Non il classico bad boy Parte 1/2

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Avviso ⚠️❤️
Ciao bad girl's volevo precisare che questo capitolo sarà diviso in due parti e spiegherò cosa successe la notte della presunta morte di Jil. Ovviamente, il capitolo precedente è finito che lo dovevano raccontare a Julian, ma quello che state leggendo, non c'entra nulla con la fine del capitolo antecedente. Mi spiego meglio: questi due capitoli servono per spiegare al lettore ciò che successe e una volta finiti, troveremo un Julian che ovviamente sarà stato già informato di quella notte, ma gli verrà raccontato in modo molto più semplice e sbrigativo. Perché non penso che a Julian farebbe piacere sapere alcuni pensieri e.. 🙄OK, la smetto!! 😁😁
Detto ciò, buona lettura ❤️

«Tranquillo, se hai lo scrupolo che possa odiarti è impossibile. Ti ho amato troppo per poterti odiare.» dico senza vergognarmene. «Spara.» apro le braccia sotto il suo sguardo freddo, ma che nasconde altro.

Tutto quello che vedo prima di chiudere gli occhi è Blake che punta la pistola verso di me, sento lo scatto della sicura venir meno.
Goccioline di sudore imperlano il mio viso, flashback di mio padre passano nella mente; lui non ha avuto nemmeno il tempo di pensare quella mattina poiché successe tutto in un istante. E ora sembra che io mi stia prendendo tutto il tempo del mondo ed è così angosciante.

Sento dei passi e poi di nuovo la canna della pistola sul petto. Si è deciso. Lui ha sempre voluto questo.
Una lacrima scende. Non ho paura e so per certo che i miei fratelli se la sapranno cavare anche senza di me.
Mi spiace non aver mantenuto la promessa fatta a Ben, quella di festeggiare insieme.
Mi spiace che la Julliard sia diventato un sogno infranto.
Mi spiace per Carson e per non aver mantenuto fede alla parola data.
Mi spiace per me, per non aver vissuto a pieno questa vita.
Però tra poco rivedrò il mio papà e finalmente potremmo stare insieme per sempre.
Sta avvenendo ora, l'eclissi.
Il cielo si sta oscurando, le stelle non faranno più luce e la luna avrà coperto il sole, per sempre.

Apro gli occhi e noto che non è successo ancora nulla. Ma cosa gli prende? Controlla l'orologio in continuazione e quando fa l'ennesimo bip, sospira, passandosi il polso sulla fronte per levare le tracce di sudore che imperlava la sua pelle perfetta.

«Ascolta, abbiamo solo cinque minuti e in questo poco tempo dovrai ascoltare attentamente ciò che ho da dire, senza interrompere e senza fare milioni di domande. Sì o no, sono le risposte che voglio sentire. Ok?» resto sbigottita dal suo parlare in modo così veloce e in queste situazioni il suo accento inglese ha la meglio su quello americano.

«Io non ti sto capendo.» mi prendo la testa tra le mani, sono confusa e l'angoscia sale.

«Sì o no? » domanda serio e sembra quasi sull'orlo di perdere il controllo. Per non prolungare oltre questa farsa, annuisco, perché sono troppo stanca e vorrei solo che questa storia finisca presto.

«Io non sto facendo nessun doppio gioco con te, ma lo sto facendo con quel che si può definire la mia famiglia. Il perché te lo spiegherò in un secondo momento. Il punto è che in qualsiasi modo noi agiremo, loro ci faranno sempre scacco matto e questo porterebbe in ogni modo alla tua morte. Ma noi dobbiamo giocare d'astuzia.» fa una breve pausa per riprendere fiato.
«Poco fa quando mi hai chiesto di spararti mi è parso tutto chiaro. Dobbiamo inscenare la tua morte.»

«Mi spieghi perché parli così velocemente?»

«La casa è piena di microfoni e, grazie a Omar, abbiamo cinque minuti di tempo per poter parlare ogni volta in modo che loro non ci sentano.» sgrano gli occhi. «Allora hanno sentito la mia telefonata prima? Dannazione.» metto le mani tra i capelli, scendo dal letto iniziando a fare su e giù per la stanza.

«Per fortuna no. Eri dentro i cinque minuti.»  mi fa sapere, ma la mia mente sta pensando nuovamente ad altro.

«Quindi dovrai dire a Victor che tu mi hai uccisa?» domando un po' confusa, lui annuisce, però dalla sua sua faccia presumo ci sia un ma gigantesco.

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