Capitolo 22 (Michael - Passato)

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Non c'era un giorno che i ragazzi di Mistfold aspettassero più del dieci agosto. La Notte degli Angeli era l'evento più atteso di tutti, richiamava sull'isola visitatori da parecchie parti del Paese. Ma se la Notte degli Angeli era il capodanno di Mistfold, la chiusura del campionato scolastico si prendeva il suo meritato secondo posto sul podio delle celebrazioni più amate e attese dell'anno.

Protagonisti e artefici di quella festa, erano gli studenti del liceo. Per una volta, i fratelli Bane non avevano niente a che fare con l'evento, se non nella misura in cui li coinvolgeva come il resto dei liceali.

Sarebbe stata la prima volta che Michael vi avrebbe preso parte come ex studente.

Si era diplomato al liceo di Mistfold con un anno di anticipo e invece di prendere i soldi del padre e andarsene in una delle prestigiose università sparse per il Paese, aveva deciso di rimanere e frequentare la piccola e poco rinomata università dell'isola. Quando aveva annunciato la sua decisione alla famiglia, le reazioni dei genitori non lo avevano affatto sorpreso. Sua madre era rimasta completamente disinteressata alla cosa, suo padre non si era opposto, ma Michael aveva scorto la disapprovazione nel suo sguardo. Ma se la reazione dei genitori era stata attesa, la propria non era stata da meno. Non gli era importato. Aveva provato molta più tensione quando lo aveva comunicato ai suoi fratelli. La loro opinione era l'unica di cui gli importasse. Il pensiero di poterli deludere era l'unica cosa in grado di fargli fremere il cuore di paura.

Essere rimasto a Mistfold non era una decisione che gli pesava. Non aveva bisogno di un'università prestigiosa per essere consapevole delle proprie capacità. Era rimasto lì per i suoi fratelli, per Samael soprattutto, che era così piccolo. Il pensiero di allontanarsi da loro gli era insopportabile. Loro quattro erano una famiglia, la loro vera e unica famiglia e lui era il maggiore, il compito di vegliare su quel nucleo era principalmente il suo.

Saperli troppo lontani non lo avrebbe fatto stare tranquillo. Una voce dentro la sua testa gli aveva sempre detto che il suo posto era lì sull'isola, insieme a loro. Probabilmente soffriva di un qualche tipo di mania di persecuzione o paranoia, ma aveva la perenne sensazione che se fosse andato via, se si fosse allontanato anche di poco, sarebbe capitato qualcosa di terribile. E così era rimasto e non c'era stato un solo giorno in cui aveva rimpianto la sua scelta.

Comunque, quella sera lui non sarebbe stato l'unico ex studente a partecipare alla partita di chiusura del campionato e alla successiva festa che si sarebbe tenuta sulla spiaggia. Molti dei suoi ex compagni di scuola, che avevano deciso di proseguire gli studi lontano da Mistfold, avevano fatto ritorno per l'occasione. Persino Bethany.

Michael soppresse un sospiro tirato. Aveva ignorato tutti i suoi messaggi in cui prima lo informava del giorno e dell'ora esatti in cui sarebbe arrivata e poi lo pregava per vedersi. Non voleva più avere a che fare con Bethany e non riteneva nemmeno opportuno comunicarglielo, visto che non erano mai stata una coppia.

Se solo avesse voluto, quella sera avrebbe potuto scegliere tra decine di ragazze, disposte a fare di tutto per attirare la sua attenzione. Il problema era proprio quello. Lui non voleva e non voleva perché da due settimane non riusciva a pensare ad altro che a Charlie nel suo letto, con la sua maglietta addosso e il calore del suo corpo, che gli aveva avvolto le dita, lì dove aveva lasciato riposare la sua mano per l'intera notte.

Se prima di quella notte non era riuscito a togliersela dalla testa, da allora era diventata una vera ossessione.

Non tentava nemmeno di dissuadere se stesso, dicendosi che quello avrebbe solo portato ulteriori complicazioni nelle dinamiche già contorte delle loro famiglie. La desiderava e quello che gli succedeva ogni volta che la fissava o che percepiva il suo sguardo su di sé, andava oltre il desiderio fisico. Persino guardare il suo stesso letto era diventato un supplizio, perché non faceva che immaginarsela lì, sdraiata su un fianco, che dormiva dentro la sua maglia.

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