Il divano in pelle bianca è davvero comodo, l'ho constatato da circa mezz'ora, guardando tutti gli altri ballare e divertirsi, mentre io sto qui come una stupida a fissarli. Tra l'altro non so che fine abbia fatto Julian.
Se ripenso a lui, mi viene subito in mente la scena di poco fa.Lui dopo tutto questo tempo, nutre speranza per noi.
Mi levo la maschera, l'elastico mi fa male all'orecchio e sento dolore anche ai lati del naso, spero non sia rimasto il segno. Questa è una delle ragioni per cui odio gli occhiali da vista. Tra l'altro non so perché Evan avesse in casa anche delle lenti a contatto, ma qualcosa mi dice che le abbia comperate a posta per me, ha pensato davvero a tutto. E non voglio nemmeno pensare a come sia risalito ai miei dati personali, per sapere i gradi che mi mancano.
Comunque, questo suo lato da ragazzo premuroso annebbia un po' i miei pensieri.«Rimettila subito.» parli del diavolo e sputano le...
«Muoviti!!» ma che problemi ha? Lo guardo incredula, alzando le spalle e corrugando la fronte.
«Qui non ci si può fidare di tutti. Non siamo solo noi che cerchiamo la cura. Tutti sanno che tu sei la chiave.» faccio come dice e mi guardo un po' in giro, mi sento tesa, Blake non deve accorgersene.
Ma poi che cosa dovrà mai fare Julian?
«Ti vedo strana. Tutto ok?» mi giro di colpo, fingendo un sorriso e annuendo. Cosa potrei fare per ingannare il tempo?
«Balliamo!?» domando di botto con una risatina, sembro avere qualche demenza, il nervoso mi provoca anche questo. Cavolo....
«Cosa?» ripete come se avessi detto qualcosa di strano. Se gli avessi chiesto: - Ti va di uccidere qualcuno?- l'avrebbe presa con più serietà la domanda.
«Hai capito. Non farmi essere ripetitiva.» mi alzo porgendo la mano, e lo so, dovrebbe essere il contrario, ma a me frega poco e quindi al diavolo le buone maniere.
L'afferra, ma veniamo interrotti da una tipa con un tatuaggio che le ricopre tutto il braccio. Un serpente con delle rose, il resto non si capisce bene. Si avvinghia a Evan, frapponendosi tra noi, spezzando quel legame che si era creato, ovvero, la mia mano nella sua.
Come se non bastasse, la tipa in questione, agguanta la mia; vorrei replicare, ma sento qualcosa nella mia mano, così la ritraggo subito.
Alzo lo sguardo sulla ragazza alquanto ambigua, notando che pian piano si allontana con Blake. Quest'ultimo, si volta e mima con le labbra delle scuse. Fottiti.Mi risiedo e ansiosa guardo la mano, all'interno un post-it, leggo.
"Penso io a Blake. Tu corri da Julian. Ha bisogno di te ai piani di sotto."
Il cuore mi salta in gola.
Avrei dovuto pensarci io a Blake, invece mi sono lasciata trasportare da quel senso di abbandono e di non fare nulla.
Mi alzo e senza destare troppi sospetti esco da questa stanza enorme per andare da Jul.«Eccoti.» dico, vedendolo armeggiare con l'allarme della porta che io avevo fatto suonare la notte scorsa. Solo che io l'avevo trovata già aperta, ma con l'allarme attivo per mia sfortuna.
«Questi uomini sono...» mi giro e indico i tre corpi stesi a terra.
«Morti? Non è una parolaccia.» ridacchia Julian, qualche gocciolina di sudore gli bagna la fronte, poi contrae la mascella.
STAI LEGGENDO
Non il Classico Bad Boy
RomanceJilian è una ragazza particolare e con una vita difficile, a causa anche dei suoi continui attacchi di panico. Vive nella sua bolla fino a quando, un giorno, non scoppierà e alla sua porta busserà Evan Blake. Un ragazzo da cui dovrebbe tenersi lonta...