Stelle cadenti

661 43 27
                                    

Non mi è ben chiaro chi sia stato a dirmi che la notte porti consiglio; se non erro quel mio compagno di classe delle superiori che aveva i genitori italiani. Sì, era lui che lo ripeteva sempre. A dire il vero diceva un sacco di proverbi, non a me, lo sentivo quando parlava con gli altri compagni. Io non parlavo mai con nessuno, perché ero quella strana e sinceramente, non mi è mai pesato il fatto che nessuno all'epoca mi calcolasse. Al tempo stesso non ero nemmeno presa di mira dai bulli, mi avevano solo affibbiato quel soprannome, ma niente che mi facesse tornare in lacrime a casa. Ero trasparente come l'aria e a volte vorrei esserlo anche oggi. Comunque, sta di fatto, che a me ha portato solo un grandissimo mal di testa la notte e un grande disordine interiore. Julian mi aveva chiesto che se avessi voluto, lui, sarebbe rimasto a farmi compagnia, ma non so quanto sarebbe stato prudente farlo rimanere qui. È francamente avevo solo voglia di starmene da sola per schiarirmi le idee. È stato carino a venire ieri sera, ma dopotutto lui lo è sempre. Lo è sempre stato. E non si sforza nemmeno di esserlo, gli viene naturale nonostante sappia che i sentimenti che provo non sono uguali ai suoi. Ma nei suoi occhi ogni volta vi leggo la stessa speranza di sempre e, ieri, quando mi ha baciata, è come se avessi avuto l'impressione che in fondo la situazione del fratello non gli dispiaccia affatto. So perfettamente che è un pensiero orribile, ma non penso che Julian abbia mai perdonato Evan.

Comunque, si dia il caso che sto aspettando Carson davanti una bella tazza fumante di caffè. Mi aveva detto che sarebbe stato puntuale e lui lo è sempre; infatti sono sicura che a breve sarà qui. Sono nervosa, perché non sono sicura se quel che farò sarà una mossa troppo azzardata, ma non posso starmene con le mani in mano senza far nulla. Julian ha detto che sarebbe venuto pure: «Non ti lascio andare da sola.» disse mentre stava per andarsene e non ho tentato di replicare, perché credo sia meglio che venga anche lui.
Controllo l'orario al telefono e nello stesso momento sento il campanello. Sono arrivati!
Per maggiore sicurezza mi accerto che siano loro e quando appuro che è così, apro la porta. Carson sembra così emozionato nel vedermi. Credo mi voglia davvero bene. Secondo me mi vede come una figlia e me lo fa capire dalle sue braccia che mi circondano e mi fanno sentire come quando abbracciavo il mio papà.

«Jil! Che hai fatto ai capelli?» domanda visibilmente provato, ma so che sta cercando un modo per non farsi vedere debole, specialmente davanti a Julian. Sono sicura che se eravamo soli, non si sarebbe fatto problemi.

«Ho pensato di darci un taglio!» ironizzo e strappo una risatina a entrambi.

«Stai benissimo!» mi stringe le mani poi e leggo gioia nei suoi occhi.

«Non voglio interrompere nulla, ma secondo me dovremmo entrare.» effettivamente il moro non ha torto, infatti li faccio accomodare e gli servo del caffè. So che è sempre gradito. E una volta serviti, mi accomodo di fronte a loro, sull'altro divano spiegando le mie intenzioni.

«Quindi questa è la famosa cura?» Reed la prende tra le mani, esaminandola come se fosse un famoso reperto storico. L'avevo preparata per fargliela vedere.

«Questo è quello che mio padre ha lasciato a me e ai miei fratelli. E solo ieri ho avuto l'illuminazione di sapere che uso farne.»

«E sei sicura che i tuoi fratelli possano essere d'accordo? L'hai detto tu stessa che vostro padre l'ha lasciata a tutti voi e non solo a te.» rifletto sulle sue parole e forse ha ragione, ma in questo caso, mi tocca essere egoista e devo andare contro di loro. Anche se sono fermamente convinta che i miei fratelli mi avrebbero appoggiata in questa scelta.
Spiego il mio punto di vista ai due. «Questo potrebbe essere il primo passo per altri cento passi pieni di speranza!»

«E cosa intendi fare? Io non ne capisco, ma sono sicuro che dovrà essere esaminata e poi dovrebbero crearne altre, perché con una si fa poco.»  Carson mi restituisce la provetta e la conservo con estrema delicatezza.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora