Aveva dovuto riaccompagnare Lilith a casa.
Se avesse potuto, Samael sarebbe rimasto con lei per tutto il giorno.
Se avesse seguito alla lettera il suo personalissimo piano, non si sarebbe staccato dal suo corpo per tutta la sera, magari per tutta la notte, non adesso che avevano cominciato a giocare e che Lilith si era mostrata tanto ben disposta a imparare le regole della partita.
Di solito, i suoi incontri carnali erano molto diversi. Le sue partner erano molto diverse da Lilith, ma c'era qualcosa in lei, qualcosa che lo spingeva ad avvicinarsi e a cercarla quando non la sentiva vicino. Un qualcosa che sembrava essere sempre stato lì e che gli era sempre sfuggito, ma che adesso, per qualche motivo, non riusciva a fare a meno di notare.
E poi lei era in grado di sorprenderlo come nessun altro.
Samael si ritrovò a sorridere tra sé e sé.
La piccola secchiona perfettina, la migliore amica del suo fratellastro, che amava infrangere le regole e fare tutto ciò che era proibito, come saltare la scuola e andare a pescarlo al Cove dopo che lui l'aveva chiamata ubriaco perso alle dieci del mattino, o come sgusciare fuori di casa nel cuore della notte durante un temporale, e intrufolarsi dalla sua finestra. Lilith poteva negarlo quanto voleva, ma infrangere le regole la eccitava e Samael l'aveva sperimentato con le sue mani.
Si graffiò il labbro inferiore con i denti.
Il mio piccolo demone
Prima di lasciarla le aveva promesso che avrebbero ripreso esattamente da dove si erano interrotti.
Non aveva potuto ignorare il richiamo di suo fratello.
Non si sorprese quando non vide traccia dell'auto di Michael, ma paradossalmente, che suo fratello maggiore non fosse a casa in quel momento, coincideva esattamente con i suoi piani.
Quando entrò nel loro salotto privato, Raphael stava giocando a biliardo e Gabriel era impegnato in una guerra serrata alla play.
Samael si richiuse la porta alle spalle, producendo un secco rumore che richiamò l'attenzione di entrambi.
Due volti così simili al suo nei tratti eleganti e affilati, si voltarono a guardarlo con le sopracciglia arcuate.
«Tutto bene, ragazzino?»
Raphael appoggiò la stecca al tavolo verde e piantò lo sguardo nel suo, impossibile da ignorare.
Samael pressò le labbra tra loro, scoprendo la carne tremante nel punto di contatto. Non si era nemmeno accorto di essere così nervoso.
Magari era solo l'acutezza di Raphael, i cui occhi erano in grado di scansionati il cervello e tutti i pensieri che vi fossero mai transitati dentro, anche solo di sfuggita, e farli propri.
I denti si serrarono attorno alla carne di una guancia, le parole erano tutte lì, tese dentro la sua bocca, tremanti sopra la lingua, ancora timorose di uscire, occultate dietro una barriera bianca.
Quando aveva preso la decisione, si era messo in moto e basta, aveva lasciato agire il corpo e l'istinto.
Adesso, davanti ai suoi fratelli, si rendeva conto che era molto più difficile di quanto avesse immaginato.
Erano trascorsi dieci anni, erano stati mantenuti troppi segreti e quei segreti avevano finito per avvelenare le loro vite, il loro futuro, le loro possibilità.
Non avrebbe dato a quella puttana di sua madre anche tutto quel potere su di lui, persino da morta.
Cazzo, non le avrebbe concesso quel potere sui suoi fratelli... su Michael! Come aveva fatto a dirlo a Charlie?
Eri disperato e incazzato
Ma lo sei anche adesso
Perciò doveva lasciar transitare quella rabbia e mettere una parola dietro l'altra, raccogliere il coraggio nell'ossigeno e aprire le labbra.
«Devo parlarvi.»
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Angel of Death
RomanceCharlie: Dieci anni fa sono scappata da Mistfold a causa sua. Il mio cuore e la mia dignità non hanno mai più ritrovato tutti i loro pezzi dopo quella Notte degli Angeli. Odio ricordare ogni dettaglio come se lo stessi rivivendo si continuo. Lui che...