Epilogo

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Harry

Mentirei se dicessi di non essere agitato. Sono circa tre anni che non percorro le strade di San Francisco, che non vedo il Golden Gate di sera e che non respiro l'aria della costa occidentale. È trascorso troppo tempo dall'ultima volta in cui sono stata nella mia città natale. Mi è mancato tornarci, ma le circostanze me lo hanno impedito. Sospiro profondamente, tenendo gli occhi fissi davanti a me, attento alla strada, mentre ripenso a quanto siano stati difficili questi anni lontano da tutti; non potevo fare altrimenti. Ho imposto a me stesso di stare alla larga da questa città che, benché sia grande, avrebbe potuto portare scompiglio nella mia vita e nell'equilibrio che ho costruito con grande fatica. Solamente la mamma è venuta a trovarmi a Cambridge e sono stati i giorni più duri vissuti negli ultimi tempi; il solo guardarla mi ricordava cosa avessi lasciato dietro di me e i sensi di colpa, la frustrazione e la rabbia tornavano ad annebbiare la ragione. Ho provato ad essere razionale continuando ad avere contatti con mio padre e mia sorella, ma nulla è andato come volevo: non sono riuscito a perdonare del tutto l'uomo per ciò che mi ha fatto e non ho avuto abbastanza coraggio da parlare con Daisy, anche solo per messaggio. Ho sbagliato davvero tutto con lei; ho tagliato ogni tipo di comunicazione, se non dei rarissimi sms scritti per i compleanni o le festività. E quando mi rendo conto che tra poco la vedrò, dopo tantissimo tempo lontano, i battiti del cuore accelerano e le mani mi sudano e tremano. Non ho mai dimenticato Daisy, il mio amore per lei non è mai scomparso, mi sono solo abituato alla sua assenza.

«Tesoro, va tutto bene?» mi chiede dolcemente la ragazza al mio fianco.

Mi sono irrigidito e me ne rendo conto solamente adesso, ma quando ripenso a quello che è stato e che avrebbe potuto essere il disagio diventa intenso e la rabbia latente si ravviva all'improvviso.

«Sì, sono solo un po' nervoso, Mary.» le rispondo sorridendo, o almeno ci provo.

Alla fine ho ceduto alla dolcezza e all'innocenza di Mary. Non è molto che stiamo insieme, c'è stato un lungo corteggiamento da parte sua. All'inizio non ne volevo sapere niente di relazioni, ero troppo distrutto dalla storia finita con Daisy, poi siamo diventati amici, molto amici, e alla fine ho deciso di concedermi la possibilità di essere felice con qualcuno. E dopo due anni e mezzo, ho avuto la forza di chiederle di uscire ufficialmente, come una coppia, e Mary ha accattato. È successo tutto sei mesi fa. Non posso dire di essere innamorato, perché mentirei; non proverò mai più quei sentimenti totalizzanti che solamente con Daisy ho sentito. Sto bene con lei, mi rende felice e ciò che più mi piace di lei sono le piccole attenzioni che mi riserva, come lasciarmi un bigliettino sul tavolo della cucina ogni volta che esce di casa prima di me - quando restiamo a dormire insieme. È una donna meravigliosa ed io non potrei chiedere di più. Tuttavia, una parte del mio cuore apparterrà sempre ad un'altra.

«Non dovresti essere teso, stai andando a casa tua.» ridacchia divertita, scuotendo appena la testa. Ovviamente lei non sa niente di quello che è successo e mai lo saprà.

Ciò che più mi inquieta non è il ritorno a casa, ma il motivo per cui mi è stato chiesto. Mio padre ha chiamato qualche giorno fa e ha insistito affinché io oggi fossi presente ad una cena che ha definito "importante". Non sono sicuro di voler sapere perché sia necessaria la mia presenza, però ho come la sensazione che riguardi me in prima persona; credo che questa serata mi distruggerà, succede ogni volta che è coinvolto mio padre.

Arriviamo davanti casa, fermo l'auto e la spengo. Mary scende quasi subito, contenta finalmente di conoscere la mia famiglia di persona, invece io ho bisogno di qualche secondo in più. Inspiro ed espiro profondamente, chiudo gli occhi concentrandomi sulla respirazione stessa e mi preparo a dover affrontare i miei genitori e Daisy. Stringo forte le mani sul volante e sospiro rumorosamente; non devo farmi condizionare dal passato, ormai non c'è più rimedio per quello, ma inevitabilmente essere qui mi riporta alla mente i momenti spiacevoli e il dolore che mi ha accompagnato per tanto tempo e che ancora non è sparito completamente.

Endless || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora