Capitolo 58 (Charlie - Presente)

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Aveva sempre pensato al sesso come a qualcosa di piacevole, qualcosa che doveva fare sentire per forza bene, perché se le anticipazioni erano così entusiasmanti, l'atto in se doveva essere strepitoso.

Nei dieci anni trascorsi in quel suo forzato esilio, Charlie si era immaginata tante volte come sarebbe stato il sesso con Michael.

La sua mente non ci era andata nemmeno lontanamente vicina.

Charlie non aveva mai immaginato, nemmeno nei suoi sogni più audaci, che ci si potesse sentire così.

Erano passate ore ormai dal sesso di quella mattina, ma ogni volta che si muoveva riusciva a sentire nella parte più intima di lei quello che Michael le aveva fatto.

Michael era andato in ufficio per sistemare gli ultimi dettagli della presentazione, le aveva detto che poteva rimanere a casa per quel giorno. «Ti voglio ben riposata per quando tornerò.» Gli occhi gli si erano illuminati sotto l'arco della porta, lei ancora stesa completamente nuda sul letto. «Magari potrei cominciare a darti qualche lezione con la spada.»

E forse era stata quella promessa e il brivido di anticipazione che le aveva scatenato addosso, o magari il ricordo di quello che la spada le aveva fatto, ma durante la mattinata, Charlie aveva dovuto interrompere quello che stava facendo per tre volte per chiudersi in bagno e darsi piacere da sola. Ed era certa che avrebbe trascorso così il resto della giornata nell'attesa di Michael se non si fosse data una mossa e avesse cominciato a pensare a qualcosa che non fossero le mani di lui sul suo corpo... e dentro il suo corpo.

Visto che il suo generoso capo le aveva offerto una giornata libera, Charlie ne approfittò per fare quello che rimandava da troppo tempo. Aveva promesso a Michael che non sarebbe andata a casa sua senza di lui o quanto meno uno dei suoi fratelli, ma mettere i Bane e gli Hill in uno spazio ristretto in quel momento di massima tensione, non le sembrava per niente una buona idea. Aveva bisogno di passare da casa a recuperare alcune cose, se si fosse sbrigata non avrebbe trovato nessuno, quindi le preoccupazioni di Michael erano superflue.

Ma non c'è bisogno che lo sappia

Si sarebbe precipitato lì e avrebbe insistito per accompagnarla e Charlie non avrebbe rischiato che si trovasse di nuovo faccia a faccia con Maxim.

Prese la borsa, che negli ultimi giorni, da quando ci aveva messo dentro il quaderno con il racconto della storia di Michael e Samael era diventata incredibilmente pesante, e dopo aver recuperato le chiavi della seconda auto di Michael uscì dalla villa. Portarsi dietro quel fardello sottoforma di carta e inchiostro non le andava particolarmente, ma Michael aveva già dimostrato di non conoscere il concetto di privacy e lei non voleva che si ritrovasse ad affrontare di nuovo quelle parole con la certezza dei pensieri e dell'orrore che le avevano scatenato dentro. Presto avrebbe trovato il posto adatto dove seppellirlo per sempre.

Quando aprì la porta di casa, la trovò silenziosa e deserta. Non perse tempo a guardarsi intorno o ad annunciare la sua presenza, salì in fretta le scale, infilò la porta della sua camera da letto e raccolse in una borsa tutto quello che riteneva necessario, compreso il vecchio vestito della nonna di Michael, il travestimento che aveva usato per la fuga dopo la loro prima notte insieme. Le nocche sfiorarono la stoffa liscia e fresca. Aveva promesso di restituirlo, ma la verità era che quel vestito le piaceva, e non solo nel modo in cui le aderiva addosso, ma per le sensazioni che le trasmetteva. La leggerezza del tessuto faceva sentire più leggera anche lei, la freschezza che lasciava traspirare le metteva addosso una sensazione di novità e trepidazione, come se l'aria stessa che lo sollevava portasse con sé nuove possibilità.

Magari a Michael non sarebbe dispiaciuto se lo avesse tenuto.

In mezz'ora riuscì a mettere tutto ciò che le serviva in due borse, fece scorrere le zip e se le caricò sulle spalle per portarle in macchina. Si voltò e i borsoni le scivolarono dalle spalle atterrando con un tonfo attutito. Maxim era fermo sulla soglia della sua stanza, il volto di pietra, le labbra assottigliate e pressate insieme da un sentimento che non era mai riuscito a contenere.

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