Non aveva mantenuto la promessa fatta a Charlie.
Benché lei avesse tutte le ragioni per pensare il contrario, deluderla era l'ultima cosa che voleva. Ma non era stato in conflitto nemmeno per mezzo secondo quando si era alzato dal letto ed era uscito dalla porta. Lei non se n'era nemmeno accorta e il fatto che il cellulare di Michael non avesse nemmeno cominciato a squillare significava che dormiva ancora. Era esausta. Si era addormentata quasi subito. Un momento prima i suoi occhi verdi inchiodavano i suoi, quello dopo le sue palpebre erano abbassate e il suo respiro regolare.
Nonostante tutto, Michael aveva aspettato quasi un'ora per assicurarsi che il suo sonno fosse davvero profondo. E durante quell'ora, gli occhi non si erano staccati un momento dal livido attorno al suo polso e la sua rabbia non aveva fatto altro che crescere. Quella vista gli aveva fatto venire voglia di uccidere qualcuno, più precisamente Maxim.
Andare a cercarlo una volta messa al sicuro Charlie era un'idea che aveva maturato mentre ritornavano alla villa, con lei addormentata con la testa sulla sua spalla.
Aveva chiamato Gabriel e gli aveva chiesto se Maxim fosse al Cove in quel momento.
«È qui.» aveva confermato il fratello con fare guardingo. «E tu vuoi saperlo perché...»
«Perché c'è un livido addosso a Charlie di cui deve rendermi conto.»
Era seguito un lungo momento di silenzio, durante il quale Michael aveva sentito più chiaramente la musica dal lato di Gabriel. «Il bastardo è qui, insieme agli altri tre. Ci sono anche Raphael e Samael.» Nella voce di Gabriel era risuonata una nota fredda. La spensieratezza che di solito la caratterizzava, sparita. Se mai Michael avesse avuto bisogno di ricordarsi perché amava così profondamente i suoi fratelli, gli sarebbe bastato rievocare la voce di Gabriel in quel momento.
«Gabriel, non c'è bisogno che io ti dica...»
«Che Raphael non deve sapere che stai venendo qui a uccidere Maxim? Sta' tranquillo, ci penso io a tenerli tutti qui per te.»
Mentre attraversava la soglia del locale, Michael si rese conto che Gabriel aveva mantenuto la parola.
Gli occhi scannerizzarono l'intero locale prima di focalizzarsi su Maxim. Prima che potesse scagliarglisi contro però, fu intercettato da Raphael. La mano del fratello gli si fermò al centro del petto. Non voleva nemmeno sapere come avesse fatto a intuire le sue intenzioni. Sapeva che Gabriel non lo aveva tradito.
Raphael lo spinse indietro, quasi vicini all'ingresso. «Non so cosa cazzo hai in mente di fare, ma ti consiglio di ripensarci. Cerca di vedere il quadro completo, Michael. Hai ottenuto una grande vittoria con i soci di nostro padre. Adesso hai un vantaggio, un vantaggio che non dovresti mettere a rischio. Se ti affosserai con le tue mani farai il gioco di quel bastardo. Farti perdere punti agli occhi di nostro padre è esattamente quello che vuole Maxim.»
Michael snudò i denti. «Se è la considerazione di nostro padre che ti fa stare in pena, Raphael, puoi smettere di preoccuparti. Potremmo anche saltarci addosso e squarciarci le gole a vicenda, a Xander non importerà fin quando avrà abbastanza eredi con cui rimpiazzarci»
Raphael si passò una mano fra i capelli con un gesto esasperato, ma Michael era abbastanza certo che con quella mano volesse prenderlo a pugni. «Cazzo Michael, qualsiasi cosa sia successa stavolta tra te e Maxim, non ne vale la pena. Non in questo momento. Non devi perdere di vista l'obbiettivo finale.»
La rabbia che aveva dovuto trattenere per Charlie esplose. Michael afferrò suo fratello per il colletto della camicia, non con troppa forza, ma fu sufficiente a spostarlo. «L'obbiettivo finale?» La voce trasudava asprezza e sarcasmo.
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Angel of Death
RomanceCharlie: Dieci anni fa sono scappata da Mistfold a causa sua. Il mio cuore e la mia dignità non hanno mai più ritrovato tutti i loro pezzi dopo quella Notte degli Angeli. Odio ricordare ogni dettaglio come se lo stessi rivivendo si continuo. Lui che...