Somebody to love

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«La dovresti prendere più alta questa nota.» dice Ben posizionandosi al mio lato.

«Till the tear run down from my eyes Lord...»

«Ecco così. Sprigiona la stessa energia di Freddy.» continua Ben, ma non lo sento più, poiché sono troppo coinvolta con il pezzo. Sento la chitarra suonata da uno dei ragazzi, le ragazze del coro che accompagnano la mia voce e poi ci sono io che canto con tutta me stessa, suonando questo meraviglioso pianoforte.

«...Find me sombody to love.» ed è qui che sprigiono la vera me. E canto come non ho mai fatto. Questo pezzo mi ha sempre coinvolto tanto e forse oggi ho superato me stessa.

«Oh mio Dio!! Cazzo Jil, hai spaccato.» asserisce Ben nuovamente dandomi una pacca sulla spalla. Divento rossa in viso, non mi piace molto questo genere di linguaggio, ma con i miei fratelli ci sono abituata alla fine. Gli sorrido per ringraziarlo e poi mi appresto nel prendere il mio quaderno dove annoto ogni singola canzone, ma revisionate a modo mio. Mi soffermo nel guardarlo, lo trovai davanti la porta della mia camera, a terra, con un fiocchetto rosso sopra. Un biglietto spuntava con il suo candido colore.

«Sei rara, Jil» c'era scritto sopra. La scrittura di papà spiccava su quel foglietto immacolato.

Non c'è più nessun centimetro vuoto per poter scriverci sopra. Ho annotato tutti i pezzi che da bambina cantavo con il mio papà. Mi si stringe un nodo in gola, pensando a lui. Ho paura che nasconda qualcosa ed è evidente che è così e, il pezzo che mi sfugge è: a cosa stava lavorando di così importante? Chissà se la mamma ne sa qualcosa di tutti questi segreti.
A proposito di questo, ero passata pure dal Champion's, prima di venire, ma di Julian nessuna traccia. Connie ha detto che non lo vede da quella volta che c'ero pure io. Mi chiedo che fine avrà fatto.

«Ma tu non avevi trovato lavoro?» mi fa Ben.

«Hai detto bene. L'avevo.» dico abbassando lo sguardo delusa. Forse era meglio se mi facevo gli affari miei quel giorno. Non so più cosa fare.

«Dai piccola Jil. Una ragazza come te troverà sicuramente qualcos'altro. Ma ti do un consiglio...» continua Ben mentre armeggia con alcuni strumenti.

«... cambia il tuo outfit. Non prenderla come un'offesa. Queste gonne larghe e quei jeans non sono adatti a te. Dici di essere Rock, ma non lo fai vedere. Fai vedere la vera te. So che da qualche parte si nasconde una leonessa.» a questo punto non so più cosa dire. Non mi è mai importato cosa pensa la gente sul mio carattere abbastanza chiuso e sul mio modo di vestirmi. Ho preferito sempre vestiti di taglie più grandi, vestiti che nessuna ragazza della mia età oserebbe mettere. Una volta Ray, ha detto che mi vesto come una vecchia e forse per questo stesso motivo a scuola non avevo amici. Si vergognavano di me. L'ho sempre saputo.

«Io... ci si vede dopo Ben.» cerco di ribattere, ma alla fine mi limito a salutarlo. Non ha torto, ma io devo piacere a me stessa e non a gli altri.

«Non volevo offenderti.» e si avvicina a me Ben. Mi prende dal braccio e sento il suo sguardo che mi scruta insistente. Resto un attimo a fissare la sua mano che stringe delicatamente il mio polso e poi sposto lo sguardo su di lui.

«Ti voglio bene Jil. Lo sai.»

«Lo dico per te. Sei una ragazza meravigliosa, ma non lasciare che la tua timidezza e le tue paure vincano su tutto il resto.» annuisco solamente con un lieve sorriso che spunta sul mio viso. «A dopo Ben.» Non aggiungo nient'altro e mi appresto a mettere le mie cose nella valigetta.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora