Endless || H.S.

Capitolo 28

In questo capitolo ...

Daisy

I forti raggi del sole battono insistentemente sugli occhi obbligandomi così a svegliarmi, maledicendomi per non aver chiuso la finestra ieri sera. Con tutto ciò che è successo non ho minimamente pensato a serrare le imposte, cosicché avrei potuto dormire di più dato che è sabato e non c'è scuola.

Sbuffando, mi metto seduta al centro del letto e strofino gli occhi cercando in ogni modo di allontanare il sonno che ancora mi intorpidisce tutta; abbasso lo sguardo e mi rendo conto di indossare ancora il vestito di ieri sera e, addirittura, non ho le coperte che mi riparano dal fresco della mattina.

Le scene della notte precedente mi inondano la mente come un fiume in piena, facendo risalire a galla uno strano miscuglio di emozioni che preferirei dimenticare piuttosto che provare ancora una volta. La prima cosa che farò, dopo essermi rilassata con una calda doccia, sarà chiamare Louis per chiarire ciò che è successo ieri. Dio, al solo pensiero l'imbarazzo prende possesso delle mie guance, facendole colorare di rosso, e del mio petto, facendomi mancare il respiro. Non mi capacito di come abbia potuto manipolarlo in quel modo, solo per far ingelosire Harry, solo per uno stupido capriccio. Certo, se non fosse successo non avrei mai capito i sentimenti che prova per me. Mio fratello aveva ragione: Louis ha una cotta per me, incredibile.

L'altro evento che mi tormenta è la discussione con mio fratello: l'ho fatto ingelosire, l'ho umiliato e l'ho trattato peggio di uno straccio, eppure sembra non voglia proprio mollare la presa. Lo apprezzo, davvero tanto, ma in modo concreto non ha fatto nulla per noi, ha solo dato fiato alla bocca. Nulla di più.

Scuoto la testa provando ad allontanare ogni tipo di pensiero negativo, ogni tipo di pensiero che abbia mio fratello come centro, e decido di alzarmi e correre in bagno per constatare il mio stato fisico attuale. Varco la soglia del bagno di servizio sospirando e passandomi una mano tra i capelli ormai gonfi e disordinati, tanto che ciocche ribelli mi finiscono davanti agli occhi, ma mi sento abbastanza pigra in questo momento così decido di non spostarle. Arrivo davanti allo specchio e quasi non mi riconosco: l'ombretto e il mascara sono diventati un tutt'uno coprendomi completamente le palpebre di nero, il rossetto è scomparso e la mia chioma è irriconoscibile. Emetto un verso di esasperazione e, velocemente, mi tolgo il vestito che puzza di alcol restando solo in intimo. Dopodiché prendo lo struccante dal cassetto accanto al lavabo e comincio a togliere i cosmetici dal mio viso facendolo ritornare pallido come al solito e pulito, getto i dischetti di cotone nel cestino vicino alla porta e apro il getto dell'acqua in modo che possa diventare più calda possibile. Nonostante le temperature siano più alte dato che la primavera ha fatto la sua comparsa, ho l'esigenza di rilassarmi e solo l'acqua bollente ha questo potere.

Tolgo l'intimo e lo lancio nella cesta dei vestiti da lavare - come ho fatto con il vestito -, successivamente entro in doccia godendomi il calore che si è creato nel piccolo ambiente.

Il getto forte dell'acqua sembra massaggiarmi la testa, le spalle e la schiena, lavando via non solo l'odoraccio dovuto al sudore, al fumo e all'alcol ma anche ogni tipo di colpa per ciò che ho fatto, ogni tipo di dubbio che attanaglia il petto da settimane ormai. Sono stanca di continuare a vivere in questo modo, sempre nel dolore e nell'angoscia dovuto all'amore immenso che provo per Harry. Molte volte ho pensato di risolvere le cose, ma non appena incrocio i suoi occhi gli avvenimenti alla riserva mi ritornano in mente senza che lo voglia, ritornano a farmi provare un dolore grande, sconfinato direi, che è impossibile da spiegare. Credo che ... se ci fosse stato qualcun altro al suo posto, non avrei reagito in modo così spropositato, ma lui è Harry, è mio fratello. È la persona più importante di tutta la mia vita, il confidente migliore del mondo, l'amico più fidato che ho, l'unico che riesce a tirarmi su il morale solo con un sorriso o con una carezza. Almeno lui era tutto questo. Proprio perché siamo stati così legati, proprio perché il nostro rapporto è stato speciale, sento questo tradimento arrivare fin sotto le ossa in modo doloroso e lento, quasi come fosse una tortura.