Capitolo 59

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Harry

Ho gli occhi fissi sul bianco soffitto da un tempo indefinito: forse saranno trascorsi solamente minuti, oppure addirittura ore da quando mi sono svegliato. Non so nemmeno che ore siano esattamente. Non sento molto movimento al di fuori della porta della mia camera. Magari, semplicemente, sono io ad essere troppo concentrato su altro, troppo preso dai pensieri vorticanti nella mente da quando ho rimesso piede in casa, e tutti riguardanti la chiacchierata fatta con Daisy poco prima di rincasare. Ancora mi chiedo perché mai lei abbia voluto affrontare proprio quel discorso in quel momento: il passato.

Ha dolcemente insistito per parlare di ciò che è successo alla prima - ed unica- seduta dalla Dottoressa Lynn. Eravamo stretti l'uno all'altro, con la pelle ancora calda ed il cuore palpitante, dopo aver confessato di amarci, quando Daisy ha deciso che la questione andasse affrontata il prima possibile. Se chiudo gli occhi e mi concentro, riesco a sentire l'eco della nostra voce nei ricordi.

«Harry ...» mi richiamò sussurrando, senza mai smettere di accarezzare piano con la punta delle dita i contorni dei tatuaggi sul mio petto. «Ti andrebbe di parlarmi di Charlotte?»

«Come?» domandai sconvolto, bloccando le carezze che avevo iniziato a farle lungo la schiena.

«La dottoressa ha detto che dobbiamo parlare di ciò che ci è accaduto, ed è quello che voglio fare.» ribatté determinata ma con dolcezza nel tono, continuando a sfiorarmi lenta.

«E vuoi davvero farlo ora?» chiesi puntando i gomiti sulle coperte, sollevandomi di qualche centimetro da terra per poter guardare meglio i suoi occhi che in quel momento si posarono su di me.

Annuì seria, voltandosi a pancia in giù cercando di coprirsi come meglio poteva. Non so dire, a distanza di ore, come mi sono sentito quando mi ha fatto quella determinata richiesta: ero incredulo e quasi offeso. Aveva confessato di amarmi, avevamo consumato il nostro amore dopo qualche minuto ... e lei, invece, aveva distrutto il momento romantico perché desiderava risolvere le questioni passate. Non potevo proprio crederci! Tuttavia, avrei fatto di tutto pur di renderla felice, e se rivangare ciò che è stato la tranquillizzava allora l'avrei accontentata.

Con uno sbuffo, cercando di mantenere la calma, mi rivolsi a lei chiedendole: «Cosa vuoi sapere di preciso?»

«Be', non lo so.» rispose confusa abbassando di lato la testa e mordendosi le labbra, con un'espressione perplessa disegnata sul volto. «Cosa ti ha fatto innamorare di lei?»

«Non ti nascondo che all'inizio era solo attrazione fisica, poi ho iniziato a frequentare quotidianamente Louis e la sua famiglia ed è tutto cambiato.» ammisi con sguardo assorto, sospirando piano e scuotendo la testa incredulo per ciò che stavo dicendo e, soprattutto, a chi.

«Continua ...» mi incitò lei calma, senza mai distogliere la sua attenzione dal mio volto. Sembrava davvero avida di informazioni ed io non potei fare altro che assecondarla.

«Era gentile e molto dolce, e pian piano ho iniziato a notare tanti gesti di lei che mi attraevano, come il suo modo di sorridermi e ... le attenzioni, anche piccole, che mi riservava.» mormorai mordendomi il labbro, consapevole di star affrontando qualcosa di non troppo piacevole per me, né tanto meno per Daisy. «Quando Louis mi ha convinto a chiederle di uscire e lei ha accettato ero davvero felice. Insomma, ho avuto una cotta per Charlotte per tutto il primo anno del liceo!» ridacchiai nervoso, abbassando le palpebre per qualche secondo, non potendo davvero pensare a ciò che stavo rivangando. «Era strano per me sentirmi in quel modo.»

Sono stato sincero con lei; tutto ciò che ho provato in passato è stato intenso ed importante, eppure non mi scuote più; il suo ricordo mi lascia indifferente, come i sentimenti che provavo per Charlotte e che, tutt'ora, ricordo bene.

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