Capitolo 24

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In questo capitolo ...

Harry

Un pugno. Due pugni. Tre pugni. Quattro pugni.

Niente. La rabbia non riesce ad arrestarsi e né tanto meno a scemare da ogni poro del mio corpo, da ogni cellula e dalla mia mente.

Continuo a rivivere gli eventi di settimane fa in modo perpetuo, senza mai darmi pace e il sacco da box che para i miei colpi sembra non funzionare, non riesco a tranquillizzarmi.

Ritorna in testa la scena del nostro litigio e l'unica cosa che viene da chiedermi é: "come ho potuto fare una cosa del genere?"

Mi sento così vuoto e stupido, adirato con me stesso e responsabile di un tradimento, avvenimento che ho subito io stesso sulla pelle. Conosco le emozioni che attraversano il cuore di Daisy, ma il peggio è che noi siamo indissolubilmente legati, quindi tutte le sensazioni e i sentimenti sono amplificati.

Più penso a ciò, a come lei possa stare, a quante lacrime abbia versato a causa mia, più i pugni diventano vigorosi e forti. Ho provato a farmi perdonare, a farle capire che l'amo davvero, che ci tengo seriamente e che non è solo uno stupido capriccio adolescenziale. No, lei è molto di più! Daisy è il raggio di sole durante una forte pioggia che ti fa sperare in un tempo splendido. Daisy è quella persona che riesce a consolare e tirare il morale di tutti soltanto con un sorriso e un abbraccio. Daisy è la ragazza che porta allegria non appena entra in una stanza, anche se è il giorno peggiore della tua vita; lei è tutto ciò che voglio, che ho sempre voluto e desiderato, è la donna più forte e cazzuta che abbia mai visto, ed io ne sono pazzamente innamorato. Ovviamente, ho rovinato tutto, come mio solito. "Che stupido sono", non faccio altro che rimproverarmi.

«Ehi, calmati tigre!» la voce tranquilla del mio migliore amico mi riporta alla realtà: sono in palestra da ore cercando di scaricare il nervosismo che accompagna le mie giornate da un po' di tempo, ormai.

Liam è dietro al sacco da box, tenendolo fermo e incitandomi a persistere nel prenderlo a pugni. Immagino la mia faccia al posto del cilindro imbottito appeso alla parete. É stata una sua idea venire qui, ma non sta funzionando.

Mi ritrovo con la maglietta sudata, inzuppata dato l'allenamento intensivo che porto avanti da ore. Ho i muscoli che bruciano, doloranti, ma non voglio fermarmi. Ciò che desidero è sfinirmi fisicamente così da poter crollare dal sonno e non dover pensare e ripensare alla cazzata che ho fatto.

«Non. Sta. Funzionando. Liam!» dico con fiato corto spostando con il braccio un ciuffo di capelli scappato dal codino che ho fatto in testa, cercando di tenere così a bada la chioma.

«Hai i sensi di colpa?» chiede beffeggiandomi Zayn, avvicinandosi per poi sorpassarci per afferrare dei piccoli pesi posti dinanzi ad un enorme specchio poggiati sul parquet di legno. Anche lui frequenta questa palestra: Fitness SF SOMA, il luogo in cui Liam lavora part-time come personal trainer. Si trova a soli dieci minuti da casa ed è comodo arrivarci in auto, dunque questo posto, spesso, diventa il punto d'incontro del gruppo.

«Smettila, moro» lo ammonisco duramente scuotendo la testa, tenendo a bada il fastidio che, sempre più impetuoso, sale fino al cervello.

«Hai fatto una cazzata Harold» sogghigna divertito provocandomi, guardandomi di sottecchi mentre porta avanti i suoi esercizi per rafforzare i muscoli delle braccia.

«Vuoi un occhio nero, Zayn?» gli dico sibilando per l'ira, serrando la mascella, dirigendomi verso di lui e trovandomi a sovrastare la sua figura.

«Smettila di fare il coglione» mi dice seriamente posando a terra i piccoli pesi e voltandosi piano verso di me. «Sono tuo amico, lo sai, ma Daisy è come una sorella per me e tu non hai neanche idea di come stia soffrendo. Ti rendi conto che hai fatto ciò che Lottie ha fatto a te? Quanto puoi essere idiota.» afferma con tono pacato ma gelido, assumendo un'espressione arrabbiata e uno sguardo deluso che mi scruta dalla testa ai piedi.

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