Non Sembri Felice Di Vedermi

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Il temporale sembra essere peggiorato. L'acqua sbatte contro i vetri in modo così violento che a momenti penso che si possano frantumare.
I lampi invece illuminano la stanza a giorno, facendo risaltare il suo viso nella penombra e il rossetto rosso che le sta un incanto.

«Non sembri felice di vedermi.» pronunzia avvicinandosi sinuosa, i tacchi che accompagnano il rumore della pioggia e poi allarga le labbra in un sorriso smagliante.
Al ché resto del tutto interdetto, lascio che posa la sua mano sul mio torace e sembra percorrere alcuni dei tanti tatuaggi che vestono il mio corpo in un misterioso alone di mistero e tenebre.

«Ti ho pensato in questi mesi.» sussura al mio orecchio. Ritorno in me, rimetto almeno solo i boxer e poi le afferro entrambi i polsi per poi farla aderire alla parete della stanza.

«Vuoi darci dentro Blake?» sghignazza dopo essermi poggiato a lei. Sento il suo sedere aderire perfettamente al mio membro e penso che lei lo senta benissimo, ma ora si dia il caso che non è il momento per pensare a questo.

«Perché sei venuta qui, Erin?» le afferro i capelli, stringendoli in una morsa, lei sussulta e cerca di liberarsi ma con scarsi risultati.

«Per te, mi sembra ovvio.» la lascio libera, metto le braccia conserte aspettando che si giri e mi guardi in faccia.

«Sei ancora arrabbiato per quella storia? Lo sai che quella puttanella si è ferita da sola. Beh, l'avevo un po' infastidita...» l'ultima parte lo dice con enfasi, come se avesse provato piacere a ricordare quell'evento.

«So come sono andati i fatti, ma tu dovevi lasciarla in pace. Dovevi seguire le regole e forse a quest'ora tutto quello che è successo si poteva evitare.» mi avvicino minaccioso, ma lei non mi teme. Ha il coraggio di ridermi in faccia, cosa che mi manda completamente in tilt. Senza far capire le mie intenzioni, lascio che lei continui a parlare entusiasta del suo periodo nero, rinchiusa nelle segrete di Marcus, fino a quando non ho la sua totale attenzione.
Con una pistola puntata alla testa ce l'ho completamente.

«Te lo chiedo un'ultima volta, perché sei qui?» deglutisce piano, il caschetto che portava è cresciuto e i capelli hanno cambiato di nuovo colore. Neri come la pece.

«OK. Nella mia stessa cella c'era un devoto, si faceva chiamare Fury, pare fosse russo e molto incazzato.» i devoti sono coloro che hanno dato la loro totale devozione a Marcus, giurando di non spezzare mai il legame con chi è al potere. È raro che un devoto venga mandato lì; di solito quelli che ci vanno a finire sono gli avversi, persone che sono state reclutate contro la loro volontà e che prima o poi faranno qualche cazzata per far arrabbiare chi siede in alto.

«Passa al dunque. Perché un devoto era lì?» avvicino ancora di più la pistola. Lei indietreggia il capo e deglutisce ancora.

«Parlava di un certo affare. Molto più importante della cura. A quanto pare il signor Moore aveva scoperto altro in un viaggio nel nord dell'Iran.» corrugo la fronte confuso, la mia attenzione cede un attimo e questo permette ad Erin di disarmarmi.

«Come si prova ad avere una pistola puntata contro dopo tutto quello che c'è stato? Però forse devo mettere in conto che quella ti ha fottuto il cervello.» mi avvicino senza paura, l'arma poggiata al torace e gli occhi che squadrano ogni centimetro del suo viso. Una ragazza che sembra così innocente, ma che dentro ha l'inferno sarebbe l'ideale per me. Ci somigliamo tanto e di donne ne ho avute, ma nessuna è mai stata come lei. Almeno fino a quando Jil non è comparsa di nuovo nella mia vita. Forse sì, mi ha fottuto, ma questo non significa farmi fesso. E vale anche per la signorina che ho dinanzi.

«Avanti, spara.» la sfido e a lei sembrano piacere le sfide, infatti la prende come un gioco erotico alla quale non può rinunciare. Allenta la presa sulla pistola, iniziando a farla scorrere sul mio petto fino ad arrivare nella mia parte più intima. Con la bocca forma un 'o' perfetta, come se avesse fatto la cosa più scandalosa di sempre, ma a quanto pare non è soddisfatta. Infatti si abbassa e nel farlo abbassa anche i miei boxer. Potrei fermarla, ma forse ho bisogno di questo ora, nell'ultimo periodo non sono stato con nessuna donna. Ero letteralmente assente e gli unici due pensieri riguardavano mio padre e Jil.

Non il Classico Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora