L'aria fredda colpisce il mio viso, il sapore delle labbra di Julian sembra non volersene andare e, ora, sento il cuore martellare nella gabbia toracica nel vederli qui entrambi.
«Non sono affari tuoi.», il ragazzo dagli occhi di ghiaccio e dall'anima oscura, ride sopra le parole dette da Julian. Sembra essere diventato un circolo vizioso. Tutto ormai sembra non avere più una fine e, mentre io sto qui a fantasticare su tutto ciò che sta accadendo, vedo il castano avvicinarsi minacciosamente verso l'altro.
«Vattene da qui, Evan.» lo minaccia. Sento la rabbia uscirgli dalla bocca, rimasta in letargo chissà per quanto tempo e ora lascia libero spazio a questioni irrisolte.
Evan, avanza pure, questa volta serio e pronto all'offensiva. Lui non usa parole, ma le mani. Spinge Julian che si muove di un millimetro e questo basta per provocare una rissa.
«Vi prego. Smettetela.» il mio risultato di mettermi in mezzo ai due fallisce miseramente. Vengo spinta, cado a terra e sento le mani bruciare come se le avessi messe dentro al fuoco. Alzo lo sguardo verso i due, li vedo mortificati. Il pallore li raggiunge e vorrei che entrambi se ne andassero all'istante.
«Jil, come stai? Io... non volevo.», parla colui che mi ha spinta, Evan. Mi rialzo da sola, dopo aver rifiutato anche l'aiuto di Julian.
«Andate via.» mormoro, cerco di trattenere le lacrime e di non pensare alle mie mani che bruciano da morire. Cerco di sopportare anche questo. Cerco di sopprimere ciò che sento. Sentimenti compresi.
Per un attimo cala il silenzio e ringrazio il signore per non aver fatto sentire nulla dentro casa.«Io e te abbiamo un accordo.» risponde Evan. Nel suo volto scorgo un lampo di dispiacere per avermi spinto e penso che sicuramente mi sto sbagliando.
«Di che accordo parla?» è meglio non parlare dell'espressione che ha assunto Julian. Alzo gli occhi al cielo e mi sento frustata.
«Scoprirò tutto e una volta fatto, darò a Evan ciò che vuole. Questa era una battaglia di mio padre, non mia.» dico esanime.
«Non starai mica dicendo sul serio?? Questo è un killer spietato.»
«Sono ancora qui.» latra tediato Blake.
«So chi è e di cosa è capace, ma so cosa faccio.» rispondo coprendomi meglio con il maglioncino aperto che avevo messo prima di uscire fuori.
«Io sono ancora qui e vi sento.» parla ancora Blake e mi basta spostare lo sguardo su di lui per incenerirlo con gli occhi. Ovviamente, lui non teme il mio sguardo e così senza aggiungere altro decido di tornarmene dentro casa.
«Sono passato un attimo, prima di andare da Erin...» mi giro e vedo che alza le sopracciglia per infastidire Julian dopo aver nominato la sorella.
«Per darti questi. Apri gli occhi piccola Jil.» ha in mano una cartella e quando pronuncia l'ultima frase, il suo sguardo salta sul ragazzo che qualche minuto fa mi stava baciando.
«Cosa vorresti dire sacco di merda?» improvvisamente Julian diventa iroso.
«Sei lo stesso ragazzino stupido di quando eravamo piccoli.» risponde Evan. Ma la cosa che mi lascia senza parole e senza riuscire a muovere un arto, è quella di vedere una pistola tra le mani di Blake, dopo aver lanciato la cartella ai miei piedi. L'ha estratta da dietro la schiena.
«Evan che cosa vuoi fare?» chiedo scioccata. Spero che sia solo un brutto sogno dal quale presto mi sveglierò.
Julian sorride, si passa una mano tra i capelli, noncurante di avere una pistola puntata alla tempia.«Avanti!! Fallo. Tanto solo questo sai fare.»
«Papà lo diceva sempre che eri un fottuto bastardo.» risponde Evan, abbassando la sicura della pistola. Il cuore ora mi esplode in petto. Che significa ciò che ha detto?
Respira Jil.
Mi ripeto nella mente.
«Se non vuoi che ti faccia un buco alla testa, sei pregato di andar via.» Tuona Blake. Ma come ci siamo arrivati a tanto? Mi tremano le gambe.
«Non finisce qui.» proferisce Julian. Passa vicino a Evan e sputa davanti ai suoi piedi, assumendo poi un'aria divertita. Io, invece, sono terrorizzata più che mai e non so se correre verso Julian o restare qui.
«Pensavo non ci fosse niente tra voi. E invece ti trovo tra le sue braccia.» mette via la pistola ed io lo guardo con un cipiglio.
«E quindi?» chiedo inarcando un sopracciglio. Lui alza gli occhi al cielo e improvvisamente mi torna in mente la foto, ma al momento non gliene parlerò. Prima devo sistemare un'altra situazione.
«Credo che quello che cerchi si trovi a Sydney.» dico poi. Lui abbassa di colpo la testa.
«Interessante. Andremo insieme.» lo guardo sbigottita e me lo ritrovo vicino. Mi prende da dietro la nuca, mi basta poco per sentire il suo profumo. Sa di quelle cose che non puoi dimenticare e ogni volta bussano alla porta per far riemergere fuori ciò che provi a nascondere.
«Buona vigilia piccola Jilian Josephine Moore.» mi dà un bacio all'angolo della bocca e poi aggiunge: «lo sai che non appartieni a lui.» il mio cuore fa tremila capriole. Mi sento vacillare e non so cosa fare.
***
«Auguri!!» Esclamano tutti una volta scattata la mezzanotte. Le mie cugine mi hanno regalato un profumo e una sciarpa rosa. Invece i miei zii hanno pensato di regalarmi una trousse. Regali azzeccatissimi, direi. Ovviamente nulla da togliere al profumo, li adoro. Per il resto nulla rientra nel mio genere, ma ringrazio e penso che hanno avuto un pensiero carino.
Resto basita quando apro il regalo dei miei fratelli, due biglietti per il concerto dei Guns N' roses. Non so se piangere o saltare per la gioia. Uno dei pochi momenti in cui tiro fuori la mia personalità. Abbraccio uno ad uno i miei fratelli e non capisco però perché hanno preso due biglietti. Ma ecco che subito appare Ray per spiegarmi tutto.
«Sono due date diverse in due città diverse. Sappiamo quanto li ami. E poi tra qualche anno, ai tuoi figli, potrai raccontare di quanto i tuoi fratelli ti volevano bene, tanto da regalarti due biglietti di una delle tue band preferite.» rido per ciò che ha detto. Non ho mai pensato ad avere dei figli o un marito e non penso minimamente che questa cosa possa accadere a me. Anzi, non so cosa possa piacergli di me a Julian, e non so se sono troppo azzardata nel dire la stessa cosa di Evan.
«Comunque, vestita così sei figa.» Savannah sbuca dal nulla con un commento che al momento non centrava nulla. La ringrazio e questa volta la mise che ho addosso piace anche a me. Ho messo delle calze scure con dei fiocchetti rossi ricamati a metà coscia. Il vestito è di velluto. Anzi, sembra che sto indossando un maglioncino e una gonna. Invece è un vestito svasato che mi aveva regalato un anno fa Nathan.
Comunque, si dia il caso, che ringrazio mia cugina e penso che questa volta sia stata sincera.«Tesoro manca il mio regalo.» mamma mi porge uno scatolo nuovo e sorrido lievemente. Apro e scopro un telefono. Sono esterrefatta.
«Mamma non dovevi. Avrai speso un mucchio di soldi.» mi alzo e l'abbraccio. Non nego che mi fa strano abbracciarla dopo aver scoperto quelle cose sulla sua famiglia. Mi stacco da mamma, la guardo per un attimo e appena la musica parte, ne approfitto per dirle che le vorrei parlare. Ci spostiamo nella mia stanza, lei è così carica stasera. Forse sbaglio a parlargliene proprio adesso, ma ho bisogno di sapere.
«Mamma...»
«Dimmi Jil.» mi sposta i capelli da un lato e poi mi carezza una guancia.
«Ecco... perché non mi hai mai parlato di tuo fratello Mark, anzi, Marcus. Un fratello che è vivo e che è il capo di una casa farmaceutica? Un fratello che fa affari loschi e che ha ucciso papà tramite la famiglia Blake?» ed è qui che il suo viso si tramuta in pietra. Gli occhi le diventano lucidi e per un secondo ho sperato che Evan mi avesse detto una bugia. Ma non è così.
È proprio vero. Il male si trova ovunque.
Bisogna starne alla larga, altrimenti ci distrugge.
Aveva ragione Julian.
Salve piccole😍
Come state ? Ecco a voi un nuovo capitolo!!! Lo so, non è il massimo, ma ultimamente la mia testa non produce nulla di buono. Spero che al prossimo capitolo tirerò fuori la mia vera passione. Intanto, spero che vi sia piaciuto e che non faccia troppo schifo🤣🤣🤣
A presto mie care❤
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Non il Classico Bad Boy
RomansJilian è una ragazza particolare e con una vita difficile, a causa anche dei suoi continui attacchi di panico. Vive nella sua bolla fino a quando, un giorno, non scoppierà e alla sua porta busserà Evan Blake. Un ragazzo da cui dovrebbe tenersi lonta...