«Tesoro lo sai che ti farà bene prendere un po' d'aria. Hai bisogno di un po' di svago, magari vai prima da Ben e poi corri qui a prepararti.» ascoltai mia madre attentamente, pensando alle sue parole, sospirai.
Uno dei miei soliti sospiri pieni di tante sensazioni che provavo e che, non riuscivo in nessun modo a liberare.
«E va bene.» dissi, con poca voce.
Mia madre mi sorrise, si avvicinò al letto lasciando un dolce bacio sulla guancia. Quel gesto mi fece ricordare che non ero sola. Io avevo sempre avuto loro, la mia famiglia.
Poco dopo mi alzai, infilai il cappotto a fiori e uscii di casa. Avevo diverse ore a disposizione, il modo migliore per trascorrerle era da Ben. Il vento soffiava sul mio viso, la mia vista diventò appannata ed io avevo sempre odiato il vento.
Misi le cuffiette e la canzone dei Bullet for my valentine tuonava prepotente nelle mie orecchie, mi bastò sentire quello per farmi restare un po' più sicura. La musica mi aveva sempre aiutata.
Durante il tragitto sentivo come se qualcuno mi seguisse, mi fermai di colpo e vidi nuovamente quella figura. Il mio corpo si irrigidì subito, il cuore martellava in petto ed io mi ero ripetuta di restare calma.
Respira Jil...
Presi coraggio, andai verso quella persona che indossava una specie di passamontagna e non sapevo se fosse una donna o un uomo.
Nella mia mente diverse ipotesi presero forma. Erin o Evan. Forse era uno di loro due.Ma l'unico modo per scoprirlo era quello di affrontare la realtà faccia a faccia. Non fece un passo, eppure aveva visto che stavo andando verso la sua direzione. Vidi un ghigno e poi tolse una pistola dalla tasca dalla felpa nera.
Non c'era nessuno in quella via, solo alberi spogli. Il vento che fischiava aveva preso il posto dei Bullet for my Valentine nelle mie orecchie.
Arrestai il passo di colpo, indietreggiai e iniziai a correre. Mi stava inseguendo e poi sentii uno sparo che mi fece carrucolare di lato. Caddi a terra, ormai ero spacciata.
Era ad un passo da me, la pistola puntata contro la mia testa e poi si inginocchiò. Mi spostò i capelli con l'arma e capii subito che si trattava di un uomo. Trasalii appena sentii la sua voce alle orecchie, stava sussurrando qualcosa.
«Devi imparare a difenderti dal male. Quando lui farà la sua mossa, tu devi essere un passo avanti a lui. Devi saperlo ingannare.» sussurrò, non sapevo di cosa stesse parlando. Prima i bigliettini, poi la conversazione tra Erin e Evan, poi quell'incontro che mi aveva mandata letteralmente in panico.
Il mio corpo tremava sotto la carezza che aveva lasciato il tizio misterioso, senza aggiungere altro, andò via.
Mi alzai da terra, le lacrime facevano a gara per chi dovesse spegnersi per prima sulle mie labbra. E poi vidi finalmente l'insegna luminosa, quella di Ben.
Era fuori che fumava la sua solita sigaretta, in mano il telefono e sul viso un sorriso vero a farmi capire che stava parlando con Zoe, la sua ragazza.
«Ciao Ben.» ero ancora scossa per quanto era successo. Il mio amico alzò il capo, forse avevo il viso in condizioni pessime e probabilmente gli occhi erano arrossati e gonfi.
«Piccola Jil, cosa succede?» latrò guardandomi dritto negli occhi.
«Oh, niente. Un branco di cani mi stava inseguendo.» mentii spudoratamente, non volevo far preoccupare nessuno.
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Non il Classico Bad Boy
RomanceJilian è una ragazza particolare e con una vita difficile, a causa anche dei suoi continui attacchi di panico. Vive nella sua bolla fino a quando, un giorno, non scoppierà e alla sua porta busserà Evan Blake. Un ragazzo da cui dovrebbe tenersi lonta...