Sono Asher

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Quando Blake è entrato dentro, probabilmente a rimorchiare, mi sono sentita più sola che mai.
Se ripenso alle sue parole, sembra che in fin dei conti un'anima anche lui ce l'abbia e che in qualche modo nutre un legame verso di me. Ovviamente che non è paragonabile a ciò che io provo per lui.

Venire a conoscenza dei suoi pensieri è stato rivoluzionario. Evan non vuole il fratello al mio fianco, perché non lo reputa degno. Però il problema non sorge se dovesse vedermi con un altro. Questo gli starebbe bene.

Sospiro.

L'aria che respiro inizia a diventare più fredda, forse dovrei entrare e godermi questa festa. Dopotutto, ho insistito io purché si facesse, quindi mi sembrerebbe giusto presentarmi dentro, indossando un enorme sorriso e far finta che tutto vada bene.

Invece continuo a crogiolarmi nella mia più totale disperazione; ed è chiaro che le parole di Evan hanno lasciato tracce profonde.

Forse ha ragione ed io sono l'unica stupida ancora a non averlo capito. La mia mente continua a vagare, un pensiero dopo l'altro mi logorano e irrimediabilmente penso a Julian. Beh, cavolo! Lui mi ha spezzata letteralmente stasera.

Si comporta come un bambino. E questa è la seconda volta che fa così. Per vendicarsi va con altre ragazze, pietoso.

«Non pensare così tanto, altrimenti potresti sciuparti.» dice Caleb con un sorriso in viso. Mi volto di scatto e ammetto di essermi spaventa.

«È difficile farlo.»

«È difficile se cerchi di cambiare ciò che non puoi.» lo guardo ancora e alcune ciocche di capelli mi ricadono davanti, solleticando le ginocchia. Li sposto dietro la schiena e afferro poi la mano a mio fratello.

«Sei così saggio. Ti invidio.» ed è vero. Credo che tra tutti noi, sia quello più coscienzioso e riesce a trovare un equilibrio con tutto. Credo che questo suo lato l'abbia ereditato da papà.

«Ti sottovaluti Jil. Se siamo qui e grazie a te. Stai per smascherare una famiglia di assassini, così finalmente coloro che ne sono state vittime potranno trovare la giusta pace.»

«Sì, però... insomma.» le parole non riesco a farle uscire che subito un dolorosissimo nodo in gola sopraggiunge.

«Si tratta di Evan e Julian, vero?» annuisco e in questo frangente alcuni ragazzi escono fuori. Scendono le scale e si spostano verso la scultura che mi aveva rapita il primo giorno in cui ho messo piede qui dentro.

«Sei cotta, eh?» annuisco ancora.

«Beh, mi avrebbe confortato di più sapere che al tuo fianco ci sia stata una persona diversa da loro, ma se uno di loro ti rende felice, allora dovresti rischiare.»

«Sì, ma non capisco chi dei due io ami di più. Sono coinvolta con entrambi e questo mi provoca un forte dolore qui.» indico il mio petto all'altezza dello sterno. Mio fratello allunga un braccio per tirarmi a sé, sento il suo calore e questo mi da un po' di sollievo.

«Fidati, il tuo cuore ha già scelto. Ora tocca alla mente accettare.» proferisce, baciandomi poi sulla testa. Sorrido e con la mano destra stringo la sua.

«Ti stai perdendo la festa. Dai entriamo.» mi stacco da lui che già si è alzato e allunga la mano in modo tale da aiutarmi a sollevarmi dagli scalini.

«Inizia ad entrare. Arrivo tra poco.» gli comunico e quando mi accerto che sia entrato, mando subito un messaggio a Reed.

Non posso muovermi! Mi tengono sotto controllo.

Invio il messaggio e so per certo che i ragazzi mi tengano d'occhio. La risposta di Reed arriva subito.

Me ne occuperò io. Domani ti farò sapere.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora