Capitolo 40

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Daisy

Sono ancora intorpidita dal sonno, un sonno non proprio profondo: la preoccupazione di non rivedere più Harold è difficile da allontanare. Ed è per questo stato di domi-veglia ed inquietudine che riesco a percepire un certo solletico lungo la guancia destra, un piacevole fastidio capace di risvegliami. Nonostante ciò preferisco crogiolarmi ancora un po' nelle calde tenebre, nell'oscurità che mi ha tenuta al sicuro dalla complicata realtà dei fatti. Così, muovo una mano per scacciare qualsiasi cosa mi stia infastidendo, rilasciando annesso un gemito seccato, facendomi arricciare il naso.

Nulla. Dopo pochi secondi il delicato solletico ricomincia a sfiorarmi la pelle. Decido, allora, di aprire gli occhi ormai completamente ridestata. Ciò che mi ritrovo davanti, non appena le palpebre si alzano, è il volto sorridente di Harry. Solamente adesso, notando la posizione dalla mano sinistra, mi rendo conto che il solletico me lo ha provocato lui, con carezze di dita leggere. Ed io lo fisso con occhi sgranati, sbalordita.

«Ciao piccolina mia.» la voce calda, più roca del solito, di mio fratello mi riscuote dai pensieri.

Un debole sorriso si fa spazio sul suo viso stanco e pallido, gli smeraldi luccicano come non hanno mai fatto prima d'ora. Sono diamanti. Esatto, delle vere e proprie gemme che brillano, scintillano e ammaliano, sono piene di vita; sono delle pietre preziose e rare che illuminano il buio che ha avvolto la mia vita in queste settimane d'inferno. Nonostante la sua condizione, sembra essere sollevato e contento. Dio, quanto mi è mancato tutto questo: le iridi intense incastrate con le mie, a leggere la mia anima, i segreti più reconditi di essa; le fossette tenere ai lati della bocca ogni qualvolta semplicemente inarca le labbra verso l'alto, la voce profonda e sensuale, capace di sedurmi e tranquillizzarmi allo stesso tempo, le carezze dolci che mi trasmettono sicurezza e protezione. Guardandolo meglio, ancora immobile, con le labbra leggermente schiuse e gli occhi gonfi di lacrime, mi rendo conto di quanto lo ami davvero, di quanto necessiti di lui; mi rendo conto di quanto sia insignificante tutto ciò che è successo in questo dannato mese, ogni cosa sembra scemare e scomparire adesso. L'unica cosa che voglio è stringerlo tra le mie braccia fino a fargli mancare il respiro e baciarlo fino a consumare le nostre labbra.

«HARRY!» urlo in preda alla gioia più smisurata, uscendo dal mio stato di shock.

Nel petto una sensazione piacevole si espande colpendo ogni parte del mio corpo facendomi rilassare, la felicità mi scoppia nel cuore come infiniti fuochi d'artificio e le gocce salate che rigano il volto silenziosamente hanno tutt'altro sapore: non sono più amare, ma quasi dolci e piacevoli a contatto con la bocca.

In questo momento sento di poter toccare il cielo con un dito!

D'istinto, come se la mente non avesse più nessun tipo di controllo sul corpo, mi alzo velocemente e mi getto - letteralmente - sulla figura di mio fratello ancora tutta debole e dolorante per via della sua condizione precaria. In questo momento non m'importa di niente: lui è qui, è tornato da me, e ciò che desidero adesso è stringerlo tra le mie braccia più forte che posso, provando a fondere i nostri organismi in uno soltanto entrando in simbiosi: morirei tra le sue braccia possenti e muscolose piene di tatuaggi e ne sarei davvero felice.

Non appena mi fiondo su di lui, circondandogli il collo e poggiando la testa sulla spalla nascondendo la faccia, una grande crisi di pianto m'investe, come un'onda s'infrange sul bagnasciuga quando il mare è in tempesta: prorompente e violento. Mi sfogo di tutta l'ansia e il dolore che ho sentito attanagliare il petto in queste settimane, lascio andare ogni tipo di dubbio e pensiero negativo che assillava la mia mente da ben quindici giorni, faccio scivolare ogni preoccupazione via al solo contatto delle nostre pelli.

Sento le mani di mio fratello accarezzare piano la mia schiena e riesco a percepire un debole sorriso disegnato sul viso d'angelo che si ritrova; respira piano e in modo regolare, facendomi sentire il suo petto contro il mio, e quasi avevo dimenticato la sensazione che si prova alla bocca dello stomaco al sentire i nostri cuori battere all'unisono. Rilascia un piccolo sospiro di sollievo stringendomi ancora di più a sé. Capisco che, anche lui, è più calmo ora che le cose stanno migliorando, ora che non andrà via e resterà qui con noi, con me.

Endless || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora