Capitolo settantotto

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"Francine, devi andare a prendere l'ordinazione del tavolo quattro"
Irene, senza alcuna esitazione, prese il piccolo blocknotes nella tasca del suo grembiule e si avviò al tavolo vicino alla finestra, dove una coppia controllava il menù con perizia.
Erano passati quattro mesi, da quando aveva iniziato a lavorare in quella piccola tavola calda, sotto mentite spoglie, ormai si era abituata al nuovo nome e rispondeva immediatamente.

"Posso consigliarvi il piatto del giorno?" Chiese ai due, con un sorriso cordiale
"Certo" Rispose la ragazza, stringendo la mano del fidanzato che era seduto di fronte a lei.
A quella vista Irene ebbe un sussulto, stava pensando a Fred e a quanto sentiva la sua mancanza.
Ma non poteva farsi prendere dalla nostalgia
"Il piatto del giorno è una zuppa a base di porri e patate"
La ragazza fece una leggera smorfia di disgusto, mentre il fidanzato sembrava interessato
"Io prendo il piatto del giorno" Esclamò, infatti, il ragazzo poco dopo
"Io invece un fish and chips" Aggiunse la ragazza con un sorriso.
Irene prese le ordinazioni e si avviò verso la cucina.

Dopo aver servito la giovane coppia, si mise seduta dietro al bancone.
Era un freddo lunedì di dicembre e il locale era quasi del tutto vuoto.
Era lì immobile, con la testa fra le mani, a ripensare a com'era finita a lavorare in una tavola calda...
Dopo aver abbandonato il suo appartamento per sempre, si mise a camminare senza sosta.
Camminò a lungo, per ore, finché non sentì i piedi stanchi e le gambe doloranti. Era capitata in una parte di Londra che non conosceva. In quella lunga via piena di graziosi negozi, c'era un grosso teatro che attirò la sua attenzione e subito dietro l'angolo una piccola tavola calda, con l'insegna consumata dal tempo. Decise quindi di fermarsi ed entrò proprio dentro la piccola tavola calda. Non era di certo un locale nuovo, si percepiva l'odore degli anni 70 nell'aria, e ciò le fece sfuggire un piccolo sorriso.
Sul bancone, accanto alla cassa, c'era un cartello bianco con una grossa scritta rossa, che recitava

CERCASI PERSONALE PER SERVIRE AI TAVOLI

Lei lo prese come un segno del destino, anche se non credeva a queste cose, e si propose immediatamente.
Fortunatamente, la titolare, una gentile signora di mezz'età, non le fece molte domande e riuscì ad ottennere subito il posto.

Non usava la magia da quel giorno, all'inizio fu molto complicato, ma ora era tutto così normale per lei, che stava quasi dimenticando com'era la sua vita prima.
Le sue giornate avevano sempre lo stesso ritmo, lavorava dalle sei fino alla chiusura, tutti i giorni tranne la domenica.
Aveva deciso quei turni estenuanti per tenere la mente occupata e per stare il più lontano possibile dal piccolo monolocale dove viveva.
Era un angusto monolocale a piano terra, di un palazzo fatiscente, distante poche centinaia di metri dal suo nuovo posto di lavoro.
Quel luogo le metteva una tristezza assurda, non aveva nulla a che fare con il suo vecchio appartamento. Ed inoltre il padrone di casa non aveva un aspetto rassicurante, era sempre estremamente burbero ed ogni giorno la guardava con sospetto, come se riuscisse a percepire la sua natura diversa.
Ma tutto passava in secondo piano, lei sapeva perché sopportava tutto questo, lo faceva per proteggere le persone a cui voleva bene.
Era lei ad essere in pericolo non loro.
E così doveva continuare ad essere.

Nonostante i numerosi sforzi per tenersi lontana dal mondo magico, comunque continuava ad avere notizie da questo.
Giorni prima, aveva intercettato una strega e seguendola aveva scoperto che Harry Potter ormai era ricercato, come se fosse un vero e proprio criminale.
Al Ministero lo chiamavano L'Indiserabile numero uno.
Era pura follia questa, ma ciò fece capire ad Irene che le sue previsioni erano esatte, Voldemort aveva preso il comando del Ministero.
Confermandole che la sua era stata una giusta decisione.

La fortuna di essere una SfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora