Capitolo 54

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Harry

«Piacere di conoscervi.» parla piano, senza mai smettere di sorridere. «Io sono Margareth Lynn.» 

L'atmosfera in questo posto è molto rilassata e familiare. Al contrario di ciò che pensavo, sono completamente a mio agio e sono sicuro che questo clima così calmo aiuterà mia sorella e me ad aprirci senza nessun problema. Tuttavia non è solamente l'ambiente ad essere accogliente, ma la dottoressa stessa che con i suoi modi gentili e pacati, il modo di parlare lento e basso mi fa sentire bene, in qualche modo; non si percepisce tensione di alcun tipo e, per un attimo, riesco a tranquillizzare anche i pensieri riguardo al disgusto dell'incesto. Mi sento normale, sano di mente. E non ho nemmeno parlato con la donna. Credo di non essere il solo, poi, a provare questo tipo di sensazione poiché, la ragazza accanto a me, indebolisce la presa delle nostre mani facendomi percepire una certa quiete anche in lei. Le cose stanno andando meglio di quanto pensassi.

«Venite, accomodatevi pure.» con la stessa gentilezza, ci fa strada lungo il corridoio verso l'ultima stanza, proprio di fronte a noi. «Prendete posto su quelle poltrone.»

La donna indica due sedute imbottite di un colore rosso acceso, una accanto all'altra, posizionate esattamente di fronte ad una ulteriore poltrona. Il tutto è sopra un ampio tappeto persiano, con colori che richiamano le pareti e la mobilia dell'ufficio moderno. Al fianco di questi posti vi è un mobiletto color faggio su cui sono poggiati un orologio analogico -molto simile ad una classica sveglia da comodino- ed un pacco di fazzoletti già pronti all'uso. Sulla parete opposta, un largo e basso divano nero -anch'esso poggiato su di un piccolo tappeto- con cuscini colorati domina l'intero muro e, a sinistra del primo, proprio nell'angolo della stanza, vi è la scrivania della dottoressa, della stessa tonalità del basso mobiletto.

Con un pizzico di ansia in più, cammino verso le poltrone conducendo, allo stesso tempo, una Daisy insicura qualche passo dietro di me, ma sempre ben ancorata alla mia mano. Nonostante siamo due persone sicure e determinate, ci comportiamo come degli stupidi quando si tratta di affrontare il nostro rapporto così apertamente. Una parte di me comprende bene questo atteggiamento, tuttavia, l'altra, vorrebbe prendere a schiaffi la faccia per farmi rinsavire e comportarmi da uomo.

«E' la vostra prima seduta questa o c'è ne sono state altre in precedenza?» domanda cordiale prendendo posto di fronte a noi.

«E' la prima volta per entrambi.» rispondo io, stringendo un po' la mano di mia sorella.

«Va bene.» annuisce sorridendo. «Non siate agitati, non ce n'è bisogno. Se vi fa sentire più a vostro agio, potete anche darmi del "tu". Non è un problema.»

Annuiamo in sincrono, senza dire nemmeno una parola. Uniamo le nostre dita in un contatto ancora più intenso di prima, con il timore nel cuore di dover fronteggiare un problema forse più grande di noi. Nonostante la disponibilità e la cordialità della dottoressa, l'atmosfera inizia a diventare un po' pesante e Daisy ed io ci guardiamo di sottecchi, indecisi su come iniziare il discorso. Per fortuna, a toglierci dall'imbarazzo, è la donna davanti a noi: «Allora, per poter capire meglio i vostri problemi, vi chiedo di parlarmi della vostra famiglia.»

«Certo, ehm ...» inizio balbettando un po', schiarendomi la voce subito dopo, pronto per spiegare ogni cosa. «Nostro padre è un poliziotto della scientifica ed è a capo di una squadra. La mamma, invece, si occupa del Centro d'arte a Yerba Buena.»

«Lavori decisamente interessanti.» commenta la dottoressa Lynn, spostando un ciuffo di capelli neri dietro l'orecchio.

A quel gesto tanto elegante, mi prendo qualche secondo per osservarla meglio. Margareth Lynn è decisamente una donna splendida, con il fascino dell'America del sud. I capelli neri le arrivano alle spalle, leggermente mossi, gli occhi sono neri e magnetici, profondi, il naso è piccolo con la punta lievemente all'insù donando armonia al volto ovale. Come se non bastasse la sua bellezza, il fisico magro ma con le curve nei posti giusti, rendono la figura della dottoressa ancor più attraente di quanto già non sia. È sicura di sé, è elegante e il modo di porsi è dolcissimo; gli atteggiamenti ed i sorrisi mettono a proprio agio. Capisco che il lavoro che ha scelto le impone una certa etica di comportamento, tuttavia sono sicuro che non sia solo apparenza.

Endless || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora