Capitolo 69 (Charlie - Presente)

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Maxim aveva comprato quella cassaforte anni prima, all'età di sedici anni, e ci aveva nascosto dentro una pistola. Lo aveva fatto nel buio e nel solito silenzio della loro, certo che nessuno lo avrebbe visto nascondere un'arma comprata illecitamente.

Ma qualcuno lo aveva visto. Qualcuno che lui non considerava, a meno che non gli fosse di qualche utilità.

Charlie aveva provato una paura fredda e stringente alla vista di quel ferro lucidato che suo fratello aveva accarezzato con la punta delle dita, prima di riporto nella cassaforte.

Non essere considerata però aveva i suoi vantaggi. Aveva potuto vedere Maxim inserire la password senza essere notata.

Il senso di quei numeri era diventato chiaro anni dopo, quando Charlie era stata abbastanza grande da comprendere che l'odio e il rancore di suo fratello erano capaci di assumere una forma fisica, precisamente quella lucida e nera di una canna di pistola.

6 erano i figli di Xander Bane.

3, perché tre erano i suoi figli legittimi e tre quelli avuti dalla sua amante. 11 rappresentava i primogeniti: lui e Michael.

L'ossessione per Xander e per i suoi fratellastri, l'ossessione per Michael, lo aveva avvelenato e reso quello che era oggi. Ed era un peccato che suo fratello non avesse mai provato a essere niente di diverso, che non fosse mai riuscito a diventare una persona indipendente da quell'odio che consumava. Ma se quell'odio voleva distruggere le vite delle persone che amava, allora Charlie era disposta a fermarlo in tutti i modi.

La cassaforte si aprì con uno scatto secco. Charlie agguantò il quaderno non appena i suoi occhi vi si posarono sopra, sbirciò nei vari angoli, ma come si era aspettata non c'erano copie.

Maxim era un tipo violento e impulsivo, ma poco lungimirante. Con quel quaderno in suo possesso aveva creduto di avere tra le mani tutto ciò che gli occorreva per una vittoria facile e assoluta, così non si era scomodato a prendere precauzioni.

Un'altra cosa che lo rende diverso da Michael

Si era già sbattuta dietro la portiera dell'auto e messo i piedi sui pedali, quando notò la spia lampeggiante sullo schermo del telefono. Lo aveva dimenticato sul sedile del passeggero e così si era persa le chiamate di Anthony, che alla fine aveva rinunciato e inviato un messaggio.

Anthony: Qui è andato tutto a puttane. Michael ha vinto la sfida e Maxim è incazzato nero. Charlie ti supplico, non fare stronzate!

Charlie si strinse forte il quaderno contro il petto.

Troppo tardi.

Ma il primo pensiero non fu la preoccupazione per sé stessa. Mise in moto con la destinazione finale ben impressa nella mente.

Illuminato dai lampioni della strada, un sorriso di vittoria si disegnò sulle sue labbra.

Riesci sempre a farcela, amore mio

Non ave a idea di come avesse fatto, né dove avesse trovato la sicurezza di sfidare Maxim sapendo che aveva in mano la sua vita e quella di Samael, ma la forza di Michael era quella, che lui la vedesse oppure no. Non riponeva mai la spada, era sempre pronto a combattere. Afferrava il modo e lo faceva girare nella direzione che voleva e continuava a tenerlo stretto fino a quando tutti quelli che amava non erano al sicuro.

Ed è per questo che lo amo

Doveva dirglielo, almeno un'altra volta, ma prima doveva eliminare per sempre quella minaccia.

Il quaderno fu immerso per un momento in una bolla di luce gialla. Charlie alzò la testa e una scia di elettricità azzurra e viola illuminò a giorno la cima della scogliera. Non perse tempo a nascondere l'auto, la lasciò lì sotto e salì di corsa i gradini di pietra, ogni passo era una scommessa contro un doloroso scivolone. I primi scrosci di pioggia, accompagnati da tuoni e raffiche di vento, le sferzarono la faccia. Charlie incassò la testa nelle spalle, strinse le braccia e salì, contrapponendosi al temporale. All'ultimo gradino, però, il suo piede slittò sulla pietra. Tentò di mantenere l'equilibrio, ma scivolò in avanti e l'unica cosa che poté fare fu attutire il colpo con le mani. Dolore bruciante e seghettato le esplose in mezzo ai palmi.

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