Capitolo 33

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In questo capitolo ...

Harry

La notte è calata fin troppo in fretta ed è venuto il momento di prepararsi per l'evento organizzato da mia madre a Yerba Buona Center for the Arts. Da quel che so, è una mostra di un'artista emergente che ha il dono di scattare fotografie incredibili e suggestive, così intense da suscitare emozioni incontrollabili -a detta di mia madre, ovviamente. Il nome di questo prodigioso ragazzo non lo conosco, anche se sono abbastanza sicuro che Ellen Evans, mentre straparlava euforica riguardo questa serata, lo abbia detto più volte. Ammetto che, per la maggior parte del tempo, non ho ascoltato con molto interesse le chiacchiere della bella donna bionda, ho altro per la testa in questo periodo, ma so per certo che lei non tarderà a fare le presentazioni. Tiene molto al suo lavoro, è una donna appassionata ed energica che mette cuore in ogni cosa in cui crede e noi la supportiamo in tutte le sue decisioni perché se lo merita.

Prendo un respiro profondo guardando, un'ultima volta, il mio riflesso nello specchio mentre avvolgo la sottile sciarpa di grigio cotone intorno al collo, non troppo stretta, semplicemente come accessorio. Passo la mano tra i capelli provando ad acconciarmi un ciuffo ribelle posatosi davanti agli occhi e poi, con un gesto veloce della mano, appunto la giacca all'altezza dello stomaco, in modo da nascondere la camicia nera di velo, quasi trasparente, che mostra -ad un occhio attento- i tatuaggi di cui vado fiero.

Non nego, comunque, che questa mia iperattività sia dovuta, in parte, all'ansia e alla paura di dover incontrare Daisy. Tuttavia la galleria è un ambiente grande e, magari, i nostri sguardi non si incroceranno nemmeno. Chi voglio prendere in giro: io proprio non vedo l'ora di trovarmela davanti in tutta la sua bellezza. Sto diventando patetico.

Scuoto la testa sperando di cacciar via ogni tipo di riflessione nociva per il cervello, imponendo ai pensieri di concentrarsi su Charlotte e alla nuova opportunità che le ho dato. Abbiamo scambiato numerosi messaggi questo pomeriggio, durante la riparazione della moto e dopo, addirittura fin poco prima di prepararmi per l'evento, eppure non sento quelle sensazioni piacevoli allo stomaco che provavo tempo addietro, tanto meno il forte palpitio del cuore ad una sua risposta. Niente, il vuoto assoluto. Benché sia consapevole di comportarmi come un'idiota nei confronti di Lottie, credo davvero che lei possa aiutarmi ad andare avanti con la mia vita, o forse a tornare indietro al momento in cui Daisy non era altro che la mia sorellina. E magari ricomincerò ad amarla con il tempo, devo solo concedere a me stesso il periodo per dimenticare ed assimilare questa nuova condizione, di elaborare i molti sentimenti che scombussolano lo spirito.

«Sei pronto?» chiede mio padre curioso, racchiuso in un completo scuro ed elegante fatto su misura che fascia il suo corpo possente in modo -oserei dire- perfetto, poggiando una spalla contro lo stipite della porta della mia camera (la camera che ormai condivido solamente con me stesso). Mi guarda con occhi socchiusi, come a studiarmi con attenzione, quasi fossi un esperimento interessante e di estremo valore per la salvezza dell'umanità. Forse è solamente la mia immaginazione che fa brutti scherzi in questo periodo, oppure è tutto dovuto alla chiacchierata che abbiamo intrattenuto ore fa in cucina: è preoccupato per me. Oltre che patetico, sono anche paranoico ora.

«Sì, certo. Sono pronto» annuisco serio, continuando a rimirare il riflesso nello specchio. Voglio convincere me, oltre il mio genitore, di essere realmente preparato per affrontare a testa alta questa serata. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, in fondo.

Afferro il cellulare, lanciato ore prima sul letto, sotto lo sguardo indagatore dell'uomo fermo ancora sull'uscio della porta, ponendolo in tasca e scendo le scale il più in fretta possibile dato che siamo leggermente in ritardo ... a causa mia, della mia apatia e dell'indecisione riguardo l'abbigliamento. Non sono proprio dell'umore adatto per partecipare ad una festa, ma riguarda la famiglia e dunque non posso esimermi.

Endless || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora