Un museo non potrebbe mai possedere tale meraviglia

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A volte è meglio nascondersi dietro mille bugie, che mostrarsi per una verità che fa male. È questo lo dicono gli occhi di Julian, appena finisco di raccontargli cos'è successo quel giorno. Mai avrei immaginato di poter arrivare a fare una cosa del genere e, credo che in fondo un po' di rancore nei miei confronti lo continuerà a nutrire in eterno. Il silenzio aleggia per una manciata di minuti, non so cosa dire e stranamente anche il figuro al mio lato se ne sta zitto, guardando un punto dinanzi a lui e credo, anzi sembra proprio voler sfuggire alle iridi marroni del fratello che lo stanno esaminando come un topo da laboratorio.
Queste situazioni stanno scomode a tutti, perfino alla persona più saccente del globo. Solo che ad un certo punto, dopo l'ennesimo sospiro di incoraggiamento, decido di rompere il ghiaccio. «Non devi avercela con tuo fratello.» forse così sembra che stia prendendo le difese di Blake. Dovevo tacere e invece di porre fine e scacciare la grandissima ascia di guerra che sta aleggiando sulle loro teste, credo di aver ingigantito ancora di più le sue lame affilate come rasoi.

«E tu non dici niente?» fa ad un certo punto, come se ciò che ho detto non l'avesse sentito. Istintivamente assottiglio le labbra per poi mordicchiarle e, voltarmi verso Blake che pare degnarsi almeno di rivolgergli un'occhiata che non saprei definire.

«Ha detto tutto lei e mi pare che sia stata anche molto ridondante.» tiro una gomitata a colui che ha la lingua lunga e lui come risposta da solo un'alzata di spalle, come a voler intendere che non ha detto nulla di male; infatti si alza e ci chiede se abbiamo voglia di una birra. Questa cosa crea del nervosismo nel fratello, cosa del tutto normale, ma non posso rischiare di farli litigare ancora. Devono smetterla e invece di lottare contro, credo sia arrivato davvero il momento di unire le forze.

«Sai dove te la devi ficcare la...» a quelle parole, Blake, ferma i suoi passi, girando di qualche grado il suo corpo, mentre io salto dal divano per interrompere qualsiasi cosa loro vogliono iniziare.

«Dai ragazzi non fate così! Julian hai perfettamente ragione e ti chiediamo scusa.» fulmino il tatuato, in modo che porga le scuse al fratello, ma quello che ottengo è solo una stupida risata sarcastica.

«Io non chiedo scusa a nessuno.» precisa.

«Blake..» dico a denti stretti.

«Jil, non rompere.» ed è qui che anche Julian si alza. Invece di migliorare le cose, sembrano rotolare e fuggirmi dalle mani come biglie impazzite.

«Tu a lei non la tratti così.» mi passo una mano tra i capelli.

«Io la tratto come mi pare!» replica Blake. I due si avvicinano, ma riesco a mettermi in mezzo e sono così vicina ad entrambi che riesco a sentire i loro caldi respiri su entrambi i lati del mio collo.

«Smettetela! Vi odio quando fate così.» poso le mani sui rispettivi corpi e i loro sguardi si posano su di me. Guardo l'uno e poi l'altro. Inghiottisco rivoli di saliva per la situazione strana e snervante in cui mi trovo, ma quando la mano di Julian si posa sul mio braccio, chiudendolo nella sua morsa e mi strattona verso di lui, gli occhi di Blake sembrano colorarsi di rosso.

«Tu stanne fuori!» mi intima il moro, ma questa cosa provoca un'enorme fastidio e malessere in me, che non riesco a stare zitta.

«Julian, ti ho detto di smetterla! Abbiamo capito che tuo fratello non ti farà mai delle scuse, perché sappiamo che tipo è. Ma quello che ha fatto, l'ha fatto per noi.»

«Per me non ha fatto nulla. Ho un'accusa che penzola come un pendolo di un orologio sulla mia testa.»

«Non ti accadrà nulla! Io non lo permetterò e nemmeno lui. Giusto?» imploro Blake affinché dica qualcosa di giusto e dopo un'attesa infinita, sembra darmi ascolto.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora