Endless || H.S.

Capitolo 67

Daisy

Quando ritorniamo in albergo il mio stato d'animo non è migliorato. Nonostante le rassicurazioni sussurrate e le dolci carezze di Harry, niente ha potuto lenire il dolore ed il senso di colpa. Non so precisamente cosa lui stia provando e forse sono un'egoista a non chiedere e a trovare rifugio tra le sue braccia, ma non riesco ad avere pace se non accanto a lui; il peso degli sbagli sembra meno gravoso in due. Sono sicura che stia facendo finta di nulla, ignorando le sue emozioni, solo per rassicurarmi ed io lo apprezzo moltissimo.

Seduta ai piedi del letto, il volto devastato dalle lacrime, guardo il mio ragazzo muoversi lento lungo la stanza. Non so cosa stia facendo, ma resto incantata a fissarlo ripetendomi che, nonostante tutto, sono fortunata ad avere lui accanto.

Sono svuotata da ogni pensiero e la debolezza s'intensifica con il passare dei secondi. Mi chiedo cosa accadrà da adesso in avanti, se il rapporto tra noi possa essere in qualche modo sistemato dopo quanto successo; lo sconcerto ed il dolore di Perrie sono marchiate a fuoco nella mente.

Sospiro pesantemente chiudendo gli occhi provando ad alleviare il senso di oppressione al petto e scacciare il desiderio di piangere ancora. Se solo ritorno al momento in cui le ho parlato sento mancare il respiro, e il disagio diventa sempre più forte. Arrivati a questo punto delle domande compaiono nella testa: "Se Perrie ha reagito in modo così forte quanto dolore provocheremmo a mamma e papà qualora conoscessero la verità?". La sola prospettiva di finire in guai serissimi e di deluderli mi spaventa e mi fa rabbrividire. Non dovrei pensare ad eventualità così catastrofiche, eppure non ne posso fare a meno dopo la discussione con i miei amici.

«Daisy.» la voce pacata di Harry mi distrae dai pensieri riportandomi alla realtà.

Alzo lo sguardo verso di lui, con gli occhi arrossati e brucianti per le lacrime ormai secche. Lo guardo persa, ormai del tutto priva di forze.

«Come ti senti?» mi chiede gentile, col tono un po' preoccupato, facendo un passo verso di me.

È così bello ai miei occhi che quasi m'imbarazzo: le iridi verdi sono limpide e tranquille, lo sguardo è un po' triste - è comprensibile-, le labbra sono leggermente socchiuse per sospirare profondamente, le mani nascoste nelle tasche dei jeans, i capelli ricadono ribelli dietro all'orecchio in morbidi ricci. Mi guarda attento con quello sguardo intenso e piacevole da farmi sciogliere, da confortarmi almeno un pochino.

«Sono scossa, Harry. Non potrebbe essere diversamente.» rispondo atona senza mai staccare gli occhi dai suoi.

Sospirando, si piega sulle ginocchia per essere alla mia altezza, mi prende le mani tra le sue e, dolcemente, ne accarezza il dorso con il pollice. Ha distolto lo sguardo dal mio, adesso concentrato sulle nostre dita intrecciate; le fissa serio, aprendo e chiudendo le labbra, inumidendole con la lingua - ho come l'impressione che voglia dire qualcosa, ma nemmeno lui sa bene cosa. Dopo qualche attimo in silenzio trascorso a contemplarlo, ad apprezzare le sue carezze gentili, Harry avvicina le mani alle labbra baciando prima una poi l'altra con molta lentezza. E in quei baci sembra essere racchiuso tutto l'amore che prova per me.

«Devi dar loro del tempo adesso, lo sai vero?» mi chiede sussurrando, alzando gli occhi sul mio viso; le mani ancora unite.

«Sì ...» rispondo con grande sforzo poiché la voglia di piangere mi stringe la gola. «Ho solo paura che ...» la voce trema ed ingoio il groppo formatosi nel gozzo. «Temo di aver rovinato tutto.» scuoto la testa e chiudo gli occhi espirando forte cercando di liberare il petto dal peso delle colpe.

Anche lui sospira pesantemente, si alza dalla posizione scomoda così da sedersi accanto a me ai piedi del letto. Delicatamente, poggia la fronte sulla mia tempia accarezzandomi la guancia sinistra con la punta del naso ispirando il profumo dei miei capelli. Mi lascia un piccolo bacio sulla guancia e, dolcemente, richiama la mia attenzione cercando il contatto tra i nostri occhi.