Capitolo 2

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Harry

Come al solito mi sono cacciato nei guai per colpa della mia testa calda e della mia stupida ed insana gelosia nei confronti di mia sorella.

Quell'idiota di Bower mi ha sfidato, mi ha provocato, ed io non potevo non rispondere, senza contare che si è permesso di toccare la mia Daisy con le sue luride mani. Il modo in cui le ha parlato, i termini volgari con cui si è rivolto a lei mi hanno fatto provare una sensazione difficile da spiegare, una sorta di calore incandescente che ha animato il mio corpo portandomi ad aggredirlo senza pietà, senza nessun tipo di ripensamento. Al solo ripensarci, mi prudono le mani dalla rabbia.

Fortunatamente, grazie anche al coach Dalton, il preside Calligan mi ha semplicemente punito: pulire il laboratorio di chimica fino alla fine dell'anno scolastico. Sarebbe niente se in questo periodo i cervelloni non si preparassero per il Decathlon, ovvero le gare di chimica che si terranno tra circa un mese proprio nella nostra scuola.

La cosa positiva di questa giornata è stata poter vedere Daisy agli allenamenti e una volta fuori la scuola, dopo aver trascorso un'ora e mezza nell'ufficio di Calligan tra i litigi con Jamie e le suppliche dell'allenatore nel non sospendermi in vista della partita con i Puledri dell'El Camino High School, in South San Francisco.

In palestra, quando i bellissimi occhi di mia sorella hanno incontrati i miei mi sono totalmente perso in quelle gemme così splendenti ed intense da desiderare di poter leggere la sua mente per capire cosa abbia pensato di me in quel momento. Mi sono accorto di quanto fosse più colorita del solito e con il respiro leggermente più pesante, ma a volte mi è difficile comprendere cosa provi lei per me. Vorrei che mi guardasse con fare sognante proprio come la guardo io, ma so bene che è un desiderio inesaudibile.

Ho iniziato a provare sentimenti per Daisy un anno fa, quando per i miei diciotto anni siamo corsi da soli a New York. Ricordo che il tempo non era dei migliori, nevicava, ma noi eravamo lo stesso sull'Empire State Building a goderci il panorama della Grande Mela coperta di bianco. Gli occhi della mia piccolina brillavano davanti alla bellezza dell'immensa metropoli e il vento faceva ondulare i suoi capelli già ramati, la neve si intrecciava alla sua fluente chioma e colpiva - di tanto in tanto - le sue lunghe ciglia, tutto questo conferiva a Daisy un aspetto aurico, splendeva di luce propria mentre si voltava verso di me e sorrideva felice.

In quel momento il cuore mi si è fermato. In quel dannato momento ho capito di essere stregato dalla ragazza davanti a me, innamorato di mia sorella.

Ed ora sono qui, in macchina con lei mentre torniamo a casa, a soffrire come non mai, potendo solo ricordare gli abbracci e i baci dati poco prima nel cortile della Mission High, gesti affettuosi che ormai stanno sfumando via dalla mia mente, proprio come il fumo scompare nell'aria pian piano.

Dannato me, penso serrando la mascella e stringendo forte il volante tra le mani con così tanto vigore che le nocche diventano bianche e i muscoli ricominciano ad essere tesi per l'ansia.

«Non preoccuparti, Harry. Ci sarà papà a contenere l'ira di mamma, sperando sia tornato dal laboratorio.» Daisy cerca di tranquillizzarmi mettendomi una mano sulla spalla e iniziando ad accarezzarla dolcemente, proprio come il suo tono di voce.

Si è accorta del mio stato d'animo e prova a rilassarmi, ma ovviamente la tensione non è dovuta soltanto al timore che mia madre possa scatenare l'inferno una volta messo piede in casa. L'unica cosa che non ho potuto evitare è stato dissuadere il preside dall'informare i miei genitori di quanto è accaduto tra le mura scolastiche.

«Già, quando si tratta della scuola la mamma diventa un tiranno, una dispotica, un monarca. Una vera e propria rottura di scatole!» rispondo aggrottando le sopracciglia tenendo lo sguardo fisso sulla strada, sospirando mentre continuo a blaterare sul caratteraccio della donna che mi ha concepito, provando ad essere più convincente; provo in tutti i modi a porre l'attenzione su quanto accadrà presto una volta arrivati a Clayton Street, stradina in cui si trova la nostra villetta, e non alla ragazza seduta al mio fianco intenta a ridacchiare. Avrò una faccia buffa, evidentemente, perché Daisy continua a ridere sommessamente scuotendo la testa e riempiendo l'abitacolo delle sue risa, praticamente musica per le mie orecchie.

Endless || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora