a rinchiudersi in stanza, non era in vena di festeggiamenti.
Aveva finito la scuola, stava entrando nel mondo degli adulti e stava per scoppiare una guerra che non avrebbe portato a nulla di buono...
La vita nel mondo magico non era affatto semplice.

La mattina seguente si svegliò presto, chiuse il baule e decise di salutare Hogwarts, dato che non l'avrebbe più rivista.
Girò per tutta la scuola, camminò per ogni corridoio, entrò in tutti i bagni e in tutte le aule...
Per sette lunghi anni Hogwarts era stato il suo posto sicuro, il suo rifugio, l'unico luogo magico a cui avesse accesso...
Lì aveva conosciuto persone fantastiche, aveva imparato tantissime cose e aveva vissuto numerose avventure.
Era triste, non voleva dire addio a quel luogo...

Si ritrovò seduta, sulla sua poltrona preferita, nella Sala Comune Tassorosso a piangere disperata.
"È ora di andare" Affermò Janice, interrompendo il suo pianto.
Lei si alzò, si asciugò le lacrime e uscì per sempre dalla sua Sala Comune, trascinando il grosso baule.
Arrivata davanti al grande portone d'ingresso esclamò "Addio Hogwarts" E scese insieme agli altri, per prendere l'Hogwarts express.

Il viaggio in treno fu tranquillo, non c'erano i gemelli Weasley a rallegrare la situazione, e la notizia sul ritorno di Voldemort aveva incupito tutti.
Passò il tempo a parlare con Janice e Lee, mangiando numerosi dolci, comprati dal carrello della Strega.
Arrivata alla stazione di King's Cross le spuntò un sorriso, avrebbe finalmente rivisto i gemelli, non vedeva l'ora di riabbracciarli, soprattutto Fred.
Scese e si mise a cercare due teste rosse tra la folla.

Non fu difficile individuarli, entrambi i gemelli indossavano una giacca di pelle di drago di un verde accesissimo, che risaltava con il rosso dei loro capelli.
Irene gli corse incontro e li strinse in un abbraccio
"Sembra che non vi vedo da una vita" Esclamò
George le accarezzo la testa rovinandole la coda, mentre Fred si abbassò e le diede un veloce bacio sulle labbra.
Tonks, che stava lì vicino, si mise a ridere rumorosamente.
Irene si staccò da Fred e abbracciò immediatamente la ragazza
"Mi hanno detto che sei stata ricoverata al San Mungo... Ora come stai?"
La ragazza dai capelli rosa ricambiò l'abbraccio e disse "sto bene... Non era nulla di grave"
"Tonks devo dirti una cosa importante..." Bisbigliò lei "appena mi trasferisco ti cerco, così ne parliamo di persona" La ragazza non rispose, si spostò una ciocca di capelli e fece un occhiolino, poi andò a salutare Harry.

"Ti trasferisci?" Domandò Fred "dove vai di bello?"
"Be' non è ancora sicuro..." Farfugliò Irene "devo ancora parlarne con i miei. Ma io e Janice abbiamo intenzione di affittare un appartamento a Londra, abbastanza vicino al San Mungo e alla Gringott"
Il rosso accorciò la distanza che c'era tra loro e le sussurrò in un orecchio "vieni a vivere con me..." Lei lo guardò scioccata "io e George abbiamo un appartamento sopra il nostro negozio, puoi sistemarti là"
"No Fred! Non verrò a vivere con te e il tuo gemello"
"Allora non prenderlo lontano questo appartamento... Che devo venirti a trovare spesso" Dichiarò lui con un ghigno sul volto
"Lo prenderò il più lontano possibile, se queste sono le premesse" Lo provocò lei.
Fred le diede un bacio sulla guancia "non scherzare con me... Che poi te ne pentirai"
Le erano mancate le sue minacce, le sue provocazioni... Aveva lo stomaco sottosopra

La fortuna di essere una SfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora