Capitolo 23

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Daisy

La sera comincia a scendere, trasformando il cielo in una tavolozza di colori meravigliosi e caldi. Il sole ormai di un rosso intenso cala pian piano all'orizzonte, oltre il piccolo laghetto artificiale non lontano dal luogo in cui è stato organizzato il falò; l'acqua piatta e calma sembra quasi inghiottire la stella infuocata, come se desiderasse spegnerne i tormenti dovuti alla difficoltà del giorno, a ciò che ha dovuto vedere per ore. Ed io non posso far altro che sperare di sentire questo miscuglio di sensazioni diventare null'altro che fumo da un momento all'altro, estinte da carezze e parole rassicuranti. Poi, però, mi rendo conto che non c'è nulla che possa mettere il mio animo in pace adesso. Nessuno può rincuorarmi, nessuno può darmi certezze alle quali aggrapparmi in modo disperato.

Faccio un profondo respiro chiudendo gli occhi per qualche attimo, godendomi parzialmente la pace di questo posto, di quest'angolo distante dagli altri, ma non abbastanza da sentirne i chiacchiericci e gli schiamazzi. Ripenso a ciò che voglio fare, alla rabbia bruciante che schiaccia ogni mia altra emozione, alla collera che vorrei mostrare con tutta me stessa, all'ira e alla voglia di rivincita che si mischiano insieme creando nella mente diversi modi per far pagare ad Harry e Charlotte ciò che mi hanno fatto, per l'immenso dolore che non desidera lasciarmi in pace. Ammetto che i rapidi cambiamenti di umore un po' mi spaventano, non è razionale provare così tanto, ma -in fin dei conti- anche l'amore è un sentimento che non può essere spiegato e di certo non mi fa paura. Dio, credo di esser diventata matta. Di certo, al contrario di ciò che crede Zayn, non mi pentirò della vendetta, ma sicuramente farà male vedere soprattutto mio fratello colpito ... e poi affondato, eppure continuo a pensare che se lo merita e che nessuno può mettermi i piedi in testa. No, nessuno.

Faccio un ultimo profondo respiro e, scacciando via i pensieri, mi dirigo al luogo del falò con passi lenti e sguardo puntato davanti a me a fissare il vuoto, la mente persa nei propri pensieri; mi sento un automa in questo momento. Reagisco solamente per portare avanti il mio piano, perché tutto ciò che realmente desidero è andare via da questo maledetto posto e allontanarmi quanto più è possibile da quel ragazzo fintamente innamorato di me. Ovviamente lo farò, ma non adesso. Devo essere forte, devo far ritornare quella parte poco piacevole della mia personalità: fredda, sarcastica e vendicativa.

Una volta arrivata nel piccolo spiazzale ovale al centro del nostro campus, dove sono state poste alte cataste di legna che, pian piano, iniziano ad ardere e a rilasciare un piacevole calore, mi accomodo accanto a Zayn su una grossa panca, non distante da Louis. Di mio fratello e della piccola Tomlinson non c'è ancora traccia.

Un sottofondo musicale lento e dolce accompagna le nostre chiacchiere. Mi sporgo in avanti cercando di capire chi sia a produrre una melodia così piacevole e rilassante: Niall ha una chitarra tra le mani e strimpella delle calde note adatte all'occasione. Sorrido per la scena e per il modo così strabiliante del biondo di sorprendere ogni volta, sorrido per la tensione che sento scemare grazie alle sue delicate note. In prossimità del ragazzo, scorgo anche Liam e Luke con gli occhi chiusi a godersi la tranquillità del luogo; Perrie e Seline, sedute alla sinistra di Zayn, ridacchiano allegramente sgranocchiando biscotti e caramelle; Mike e Louis arrostiscono marshmallow scambiando battutine sciocche con alcuni ragazzi del penultimo anno; Calum e Ashton, un altro ragazzo facente parte della nostra allegra compagnia, sono in piedi di fronte a me bevendo tranquilli della cola e facendo gli occhi dolci ad alcune ragazze a me sconosciute. Perfino Jamie appare sereno e tranquillo, mentre chiacchiera con un ragazzo della squadra di atletica e, furtivamente, lancia occhiate a qualcuno abbastanza lontano dal suo campo visivo. Tutti allegri e calmi, rilassati e felici di aver partecipato a questa piccola vacanza; anche i professori -che ancora non si vedono in giro- avevano un grande sorriso questa mattina quando camminavamo sotto al sole di aprile, con gli zaini sulle spalle ed immersi nella quiete della riserva.

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