Mi Odiano Tutti

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In tutta la mia vita non ho sentito battere il cuore così velocemente. Mi nascondo dietro il divano, riconosco che è un nascondiglio stupido, ma al momento è l'unica cosa che forse potrebbe salvarmi il culo.
Ho visto dentro i suoi occhi, qualcosa è cambiato, l'oceano calmo che risiedeva lì è diventato un impetuoso scenario.
Sembrava fosse diventata di ghiaccio tutto d'un tratto.
Sembrava non provare più emozioni.
Sembrava spenta e rotta.
E credo di essere stato in parte l'artefice di ciò.
Riconosco che in questi mesi lontani sono cambiate tante cose. Ora che sono qui a terra, cercando di nascondermi da loro due che, per fortuna non hanno capito che sono qui, capisco davvero che la fine di questa storia si sta avvicinando.

«Dobbiamo ucciderlo!!!» sentenzia lei.

«Certo che non dobbiamo. Quasi non ti riconosco più. Se Evan lo scoprisse...» la casa piomba improvvisamente in un teatro, le sue risate a riempirla provocandomi un brivido lungo la spina dorsale.
Tutto d'un tratto, il silenzio riecheggia più forte delle sue risate, vedo che armeggia con una pistola.

«Evan non mi fa più paura.» questa frase l'ho sentita tante volte nell'arco dell'anno. Ho sempre deriso queste sue affermazioni che all'epoca mi risultavano solo banali, ma ora... ora penso sia l'assoluta verità.

«Ragiona ti prego. Possiamo lasciarci alle spalle questa storia. Dimenticarci di tutto e tutti. Possiamo Jil.» ma senti questo bastardo. Lo prenderei a pugni ripetutamente fino a che non impari la lezione.

«Io non voglio iniziare una nuova vita se prima non chiudo questo capitolo. Tutti dovranno pagare.»
Punta la pistola contro Omar, toglie la sicura ed è lì che afferro la mia premendo per prima il grilletto.

    Qualche ora prima

Parcheggio davanti casa di Omar, esco dalla macchina in un lampo e mi precipito dentro l'appartamento. Una vecchia catapecchia.
La porta è socchiusa, per sicurezza tiro fuori la pistola e con cautela ispeziono ogni stanza.
In cucina trovo Omar accasciato a terra. Corro verso di lui, girandolo con attenzione e posso notare il sangue che fuoriesce dalla ferita che ha al lato della testa. Sembra che qualcuno l'abbia colpito con un'arma.

Provo a cercare delle risposte a riguardo e tutto mi conduce a lei.
Mi secca ammetterlo e mi duole sapere che sia caduta talmente in basso.
Erin che si allea dalla parte di mio padre.... Sciocca ragazzina.

Improvvisamente sento dei rumori all'ingresso, questo mi fa capire che ancora non hanno finito con lui. Mi nascondo velocemente nella stanza che ho difronte. Si sta stretti qua dentro, ma cerco di non pensarci e di porre tutta la mia attenzione alla persona che sta per entrare in stanza.

Una figura minuta vestita di nero seguita da altre due persone. Hanno tutti il viso coperto, ma appena sento la voce della ragazza il cuore batte più forte di prima.
Non ci posso credere.

«Prendetelo e caricatelo in auto. Ispezionate ancora il posto. Se Evan Blake sta cercando quel dossier, vuol dire che noi lo dobbiamo trovare prima di lui.» pronunzia avvicinandosi ad uno dei due.

«Non si respira con questo coso....» leva il cappuccio nero. I lunghi capelli castani le riacadno sulle spalle ondeggiando, facendo risaltare alcune ciocche più chiare. Quando si volta l'azzurro dei suoi occhi incrocia inconsapevolmente il mio sguardo nascosto nel buio. Un raro dipinto su tela sembra Jilian.

«Qui dentro c'è puzza. Meglio sbrigarci.» anche i due tizi levano il cappuccio e non posso credere ai miei occhi. Nathan e Caleb.

«Sorellina sta attenta mentre portiamo questo sacco di merda in auto.» Dice Caleb.
Lei sorride e lui le lascia un bacio tra i capelli.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora