Capitolo quarantasei

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⚠AVVERTENZE ⚠
🔴In questo capitolo ci sono parti che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno
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Le giornate seguenti furono faticose, stavano pulendo il grosso salone al terzo piano, le tende e i tappeti erano infestati di doxy, era un lavoraccio.
La signora Weasley voleva tenerli occupati il più possibile.
Quindi Irene passava tutto il giorno a pulire e ogni sera, prima di andare a dormire, provava l'efficacia delle merendine marinare, insieme ai gemelli.

Una sera, stava controllando gli effetti del torrone sanguinolento su George, mentre Fred sonnecchiava tranquillo nel suo letto.
Quando George si fu ripreso completamente, pensarono di fare un piccolo scherzo innocente a Fred.
Irene prese penna e calamaio ed iniziò a fare dei disegnini sul volto del ragazzo.
Una volta finito, osservò soddisfatta la sua opera d'arte, diede la buonanotte a George ed andò a dormire anche lei.

La mattina seguente, scese in cucina per la colazione.
Stava seduta al tavolo, quando Fred fece il suo ingresso, tutti nella cucina si misero a ridere.
"Buongiorno Fred! Bel fiorellino..." Disse Sirius, ridendo rumorosamente.
Il ragazzo era veramente molto confuso.
"Una vera opera d'arte!" Aggiunse Ginny, soffocando le risate.
Irene guardava il suo piatto, evitava il contatto visivo, non voleva essere scoperta.
Fred allora prese un cucchiaio e vide il suo riflesso nella posata.
"Ho tutta la faccia disegnata!" Esclamò arrabbiato "chi è stato?"
Lei continuava a fissare il piatto
"Sei stata tu, Irene!" Disse furioso il rosso, puntandole il dito contro
"Non è vero! Non sono stata io"
"Invece si, sei una bugiarda..." Continuò lui
"Menonale che non ha visto cosa ha sulla fronte" Bisbigliò Ron ad Harry.
Fred controllò, di nuovo, il suo riflesso
"Mi hai scritto stupido sulla fronte?"
"Non dare la colpa a me... Io non ho fatto niente" Dichiarò Irene, trattenendo le risate
"Hai diciassette anni, dovresti essere matura alla tua età" Disse il rosso scocciato
"E tu alla tua età non dovresti avere i disegnini sulla faccia... eppure eccoli qua" Rispose lei, puntando il dito.
"Io ti uccido!" Sbottò lui
"Prima dovrai prendermi" Disse Irene, correndo fuori dalla cucina.
Arrivò nella sua stanza e si chiuse dentro, Fred batteva forte sulla porta.
"Fammi entrare se hai il coraggio!" Urlava, ovviamente lei non avrebbe aperto, quella tecnica con lei non funzionava.

Dopo poco, ci fu uno scoppio, seguito da una risata. Il ragazzo si era materializzato nella sua stanza e stava alle sue spalle.
"Maledizione!" Farfugliò lei, si voltò, puntò la bacchetta "pietrificus totalus" Il rosso cadde a terra immobile, era riuscita a pietrificarlo.
"Quasi quasi ti ruberei un altro bacio a tradimento..." Sussurrò Irene, avvicinandosi al volto del ragazzo "ma credo che sia più divertente lasciarti qui immobile" Scavalcò il corpo ed uscì fuori, tra i mugugni disperati del ragazzo.

Irene rimase sull'attenti tutto il giorno, sapeva che Fred si sarebbe vendicato e quindi era spavenatata.
Ad ogni singolo rumore sobbalzava.
Ma non successe nulla, anzi lui le stava lontano, come se la stesse evitando.
I giorni passarono ed Irene era ancora incolume. Ciò la rendeva nervosa, perché sapeva che c'era sempre quiete prima della tempesta.

La mattina del processo ad Harry erano tutti agitati, a Grimmauld Place.
Quindi, per evitare i brutti pensieri, si dedicarono alle pulizie intensive.
La ragazza stava svuotando un grosso armadio, quando qualcuno le sfilò la bacchetta, dalla tasca, spingendola dentro l'armadio.
"Vendetta è stata fatta!" Disse Fred, con una voce spaventosa "goditi il soggiorno, amica mia"
La ragazza batteva forte sulle ante dell'armadio, per farsi liberare.
"Ti prego fammi uscire... Non è divertente!"
Nessuno rispose
"Lo so che stai la fuori! Sento il tuo respiro"
Continuava a battere forte i pugni
"Qua dentro puzza e qualcuno mi sta mordendo"
Niente nessuna reazione, avrebbe dovuto ricorrere alle maniere forti
"Aiuto non respiro... Mi manca l'aria" Mormorò, prima di accasciarsi rumorosamente, sul fondo dell'armadio.
Poco dopo le ante si aprirono, un Fred bianco dallo spavento si affacciò nell'armadio.
Lei allora rotolò fuori, scattando in piedi
"Ci sei cascato! Brutto idiota"
"Guarda che ho ancora la tua bacchetta" Rispose lui, mentre riprendeva colore
"Ma almeno sono liberaaaa"

La fortuna di essere una SfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora