Epilogo

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2 maggio 2008

Nella stanza più grande, di una graziosa villa in campagna, Irene era intenta a specchiarsi.
Era il terzo vestito che provava, e nemmeno questo la convinceva appieno.
In nessuno di quegli abiti riusciva a sentirsi a suo agio.
Si tolse il vestito esasperata, laciandolo in aria.

Eccola la, quello era il suo problema più grande.
Passò delicatamente le dita sopra la vistosa cicatrice, sotto la clavicola.
Nonostante i numerosi trattamenti, non si era mai rimarginata del tutto.
Quello era il dono che Fenrir Greyback le aveva lasciato...

Lei era lì, quando il Ministero decise di condannarlo e rinchiuderlo ad Azkaban.
Fu un giorno colmo di soddisfazione per lei, perché la giustizia aveva fatto il suo corso.

Abbassò lo sguardo sul suo polso ed aggiustò il braccialetto d'argento pieno di ciondoli, che portava sempre con se. Ripensando, con nostalgia, alla persona che glielo aveva regalato anni prima.

"Tonks ha mandato un'altra lettera"
La porta si spalancò
"Hanno deciso di prolungare il viaggio, Remus è rimasto incantato dalla Francia" Spiegò il rosso, porgendole la pergamena.
In fondo a tutto, la sua amica aveva incollato una foto, c'erano Tonks e Remus che si baciavano sotto la torre Eiffel e il piccolo Teddy che faceva una smorfia di disgusto.

"Perché non sei ancora vestita?" Domandò, osservandola dalla testa ai piedi "non vorrai arrivare in ritardo?"
Lei guardò l'uomo negli occhi, nei profondi ed incoraggianti occhi nocciola
"Non so che mettere"
"Tanto lo sappiamo che qualsiasi cosa metterai, sarai sempre stupenda"
Lei sorrise imbarazzata, anche dopo tutto quel tempo continuava ad adularla, come era solito fare da giovani.

Poi inaspettatamente allungò la mano, poggiandola proprio sopra la cicatrice della donna
"E questa qui ti rende speciale. Ricordalo" Aggiunse, accarezzandola "mostra a tutti il tuo coraggio"
Irene prese il volto dell'uomo e lo baciò, lo amava con tutta se stessa.
Lui c'era sempre stato per lei, e continuava ad esserci giorno dopo giorno.

"Ti rendi conto che sono passati già dieci anni?" Chiese la donna, frugando tra i cassetti, alla ricerca del tubino nero che aveva comprato il mese prima
"Per favore... smettila di ricordarmi che sto invecchiando"
Lei rise divertita, aveva trent'anni e già si sentiva vecchio e malandato
"Ti amo anche se sei vecchio, Fred" E posò un altro bacio sulle labbra del marito
"Ma tu sai benissimo che io stavo parlando della Battaglia di Hogwarts"
Lo sguardo del rosso s'incupì, sapeva che effetto provocava in lei quel giorno.

Ogni anniversario era sempre più duro per tutti loro...

"Dopo la festa andremo al cimitero a trovarla" Dichiarò Fred, abbracciando sua moglie.
Lei si commosse e lasciò che alcune lacrime cadessero libere, non poteva fare a meno di pensare alla sua migliore amica e a quanto avrebbe voluto che fosse ancora lì con lei.

Si asgiugò le lacrime con il dorso della mano e fece un sorriso raggiante
"Hai controllato se la piccola è pronta?" Chiese, infilandosi lo stretto tubino.
"Ovviamente non è pronta" Sbuffò il rosso "è proprio uguale alla madre"
Irene lo fulminò con lo sguardo
"Sappiamo benissimo, entrambi, perché non è ancora pronta" Dichiarò infastidita "starà sicuramente escogitando qualche stupido scherzo da fare ai suoi cugini"
Fred sorrise compiaciuto
"Non è divertente" Lo richiamò la donna "un giorno di questo si faranno male seriamente"

Un forte tonfo provenì da fuori la porta, i due si guardarono preoccupati
"Scimmietta, tutto bene?" Domandò l'uomo
"Si, non è successo niente" Rispose la bambina, con una voce acuta
"Tocca a te controllare" Disse la donna, puntando il dito contro l'uomo "Ieri quando si  è lanciata dal melo me ne sono occupata io"
Fred sorrise e corse nel corridoio a controllare la bambina.

La fortuna di essere una SfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora