Rivoglio la vecchia Jil

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Pancake con sciroppo d'acero mi danno il buongiorno.
Apro gli occhi, la prima cosa che vedo è il corpo di Julian che ancora dorme beato, le labbra leggermente schiuse e quel viso stanco.

Mi alzo tutta intorpidita con dolori ovunque e mi stiracchio un po' prima di alzarmi del tutto.
Quando mi sento abbastanza pronta, mi giro e vedo Edward ai fornelli e Ray che prepara la spremuta.
Evan è appena entrato ora in cucina e come prima cosa fa oscillare lo sguardo tra me e il fratello che ancora dorme.

«Vedo che hai dormito in compagnia.» fa un sorrisetto e noto subito che stringe le mani in pugno.

«E benissimo, aggiungerei.» dico per infastidirlo ammettendo una parte di verità. Sì, è vero che sono stata bene, ma forse in un letto era meglio.

«La colazione è pronta.» tuona mio fratello. Corro a prepararmi il piatto, ma mi occorre anche una buona dose di caffeina altrimenti non connetto bene.
A quanto pare stessa cosa Evan, infatti aspetto che finisca di versare il caffè nella sua tazza prima che tocchi a me.
Alzo le sopracciglia quando è proprio lui a versarmi il caffè.

«Che gentiluomo.» dico a mo di sfottò.

«Datemi un aspirina.» entra in cucina Nathan con gli occhi rossi, seguito da Caleb.

«Di chi è stata l'idea di mettere la musica a notte fonda? Ho il cervello che mi scoppia.» Evan mi butta un occhiataccia ed io alzo le spalle.

«Il caffè ti rimetterà in sesto.» pronunzia Ed, porgendogli la tazza fumante. Nel frattempo addento un pezzettino di pancakes e devo ammettere che sono strabuoni. Verso dell'altro sciroppo d'acero perché a me piacciono così, anche se probabilmente prima o poi mi verrà il diabete.

«Ora che siamo tutti svegli....» Caleb guarda oltre le mie spalle, mi giro e vedo Julian in piedi.

«Buongiorno.» gli sorrido, ma sento Blake prendermi in giro ripetendo le mie parole. Gli tiro un calcio da sotto il tavolo, ma per sbaglio prendo la sedia e sento un dolore allucinante al mignolo del piede.

«Cazzo. Cazzo. Cazzo.» saltello dal dolore, ho le lacrime agli occhi e credo di aver visto Gesù.

«Così impara a darmi fastidio.» Ha anche il coraggio di parlare. Non replico perché non ho la forza per farlo, ma si dia il caso che il fratello mi prende in braccio e inizia a massaggiare il piede dolorante.

«Andrà meglio.» sorride ed io mi calmo. Blake si schiarisce la voce, ai miei fratelli sembra non interessargli ciò che sta accadendo e infatti Caleb inizia a parlare.

«Per far funzionare il nostro piano, ci serve uno bravo. Uno che con le proprie conoscenze riesca ad intrufolarsi ovunque.»

«Oggi giorno tutto viene nascosto sui PC da una serie di Script e codici. Cosa che fa mio padre.» suggerisce Blake.

«Serve un hacker.» aggiungo e poi guardo Julian.

«Non tirarmi in mezzo perché non ho le competenze giuste.» alza le mani.

«Ma se ti ho visto fare di tutto. Hai manomesso il sistema d'allarme di casa sua e altre stregonerie del genere.» esordisco come se ciò che Julian ha fatto fosse davvero uno spettacolo di magia. Nel frettempo Blake ci guarda male ad entrambi, ma non aggiunge niente.

«Sì, concordo. Ma fidati che ci vuole una mente più aperta per questo lavoro.» ed ecco che subito mi ricordo di Omar.

«Dov'è il tuo amico?» tutti ci guardiamo come se avessimo avuto tutti un lampo di genio. Nathan corre subito a cercarlo e in un secondo e qui.

«Evan io mi tiro fuori. Questi sono tutti matti. Specialmente lei.»mi indica come se fosse spaventato. E questo sarebbe un uomo?
Non ci penso più di tanto, infatti mi godo questa prelibatezza fino a quando non riescono a convincere Mr. Cervellone.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora