Capitolo sessantasei

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"Irene metti giù quella scatola!" Le ordinò George, preoccupato.
Lei diede un'occhiata al rosso e una alla scatola, che stava levitando perfettamente sopra le loro teste.
"Non capisco quale sia il problema..." Borbottò, adagiando la scatola a terra con un colpo di bacchetta.
"Il problema è che quelle scatole sono piene di pozioni. E sappiamo benissimo che tu sei abbastanza maldestra"
La ragazza era decisamente offesa, cercava con lo sguardo Fred, con la speranza che lui prendesse le sue difese
"George ha ragione..." Dichiarò Fred, sbucando dietro al gemello "di là ci sono le merendine marinare da sistemare" Aggiunse indicando una pila di pacchi, vicino a degli scaffali vuoti
"Non solo ho deciso di darvi una mano, Nonostante sia agosto e si muoia dal caldo... Ma voi osate addirittura criticarmi?" Aveva le braccia incrociate e fissava i due gemelli con rabbia "non vi meritate il mio aiuto" Sbottò, voltandosi in direzione della porta.
Ma inciampò in qualcosa, cadendo rovinosamente a terra e rovesciando una confezione di strane pozioni viola.
"È questo quello che intendevo" Borbottò George, tirandola su "fortunatamente era una scatola di campioncini quella"
Lei rossa dall'imbarazzo, sussurrò un leggero scusa e si spostò in silenzio nel reparto delle merendine marinare.

Passò delle ore a riempire i grossi scaffali, con le scatole di merendine, senza combinare ulteriori disastri.
Aveva continuato il suo lavoro in silenzio, senza rivolgere nessuna parola ai due, era troppo imbarazzata.

"Come va?" Domandò George all'improvviso, dandole un abbraccio
"Mi dispiace di averti detto quelle cose..." Continuò il rosso "tu lo sai che io ti voglio bene"
Non poteva continuare a tenergli il muso, non ci riusciva proprio, era troppo dolce
"Non ti preoccupare..." Disse, ricambiando l'abbraccio "infondo hai detto la verità... Sono maldestra"
"Ma nonostante tutto sei una buona amica" Aggiunse George, scompigliandole i capelli.
"Un'ottima amica" Lo corresse lei, ridendo.

"Avete finito di scambiarvi smancerie?" Domandò l'altro gemello irritato
"Sei solo invidioso che io preferisco George a te"
"Ah si?" Domandò Fred, piazzandosi davanti ai due.
Aveva la cravatta viola allentata, i primi bottoni della camicia sbottonati e uno sguardo di sfida stampato in faccia.
A quella vista la salivazione di Irene aumentò notevolmente, si morse il labbro inferiore e fissò gli occhi del rosso, che brillavano di una strana luce intensa e profonda
"Qualcosa mi dice che preferisci me" E si leccò le labbra, provocandola.
Lei lo guardava senza parlare, la faccia le stava andando a fuoco e non per il caldo di agosto.
Il rosso le poggiò una mano sulla guancia e si abbassò avvicinandosi...
La ragazza si alzò sulle punte, per andargli incontro e chiuse gli occhi, pronta a ricevere un bacio passionale
"Tu sei pazza di me" Sussurrò Fred, spostandosi con un ghigno soddisfatto. Lasciandola in sospeso, in attesa di un bacio che non sarebbe arrivato.

Irene allontanò il ragazzo, sbuffando
"George è molto più simpatico" E si rimise a sistemare i pacchi, con Fred che rideva divertito.

La merce da sistemare era tantissima, ci vollero tre giorni per finire tutto il lavoro.
I nuovi prodotti erano assurdi, ma i gemelli erano convinti che sarebbero andati a ruba.
Vicino alla cassa era stato posizionato un grosso stand di Marchi Neri Commestibili.
Al lato destro, c'era la linea femminile, una vasca colma di boccette rosa piene del Filtro d'amore Tumistreghi.
Tutta la merce richiesta dal Ministero come gli Accessori Scudo, invece, erano stati posizionati sul retro.

Irene era distrutta, spalancò la porta del suo appartamento, facendo spaventare Janice che era intenta a cucinare.
"Oh finalmente sei ritornata" Esclamò la mora, brandendo un cucchiaio di legno "sei sparita per tre giorni, stavo per allertare le autorità"
Irene rise divertita "lo sai benissimo che stavo con i gemelli al negozio" Prese una forchetta, con l'intento di assaggiare quello che l'amica stava cucinando con tanta cura
"Posa la forchetta!" Sbraitò la mora "apparecchia la tavola!"
"Agli ordini capo" Dichiarò Irene, scattando sugli attenti, scatenando una risata incontrollata in Janice.
"Comunque ti sono arrivate un paio di lettere in questi giorni" Aggiunse l'amica, indicando il mobile all'ingresso.
Finì di sistemare le posate ed andò a controllare la posta.
Tra le varie buste ce n'era una che attendeva da tempo, aveva un sigillo giallo acceso.

La fortuna di essere una SfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora