Capitolo 67 (Charlie - Presente)

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Durante quelle ore Charlie aveva appreso che per quanto si impegnasse a fissare una parete, quella non si sarebbe improvvisamente aperta sotto il suo sguardo.

Durante tutta la notte il cellulare aveva squillato finché la batteria non era morta. A un certo punto il campanello l'aveva fatta sobbalzare, carica di timore e aspettativa. Alla fine aveva sentito la voce di Anthony e poi quella di Bobby che gli chiedeva di lasciarla un po' stare.

Alle ragazze non aveva detto niente di preciso, ovviamente. Non avrebbe potuto farlo senza tradire il segreto di Michael (e lui già era convinto che lei fosse una sporca traditrice). Ma era arrivata piangendo a casa di Bobby e Iris e qualcosa aveva dovuto raccontarlo, perciò era rimasta sul vago, dicendo quella che poteva essere in parte la verità: Maxim aveva fatto credere a Michael che lei lo avesse usato per sabotarlo.

«E quel grandissimo coglione ci ha creduto? Dopo tutto quello che ti ha fatto passare?» Sul volto di Iris si erano alternate diverse sfumature di rosso. «Che faccia tosta, cazzo!» Non le avevano chiesto nient'altro né le avevano fatto pressione, ma a un certo punto della notte, quando tutte le altre già dormivano da un po', Iris che era rimasta con lei a fissare la parete come se fosse la causa di tutti i mali dell'universo, le aveva domandato: «E adesso che hai intenzione di fare?»

E Charlie si rese conto che in quelle ore quella domanda non le era nemmeno passata per il cervello.

Aveva spalancato gli occhi sulle ombre che danzavano lente sul muro e aveva capito quello che non aveva intenzione di fare.

Non aveva intenzioni tornare a Roma, non così, non quando aveva ancora da dire la sua. Non aveva intenzione di permettere a Maxim di distruggere la sua vita come se non valesse niente. Non aveva intenzione di permettere a Michael di arrendersi in quel modo.

Quella notte avrebbero dovuto trascorrerla insieme, Charlie avrebbe dovuto accarezzare le linee tremanti del suo petto che raccontavano il suo nervosismo al posto della sua voce, avrebbe dovuto rassicurarlo che tutto sarebbe andato bene, anche se lui avrebbe fatto il possibile per convincerla di non essere preoccupato. Avrebbero dovuto fare l'amore e si sarebbero dovuti risvegliare avvolti nel loro stesso calore alla luce di un sole nuovo e invece al posto di tutto quello c'era lo schermo nero di un cellulare.

Ha creduto a lui? Dopo tutto quello che ti ha fatto passare?

C'era una voce nelle sue orecchie, che aveva continuato a ripetere le parole di Iris per tutta la notte, caricandole ogni volta di nuovo risentimento.

Michael aveva avuto i suoi motivi per infliggerle quel dolore, ma ciò non significava che Charlie non lo avesse sentito in ogni sua più piccola sfumatura.

Come osava adesso mettere in dubbio la sua parola?

Perché lui crede di non meritare altro

Quando si alzò per andarsi a fare una doccia, con l'esigenza di togliersi di dosso lacrime secche e sudore, al suo ritorno in camera trovò sul letto i tre borsoni che il giorno prima aveva lasciato in auto.

Sorrise. Perché sorridi quando hai la certezza di essere in un posto dove non hai bisogno di parole per essere capita, e sorridi quando hai la consapevolezza che il posto in questione non è un insieme di forme geometriche, messe le une sulle altre e tenute insieme da cemento e chiodi, ma una capanna di anime, una tenda che ti si chiude intorno, ti protegge e ti scalda e del mondo esterno fa passare solo le cose belle. Quel miscuglio di caratteri, colori e forme che l'attendeva nell'altra stanza, era un velo di quella tenda e Charlie si sentì una privilegiata a sentirsene protetta, così come si sentì una privilegiata a essere parte della tenda di ciascuna delle sue amiche.

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