Una vigilia infinita e una dichiarazione scottante

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Evan mi ha lasciata davanti casa dei Weasly circa dieci minuti fa. Improvvisamente mi torna in mente quando chiesi a mamma che fine avesse fatto la nostra vicina di casa, mi rispose in modo strano e ora collego un altro evento. È semplice, basta far due più due. Non è Lois che se n'è andata, ma noi che abbiamo cambiato casa. Credo che mi servirà sentire un parere professionale riguardo il mio stato di salute.

Mi incammino verso casa, decidendo di non dire che sono stata in compagnia di Blake, anche perché non voglio che mia madre sappia che Evan abbia spifferato tutto. Per ora mi comporterò normalmente, farò finta di godermi questa pagliacciata.

Appena arrivo davanti la porta di casa, sento le voci delle mie cugine e quando entro le vedo. Sharon e Savannah, più belle che mai. Il corpo snello e perfetto, i capelli corvini e quegli occhi castani che hanno il potere di ammaliare qualsiasi ragazzo.
Sono in piedi vicino il frigorifero con un bicchiere in mano che parlano con mamma. A volte penso che lei avrebbe voluto sempre una figlia così come loro. Purtroppo sono capitata io che da poco ha scoperto il mondo di tacchi, vestiti e trucchi.

«Jilian!!!» esclama la più grande, Savannah. Sorrido e abbasso il viso per poco tempo, giusto il tempo di indossare una bella maschera e nascondere la mia aria affranta.

«Che piacere vedervi. Vi trovo bene!» dico alzando poi il viso e sorridendo. Non so quanto potrò resistere nel fingere questi stupidi sorrisi.

«Sì, abbiamo iniziato entrambe un corso di pilates. E poi ogni sera mezz'ora di corsetta non manca mai.» ma che brave...

«E tu, cosa ci racconti cuginetta?» chiede Sharon marcando l'ultima parola. Le rispondo che la mia vita prosegue come al solito e che il canto è il mio fedele amico.

«Non ricordavo che tu cantassi. Che sbadata!!» proferisce Savannah sedendosi sul divano. Decido anche io di sedermi, ma sulla poltrona. Nel frattempo mamma irrompe fra noi con un vassoio di biscotti.

«La mia bambina ha una voce pazzesca.» aggiunge afferrando anche lei un biscotto, dopo che le mie cugine ne hanno preso uno ciascuno. Nel frattempo il mio sguardo sbalza su mia madre, la guardo negli occhi e penso al perché mi abbia mentito. Non capisco il suo ruolo in questa storia. Non capisco se faccia parte dei buoni o dei cattivi. Mi chiedo se papà lo sapesse della mamma...
Ritorno con la mente sulle mie cugine, mi dicono che magari potrei cantare dopo, ma preferisco di no. So che non gliene frega niente in realtà.

La conversazione poi si sposta sul lavoro e mi chiedo se queste due sappiano cosa significhi lavorare. Per fortuna la voce in coro dei miei fratelli mi riporta quel pizzico di felicità che avevo perso da quando ho messo piede dentro casa.

«Eccoti. Ma dove cazzo eri finita.» sbotta Nathan.

«Ho visto che eri impegnato con una ragazza dopo che ero andata a pagare, quindi me ne sono andata.» lui sembra pensarci su ciò che ho appena detto, ma poi annuisce e viene verso di me accarezzandomi.
Per fortuna ha creduto alla mia bugia.

Dopo un po', al fianco di Ed, vedo zio Franck e sua moglie, quest'ultima domanda dove si trova il bagno, poiché non si ricorda. Ritorno su mio zio, la somiglianza con papà è spiazzante, quasi da farmi venire un nodo allo stomaco.
Sento le lacrime pizzicare, ma devo mettermi l'anima in pace.

Mi alzo e gli vado incontro per salutarlo. Mi abbraccia e per un attimo penso che siano le braccia di mio padre a scaldarmi e proteggermi da tutto ciò che sta accadendo. Mi sento cosi tremendamente piccola a volte. Odio sentirmi così.

«Ti trovo bene.» mi stacco dall'abbraccio e ora le immagini che avevo represso si fanno vive. Subito è arrivato da Port Orchard quel giorno. Era distrutto come tutti noi. Come non esserlo. È lui che si è sempre occupato della ferramenta, ma la mia mente ha creato una sorte di vita parallela, dove tutto sembrava scorrere in modo perfetto.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora