EPILOGO

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Dopo un inverno piovoso, fatto di giornate in cui faceva buio troppo in fretta e venti freddi che avevano spazzato impietosamente l'isola, finalmente la primavera era arrivata e con lei avevano guadagnato qualche ora di luce.

Non che a Michael fosse dispiaciuto il freddo che si era abbattuto su Mistfold nei mesi precedenti. Aveva trovato parecchia soddisfazione nel cercare il conforto del calore umano nel corpo di Charlie. Che fosse a letto, di notte o di mattina, o in qualunque altro punto della Villa, dell'isola, in qualunque altro momento della giornata.

Una volta Raphael li aveva minacciati di fargli arrivare un'ordinanza restrittiva se li avesse beccati di nuovo a scopare sul suo tavolo da biliardo.

L'oggetto incriminato era stato prontamente sostituito il giorno dopo e a quel punto Michael ci aveva tenuto a fargli notare che se gli dava tanto fastidio che ci avessero fatto sesso sopra, avrebbe dovuto cambiarlo mesi prima.

Ma tanto per non turbare la "sensibilità" fraterna, spesso Michael e Charlie si erano rintanati alla vecchia casa sulla scogliera.

Era stato il suo regalo per lei.

L'avevano rimessa a posto insieme e arredata, anche se non completamente.

Secondo Charlie, quella casa era una pagina bianca. Sapeva che sarebbe diventata qualcosa, ma non sapeva ancora di preciso cosa. Per il momento, a Michael andava benissimo che quelle stanze ospitassero le loro sessioni di sesso più sfrenate, quelle in cui poteva farla gridare senza il rischio che la sentissero tutti gli abitanti della Villa.

E poi, era stato proprio in quella casa che un paio di settimane prima, durante la notte più burrascosa di quell'anno, in cui il calore dei rispettivi corpi li aveva tenuti al riparo dal freddo del mondo, che Michael aveva incastrato al suo posto un altro tassello della loro vita insieme, riprendendosi un altro frammento di loro che il tempo si era illuso di potergli strappare via anni prima.

Erano ancora intrecciati tra le lenzuola quando lui le aveva appoggiato una mano sul petto.

«Dimmi un tuo pensiero.»

Il volto di Charlie si era aperto in un sorriso inaspettato, poi, facendo scorrere le dita sui contorni della sua mano, aveva risposto. «Sono con te e sono felice.» Aveva portato le loro mani intrecciate sul cuore di lui e a un sospiro dalle sue labbra aveva ripetuto la sua domanda. «Dimmelo tu un tuo pensiero.»

Michael aveva quella risposta marchiata a fuoco nella mente, nonostante tutto si prese un momento per chiudere gli occhi e assaporarla sulla lingua, prima di trasformarla in suono.

«Se solo tu sapessi quanto spero che dirai di sì»

«Si a cosa?»

«Vuoi sposarmi?»

Il tempo aveva rallentato fin quasi a fermarsi.

Stesa così vicina accanto a lui, i loro volti a millimetri di distanza, Michael aveva visto Charlie diventare completamente immobile, il respiro e il battito delle palpebre appena accennato.

Tutto rallentò anche dentro di lui.

Le sue mani erano ancora sul suo petto, lei era stata consapevole di ogni profondo battito del suo cuore. E quello, aveva cominciato a martellare davvero forte. La mano di lei era stata un'impronta calda contro la sua pelle e gli occhi così verdi avevano cominciato a brillare, a ingrandirsi.

Il cuore galoppò così frenetico da non riuscire più a mantenere il silenzio. Le strinse la mano. Adesso la teneva racchiusa in entrambe, ma non intrappolata.

Mai intrappolata solo... Con me

«Lo sai, se dieci anni fa non fossimo stati derubati della nostra vita, a quest'ora saresti già stata mia moglie.»

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