Ti ho amato troppo per poterti odiare

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Lo-Fang
[You're the one that i want]
Questa è la canzone che mi ha aiutato a scrivere il capitolo.
❤️❤️❤️

Sono distante da Blake. Quel poco che basta per ridurre quella tensione che ho cercato di scacciare durante l'arco della giornata in compagnia di Asher.
Ma so che tra qualche minuto, tutto questo, sarà valso a niente e che me lo ritroverò tra i piedi. Perché Blake è questo. Ama giocare e distruggere fino a quando non sarà lui stesso a porre fine.

Nel frattempo riprendo un po' di fiato e dopo entro dentro l'università.
C'è un sacco di gente in giro e la prima cosa che noto è un gruppo di ragazzi che montano dei cavalletti per poi posare sopra delle tele con alcuni disegni che lasciano senza parole.

«Votaci perché il corso d'arte è il migliore.» fa una ragazza, porgendomi una brochure.

«Ehm, certo!» dico con una mano posta nella tasca posteriore della salopette, ma la tipa sta ripetendo già le stesse parole a tutti coloro che varcano l'ingresso.

Do una piccola sbirciatina all'opuscolo datomi poc'anzi e in parole povere, racconta un po' ciò che fanno e in particolar modo ci sono delle dichiarazioni da parte degli studenti e studentesse modello.

«Quelli del corso d'arte sono snob.» alzo gli occhi al cielo dopo al piccolo spavento, dato che ero concentrata a leggere.

«Senti chi parla...» mormoro.

«Io non sono snob. Non c'è bisogno che mi vanto. La mia fama mi precede.»

«Quale fama Blake? Quella da bravo ragazzo che fingi qui all'università e davanti a tanta altra gente, oppure quella da assassino?» sembra colpito dalle mie parole, ma so che è solo un abile tattica che usa per farmi cascare ai suoi piedi; però basta poco che il suo sguardo e il suo viso assumono un'aria dura e distaccata.

«Ti sei dimenticata quella che uso per portarmi a letto delle sciocche ragazzine come te.» ormai non faccio più caso alle sue cattiverie. Anzi, ormai niente può battere quello che i miei occhi hanno visto stamani e che lei mie orecchie hanno udito.

«Sicuramente ne troverai tante stasera, quindi levati.» lo sorpasso, ma questa volta non mi segue, per fortuna.
Perdo un po' di tempo, prima di raggiungere Ash, sono troppo nervosa al momento per poter parlare con qualcuno.
Arrivo in un corridoio dove ci sono alcuni distributori e opto per un caffè.

«Tu, povera sventurata colpita dalla mala sorte, sei incappata dinanzi a lei. Divoratrice di monete e spettatrice di collera...» mi giro e vedo il ragazzo con il berretto di stamattina e di cui ho già scordato il nome.

«Parli con me?!» chiedo titubante.

«Sai la macchinetta frega i soldi senza dare niente.» fa segno dietro le mie spalle. Ottimo...

«Ah, bene! Sbaglio o sei il ragazzo di stamattina?»

«Esatto. Piacere Adam.» porge la mano e ci metto un po' a ricambiare la stretta. «Ehm... già... scusa, ma sono un po' frastornata. Piacere Jilian.»

«Bel nome. Una mia cugina si chiama così, ma tutti la chiamiamo Jil.»

«Sì, anche io mi faccio chiamare Jil. Quale corso frequenti Adam?» chiedo non sapendo cos'altro domandare. Andarmene di fretta mi sembrerebbe troppo scortese e poi potrei farmi portare da lui al corso di economia.

«Frequento il corso di letteratura, ma credo che non faccia per me.»

«Perché?»

«Per colpa della mia ex.»

«Presumo sia Anne.» i suoi occhi guizzano subito su di me appena ho pronunciato quel nome. Poveretto. Ne deve essere innamorato perdutamente.

«Sei una ragazza piuttosto scaltra.» fa lui pensieroso. Ma dai. Non ci vuole mica un genio per capire che sia lei, dopo aver udito le parole di stamattina. Non do conto a ciò che mi ha raccontato Ash, avevo mezzo intuito che questa Anne fosse qualcuno di importante.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora