L'indecisione davanti a un armadio pieno di vestiti è qualcosa che ti lasci dietro nei tuoi tremendi diciotto anni. a venticinque hai raggiunto la maturità emotiva sufficiente ad aprire quell'armadio e considerare lo spropositato numero di vestiti un'alternativa adatta a una serata in discoteca.
Maturità emotiva, come no!
Charlie grugnì tutto il proprio disappunto ai vestiti appesi alle grucce.
Non ho un cazzo da mettermi!
Non era mai stata eccessivamente vanitosa. Le piaceva essere carina, ma non al punto di andare in crisi per dei vestiti. Eppure, mentre l'acqua della doccia le si asciugava addosso, stava valutando l'ipotesi di mettersi a dare testate all'anta per la frustrazione.
Scartò merletti neri e lino bianco, le gonne con le pieghe non le prese nemmeno in considerazione, il tubino dorato non sapeva nemmeno perché l'avesse comprato. Quello bianco era assolutamente da escludere, lo aveva già indossato alla Baia alla Notte degli Angeli. Di solito non le sarebbe importato indossare due volte lo stesso vestito, ma aveva vissuto per dieci anni in Italia. In Italia! Il posto in cui il concetto stesso di moda era passato dallo stato embrionale a feto a essere vivente dalle fattezze di un dio. Non avrebbe permesso alla gente di pensare che non avesse nient'altro che quel vestito da indossare.
Quindi era da quando Holland aveva mandato il messaggio sulla chat di gruppo:
Holland: Alla Cava stasera? Musica dal vivo per tutte e birra a fiumi per Iris
E Iris aveva risposto:
Iris: Sei una stronza. Vengo solo per la birra e perché la musica eccita la mia ragazza
che il cervello di Charlie si era arrovellato sull'outfit adatto per la serata e per qualcosa di adatto intendeva qualcosa che comunicasse: sono qui per divertirmi e me ne frego del vostro giudizio. Al momento però, l'unica conclusione a cui il suo cervello era arrivato era che il rumore metallico delle grucce le stava dando sui nervi.
Giuro che ci vado in accappatoio e pigiama. Tanto l'importante è che non siano jeans.
Espirò pesantemente. Meglio farsi dare ai nervi dai vestiti che da quello che era successo quella mattina. La delusione era stata un grumo amaro da mandare giù, eppure Charlie avrebbe detto di esserci abituata, specialmente quando quel boccone arrivava da Michael. Era abituata alla slealtà nei propri confronti, ma che fosse capace di abbassarsi a tanto...
Le dita, adesso più lente, continuarono a spostare abiti da destra a sinistra, da sinistra a destra.
Credevo che fossi diverso. Credevo che...
Dovette chiudere gli occhi e prendere un respiro profondo. la dimostrazione che era una stupida ingenua stava in quella frase, in quella frase che non aveva avuto bisogno di terminare perché lui comprendesse.
Cosa aveva creduto, in fondo, se non in un'illusione? Cosa aveva fatto Michael se non dimostrarglielo ancora e ancora?
Ma alla lealtà di lui verso il Pavillion, verso il sogno di sua nonna... a quello aveva creduto.
E hai fatto male!
Charlie strinse la mano su un tessuto elastico e fresco.
Quello era sufficiente a renderlo il cattivo della sua storia. Ma se lui era il cattivo, lei era una sciocca. Perché nonostante continuasse a pensare che se lo meritava, averlo esposto a Maxim in quel modo le faceva bruciare lo stomaco di una sensazione a cui riusciva a dare un solo nome: tradimento.
Riempire il petto d'ossigeno era come lottare contro una forza contraria. Non importava quante volte si ripetesse che quello non era un tradimento, ma la diretta conseguenza delle sue azioni, che lui si meritava tutto quello che gli sarebbe accaduto, quella sgradevole sensazione di pesantezza non ne voleva sapere di abbandonarle lo stomaco.
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Angel of Death
RomanceCharlie: Dieci anni fa sono scappata da Mistfold a causa sua. Il mio cuore e la mia dignità non hanno mai più ritrovato tutti i loro pezzi dopo quella Notte degli Angeli. Odio ricordare ogni dettaglio come se lo stessi rivivendo si continuo. Lui che...