Capitolo 74

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Daisy

Non mi sono mai sentita in questo modo. Non ho mai provato così tanta angoscia in tutta la mia vita, nemmeno quando Charles è andato via.

Sospiro cercando di alleggerire il dolore che grava sul petto. Chiudo gli occhi e serro la mascella tentando di non piangere per l'ennesima volta. Sono trascorsi quattro giorni da quando lui è uscito dalla mia vita; sono tre notti che non faccio altro che piangere, soffocando le urla di dolore contro il cuscino. Alterno momenti di apatia e smarrimento ad attimi di pura follia: con la luce del sole tendo a pensare a ciò che è successo, ricordo costantemente le sue parole, ma quando cala la sera e il buio mi abbraccia ogni emozione trattenuta viene fuori impetuosa. A volte mi sembro a dir poco patetica, altre, invece, mi ripeto che questo dolore è del tutto normale. Ho amato Harry contro ogni logica possibile; ho vissuto un amore così intenso e reale da fare quasi male. È per questo che non capisco come abbia potuto cancellare così facilmente i sentimenti che ha sempre detto di provare per me. Al contrario di lui, io non smetterò di amarlo, né adesso né mai, perché l'amore che ho per Harry so per certo che non lo proverò con nessun altro.

Respiro a pieni polmoni l'aria piacevole - rinfrescata da un leggera brezza marina- che caratterizza questo pomeriggio assolato. Riesco a sentire l'odore del mare e questo mi fa sorridere un po'. Con tutti i giorni rinchiusa in casa, precisamente nella mia stanza seduta sul letto alienandomi dal mondo esterno, avevo quasi dimenticato quanto potesse essere bello il sole, l'odore del sale e i chiacchiericci della gente che mi cammina intorno. Ho fatto proprio bene ad uscire di casa, anche perché non ne potevo proprio più delle continue attenzioni di mamma e papà. Sono sempre stati molto affettuosi, ma da quel giorno nefasto sembrano essersi attaccati un po' troppo; sono stata costretta a chiudere la porta a chiave dopo solo poche ore dal fattaccio. Non mi hanno chiesto nulla sul mio stato quasi comatoso dell'ultimo periodo, e lo apprezzo moltissimo, ma non ho nessuna voglia di avere i loro fiati letteralmente sul collo.

Ho tenuto tutto dentro; non ho ancora parlato con nessuno di quanto accaduto. Zayn e Perrie hanno provato a mettersi in contatto con me, ma io non ho mai risposto né ai messaggi né alle chiamate. Dopo un po' anche Liam ha provato a parlarmi, tuttavia ho declinato qualsiasi telefonata. Non avevo voglia di discutere con nessuno, anzi non volevo parlare affatto. Però, adesso, dopo giorni di apatia e dolore silenzioso, ho la necessità di confrontarmi con qualcuno; non posso continuare a rimuginare sugli eventi ricadendo ogni volta in un circolo di dolore e tristezza. È per questo che ho deciso di uscire dalla mia tana oggi: voglio parlare con Perrie, so che mi farà bene. Benché il nostro rapporto sia migliorato in questo mese e mezzo, non siamo mai andate oltre i convenevoli e le chiacchierate civili, dunque spero che abbia intenzione di ascoltare i miei deliri e la mia sofferenza. Se così non fosse, potrei scoppiare per tutte le emozioni forti che sento.

Scuoto la testa provando a pensare positivo, perché di inquietudine ne ho già abbastanza. Cammino con flemma lungo la 21th Street di Dolores Heights, il quartiere dove vive Perrie, e sento la stanchezza appesantire le gambe - e non è solamente dovuto ai trenta minuti di passeggiata. Ho paura che la mia migliore amica possa sbattermi la porta in faccia e, allo stesso tempo, ho anche il timore di aprirmi completamente con lei. Abbiamo sempre parlato di tutto, non c'è mai stato nessun tabù tra di noi, eppure sono consapevole che affrontare il discorso riguardo me e Harry metterà a nudo una parte di me che ho sempre provato a nascondere. Mi sento male solo al pensiero. Tuttavia, razionalmente, è giusto che mi apra con qualcuno che possa capirmi e dire la verità a qualsiasi costo, e Perrie è indubbiamente la persona più sincera che io conosca, insieme a Zayn.

Riesco a vedere la villetta della ragazza, una bella abitazione di un colore blu oltremare, forse leggermente sbiadito dal sole e dalla salsedine che arriva dal mare quando soffia forte il vento. Mi è sempre piaciuta casa sua, mi sento a mio agio. Respiro profondamente e salgo le scale del piccolo portico antistante l'ingresso principale. Mi tremano le mani e il cuore mi batte forte; mi ripeto che non devo aver paura di nulla, che lei è mia amica e saprà ascoltarmi senza giudicare. Con ritrovato coraggio, busso il campanello e aspetto con trepidazione che qualcuno venga ad aprire. Non ho avvisato della mia visita, quindi spero che Perrie ci sia e che non sia troppo occupata per darmi retta.

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