Capitolo 25

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Daisy

La sveglia suona, trilla a più non posso, ma qui non c'è nessuno da ridestare. Ho passato, letteralmente, la notte in bianco, senza chiudere gli occhi nemmeno per un secondo, a rimuginare su ciò che è successo ieri con mio fratello, a rigirarmi sul materasso tentando di abituarmi ad un ambiente nuovo e sconosciuto per me. Mi sento così stanca e spossata, senza forze o energie per muovere semplicemente il braccio verso il comodino per spegnere quell'aggeggio infernale.

Questa vicenda mi ha completamente distrutta. Non ho fatto altro che piangere in queste settimane; così tante lacrime ho versato da non averne più ormai. Sono in balia di singhiozzi e sussulti, dolori al petto lancinanti e tremori improvvisi quando ripenso a ciò che è successo. Mi dispero per Harold Edward Evans, mio fratello, uomo che, tecnicamente, dovrebbe essere lontano dalla mia vita sentimentale, ed invece eccomi qui a soffrire per l'amore sconfinato che provo per lui.

Quella promessa stretta con San Francisco come sfondo, su quell'altura dove il mondo sembrava essersi fermato in rispetto del nostro amore, appare adesso come semplici parole portate via dal vento. Appare priva di significato, eppure per me non era affatto così: c'era tanta speranza, tanta voglia di viverci, tanta paura nell'essere scoperti ed eravamo uniti contro ogni avversità che la vita ci propinava. Tuttavia, ogni cosa è svanita nel nulla, come una nuvola di fumo dissipata nell'aria e subito dimenticata. Credo che in quel momento lui fosse sincero, preso dall'istante, ma era solo un'ulteriore illusione e niente di più. Pensavo di aver smesso di soffrire stando con lui, invece è successo proprio il contrario. Sento più dolore che mai.

Sospiro per l'ennesima volta in pochi minuti e, con molta fatica, poggio i piedi sul parquet spostando il lenzuolo leggero che ha coperto le gambe per tutta la notte. Pesantemente, mi alzo in piedi e, con un colpo secco della mano, faccio zittire la sveglia per poi trascinarmi verso il piccolo bagno di servizio nel corridoio. Una volta all'interno della stanza, sciacquo la faccia con dell'acqua fredda -sperando di svegliarmi del tutto-, ma il sonno e il torpore sembrano proprio non volermi abbandonare. Una volta asciugata, guardo il mio riflesso sul lungo specchio posto alla parete, proprio sopra al lavabo in ceramica bianca e vetro nero. Resto sorpresa da ciò che fisso: una ragazza dal viso più pallido del normale, con grandi e scure occhiaie; l'espressione stanca e stufa perennemente disegnata sul volto, per non parlare degli occhi gonfi e il labbro screpolato e spaccato per le torture a cui i miei denti lo hanno sottoposto. C'è una ragazza riflessa che somiglia a me, ma non è la vera Daisy. Questo amore sbagliato e folle, ma così giusto e appagante allo stesso tempo -in modo illogico- mi ha annientata, consumata.

Abbasso lo sguardo e rilascio uno sbuffo, cercando di mandar via la malinconia e la tristezza che accompagnano ormai le mie intere giornate; spazzolo frettolosamente i capelli legandoli, poi, in una coda alta, lavo i denti e, subito dopo, mi sposto in camera andando dritta verso l'armadio color panna che padroneggia la parete sinistra della stanza. Non credo mi abituerò mai al silenzio che regna nella mia nuova camera da letto, poiché sono abituata a sentire gli schiamazzi di mio fratello. Apro le ante e afferro le prime cose che trovo, senza nemmeno badare a ciò che sto indossando o ai colori da abbinare. Questa mattina proprio non m'importa di essere al meglio, tant'è che, dandomi un'ultima occhiata prima di andare in cucina, mi rendo conto di aver messo un jeans un po' scolorito con una camicetta larga di una tonalità di rosa molto tenue. Guardando attentamente l'altra me dello specchio, non posso fare a meno di pensare quanto ad Harry piacesse questo colore su di me.

Scuoto la testa per mandar via ogni pensiero che annebbia la mente e mi fa star male, prendo la borsa beige con i libri -ordinati ieri sera all'interno della sacca -, la giacca di pelle e, a grandi passi, scendo le scale sperando di non fare incontri poco piacevoli.

Endless || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora