Wish you were here

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Pochissimi minuti fa alcuni ragazzi dall'aria trasognata, sono saliti sul palco. Sono così distanti dalla realtà che, per un momento, ho pensato a quanto fosse bello salire su quel palco e smettere di pensare per un bel po'. La canzone dei Pink Floyd risuona nel locale che è già diventato il mio posto preferito. Ovviamente dopo la scuola di canto di Ben.

«Vedo che ti piace.» afferma con sicurezza Julian che a quanto pare ha deciso di cambiare discorso. Per questa volta lascio stare, cercando di godermi questi piccoli momenti. Guardo ogni centimetro di lui. Mi perdo nel suo sorriso che ho iniziato a capire in alcune situazioni e lo mostra fiero sul suo viso perfetto. Mi perdo nei suoi occhi che sono capaci di parlare, esprimere qualcosa senza far trapelare parole.

Connie interrompe i miei pensieri, ricordandomi di dover rispondere al ragazzo che mi sta tenendo compagnia da qualche ora.

«Amo questa canzone e questo posto.» espongo, portandomi dietro l'orecchio una ciocca dei miei capelli.

«Ma tu sei sempre vestita così?» osa chiedere Connie. La sua domanda non mi porta nessun fastidio, poiché non l'ha detto come una critica. Mi piace molto questa ragazza, anche se mi sento del tutto spaesata nei suoi confronti. È totalmente diversa da me. Amo la mia maglietta dei Nirvana, specialmente perché mi è stata regalata dal mio caro Ben, ma non può competere con il suo top scollato che disegna perfettamente il suo seno prosperoso. Stessa cosa vale per i miei jeans chiari, ormai rovinati con il passare degli anni. Insomma di certo non possono competere con i suoi leggings in pelle. Io sono così trasandata e me ne rendo conto. Mi chiedo cosa ci trovi in me Julian, visto che prima aveva una relazione con una ragazza del tutto diversa.

«Sì.» rispondo timida.

«Non è vero. Qualche sera fa eri totalmente sexy alla cena di beneficenza.» si permette di dire Julian, facendomi arrossire in viso in modo evidente.

«Lo sei anche ora.» Ma questa volta, queste parole le ha dette sussurrandole al mio orecchio. Il leggero tepore del suo alito mi ha percosso tutto il corpo e sono sicura che se ne sia reso conto. Mi giro di scatto verso di lui con gli occhi sgranati. È la prima volta che qualcuno mi fa complimenti del genere. Specialmente in questo stato.

«G-grazie.» rispondo balbettando con un filo di voce.

«A me piace il tuo look!!» Connie si intromette nuovamente tra noi, posando i gomiti sul bancone e piegandosi ulteriormente, da far notare ancora di più il suo seno. Lo fa con noncuranza, non le importa cosa pensa la gente di lei. Io mi sono sentita morire quando Julian mi ha solo vista con l'asciugamano. Ricordo di essere scattata subito nel mettermi qualcosa addosso, mentre lui sembrava voler scoprire di più. E noto che anche ora, per qualche secondo ha posato il suo sguardo sul seno di Connie. Mi affretto a ringraziarla, ma sono sempre così di poche parole che a volte penso di essere davvero strana. Non riesco a sostenere un discorso. Mi sento inutile a volte.

«Se guardi ancora ti cadranno gli occhi.» La ragazza interrompe di nuovo i miei pensieri, si volta verso Julian, drizzando la schiena e assumendo una posizione meno volgare. Menomale.

«Non sono mica gay. Hai due bombe che è difficile non guardare.» a questa risposta resto del tutto esterrefatta. Di punto in bianco mi alzo dalla sedia, avvicinandomi verso il palco per ascoltare un altro pezzo dei Pink Floyd, cantato da questo gruppetto di ragazzi. Sento la voce canzonatoria di Connie verso Julian. Gli dice di avermi messa in imbarazzo, ma non sento alcuna risposta da lui.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora