Capitolo 30

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Daisy

Per fortuna il pranzo è andato bene, senza nessun momento imbarazzante o silenzio troppo pesante. Charles ed io abbiamo ricordato i momenti divertenti insieme con gli amici e quelli di noi due soli, gli ho raccontato tutto ciò che è successo - tralasciando la parte in cui mi sono innamorata di mio fratello - e abbiamo riso e scherzato come due normali adolescenti, ci siamo divertiti estraniandoci dal mondo e abbandonando tutti i pensieri che affollano la nostra testa.

Da ciò che mi ha detto, è tornato a San Francisco per appoggiare il padre nella chiusura di un importante affare e che partirà lunedì per tornare al college, a Dallas.

Dopo il pranzo abbiamo passeggiato per le strade di Fisherman's Wharf ammirando il porto con le colorate barche dei pescatori ormeggiate, il molo silenzioso ed intimo fino ad arrivare a Ghirardelli Square. Ci siamo seduti sugli scalini che caratterizzano la piazza riprendendo a chiacchierare fissando il mare e perdendoci nei colori del sole riflettente sullo specchio d'acqua e ascoltando i vocii e le risate di tutta la gente presente qui.

«Sai, mi manca uscire per San Francisco insieme al resto della ... banda di pazzi. Mi mancano persino le squallide battute di Niall.» ridacchia passandosi una mano tra i capelli scuotendo la testa, non potendo credere a ciò che ha detto.

«Sei disperato se l'umorismo di Niall ti manca così tanto.» ribatto divertita, sorridendo, spostando dei capelli finiti davanti alla faccia per colpa del vento che soffia leggero.

«Non è l'unica cosa che mi manca, Daisy.» mormora abbozzando un sorriso e guardandomi dritto negli occhi

«Anche tu mi manchi.» ammetto, finalmente, con tono di voce molto basso credendo addirittura che la mia frase non gli fosse arrivata all'orecchio.

Mi sorride felice, poggia una mano sulla mia guancia ed inizia ad accarezzarmi delicatamente la pelle pallida con il pollice. Ancora una volta, il suo sguardo cerca di carpire le mie emozioni ma non ci riesce. Scuote la testa arreso e lascia cadere la sua mano su di una gamba, però senza mai distogliere le sue iridi scure dalle mie oro.

«Questa sera ...» tossisco cercando di riprendere fiato dopo quel contatto intimo e ravvicinato. «Questa sera ci riuniamo tutti al B&P dopo il turno di Niall ed Harry. Ti va di venire?» gli chiedo sinceramente interessata alla sua risposta.

«Se a te fa piacere, vengo volentieri.» mi risponde con una vena di euforia nella voce e uno strano scintillio anima i suoi occhi marroni. Credo sia felice della mia proposta.

«Bene, allora è deciso!» dico battendo le mani, contenta che abbia accettato.

Certo, sarà difficile contenere la gelosia e la rabbia di Harold, ma in questo momento devo capire cosa provo per Charles infischiandomene di tutto.

«Oh, devo tornare in albergo.» dice scocciato il ragazzo accanto a me fissando il suo costosissimo orologio da polso. «Mio padre vuole che sia presente alla riunione con il Consiglio di Amministrazione.» sbuffa alzandosi e spostando poi l'attenzione su di me. «Ti riaccompagno a casa?»

«No, Charles.» scuoto la testa e punto lo sguardo verso il mare, cercando di rilassare i nervi ancora tesi poiché devo risolvere un ulteriore questione. «Ho bisogno di chiarire con una persona, perciò ... resterò qui.» gli dico sinceramente sospirando forte.

«Come vuoi, Daisy.» dice ponendosi proprio di fronte a me. «Passo a prenderti alle nove, va bene?»

«Perfetto.» dico alzando la testa in modo da poterlo guardare bene in faccia - io sono ancora seduta.

Charles si abbassa alla mia altezza, mi pizzica piano il naso e lascia un dolce bacio sulla mia guancia destra.

«A stasera, principessa.»

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