«È arrivato l'eroe.» La voce canzonatoria di Maxim lo accolse Michael non appena varcò la soglia del proprio ufficio.
Era stato Raphael a riunire tutti lì e aveva anche pensato bene di oscurare l'intera vetrata che affacciava sul piano. Non avrebbe tenuto fuori i rumori e le urla, che immaginava si sarebbero alzate di lì a pochi minuti, e che avevano raccolto già un nutrito gruppo di curiosi, che al suo arrivo aveva fatto finta di niente, ma almeno non avrebbero dato troppo spettacolo.
Dire che la stanza si era divisa in due schieramenti sarebbe stato ridicolo.
Da un lato c'erano i suoi fratelli, che facevano cerchio attorno a Elijah e a una Gabriella tremante e in lacrime, la fazione di Maxim contava solo due membri, di cui uno era lui stesso. L'altro era il suo fidato cagnolini Frank.
Michael ignorò completamente il fratellastro, si fece largo attraverso i suoi fratelli, andando direttamente da Gabriella. Le sorrise strizzandole l'occhio e quando vide il volto scosso dalle lacrime tentare di aprirsi solo per lui, il cuore gli si incrinò. La prese dalle braccia del marito solo per darle un bacio sulla fronte. «Ci penso io, sta' tranquilla.» La vide annuire. Le passò un fazzoletto con cui asciugarsi gli occhi e la cedette di nuovo alle che di Elijah.
«Che cosa è successo?» La domanda sulle sue labbra, stavolta, fu una fucilata aspra. Non gli importava chi gli rispondesse, purché qualcuno si decidesse a dargli una spiegazione.
«Maxim ha le crisi da prima donna e ha deciso di fare un po' di scena per attirare l'attenzione.» C'era una tensione latente nella voce di Gabriel che tradiva la sua rabbia.
Michael si voltò verso Raphael in cerca di una spiegazione più dettagliata. Raphael scosse la testa come se non potesse nemmeno crederci di trovarsi lì per quello. «Maxim ha accusato Gabriella di aver rubato denaro dai fondi destinati alle alle cucine.»
Michael sbatté gli occhi una volta, molto lentamente. Lo sguardo fisso su Maxim, che dall'altra parte dell'ufficio se ne stava appoggiato contro una parete con l'aria baldanzosa di chi aveva appena compiuto una mossa vincente. Michael non riuscì a resistere. Gli scoppiò a ridere in faccia. Rise così forte da farsi venire le lacrime agli occhi e persino quando cominciò a fargli male lo stomaco, trovò difficile smettere.
«Lo trovi tanto divertente?» Maxim parlò attraverso i denti serrati. Adesso la sua posa non era più tanto rilassata.
Michael si asciugò un paio di lacrime sotto gli occhi. «Oh, sì non hai idea quanto.»
Lui gli sbatté i suoi occhi verdi in faccia, così simili eppure così diversi da quelli di Charlie.
«Non puoi capire quanto io trovi divertente e patetico il tuo tentativo di vendetta.» Piegò un po' il collo, come se stesse per parlare a un bambino. «Davvero, ti sei scervellato tanto e questo è il bel risultato?» Sbuffò un'altra risata. «Per favore.» Si rivolse ai fratelli. «Perché stiamo perdendo tempo con questa stronzata? Ignoratelo e basta.»
Maxim fece un passo avanti. «Oh no, non potrai ignorarmi e basta. Quei soldi mancano e quella che li gestisce è lei. Finché non sarà tutto chiarito...»
«E tu che autorità hai per chiarire una simile questione?» Michael si mise tranquillamente le mani nelle tasche. Non avanzò verso Maxim, rimase fermo esattamente dov'era.
I lineamenti di Maxim tremarono un po'. «Io ho tutto il diritto...»
Michael dirottò la sua attenzione. «Dimmi Frank, qual è la cifra precisa che hai sottratto? Risarcisco io. Consideralo un regalo.»
Quell'idiota di Frank guardò verso Maxim, gli occhi grandi e spaesati. Maxim affilò i denti gli uni sugli altri.
Qualcuno dei suoi fratelli, forse Gabriel, rise sommessamente. Anche Michael sorrise. Quella scena era davvero patetica.
«Non riuscirai a cavartela così. Non hai prove..»
«Sta ripetendo quello che ho detto io.» Michael puntò il dito con espressione confusa. «Raphael, tu di solito presti più attenzione. Sta o non sta ripetendo quello che ho detto io?»
«Lo sta ripetendo.» fece Raphael sbrigativo, allacciando le braccia sul petto.
La faccia di Maxim era colorata di varie sfumature di rabbia. C'erano i lividi, gentile concessione di Michael, e c'era il rossore della furia.
Voleva proprio godersi la scena fino in fondo. Rimase a guardare quando lui avanzò ancora, la testa incassata nelle spalle.
«Non potrai difendere ancora a lungo questa sporca ladra.»
Il divertimento passò come fosse stato una folata di vento autunnale, che si porta via le foglie morte e lascia la strada riarsa dalle intemperie. Michael sollevò un braccio, un gesto fermò, definitivo. «Attento Maxim. La corda che ti ostini così tanto a tirare è già bella che spezzata. Davvero vuoi sentirla attorno al collo?»
«Tu...»
Qualunque cosa stesse per accadere fu interrotta dalla porta che si apriva e da Charlie che entrò nell'ufficio.
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Angel of Death
RomanceCharlie: Dieci anni fa sono scappata da Mistfold a causa sua. Il mio cuore e la mia dignità non hanno mai più ritrovato tutti i loro pezzi dopo quella Notte degli Angeli. Odio ricordare ogni dettaglio come se lo stessi rivivendo si continuo. Lui che...